Marche

Urbino, mai emessa l’ordinanza per razionare l’acqua e ora arriva a singhiozzo nelle case. «Intanto il Comune annaffia le piante»

URBINO L’altra sera l’acqua nelle abitazioni delle frazioni di Pallino , Mazzaferro , San Cipriano e nella parte alta del centro storico è tornata come aveva annunciato Marche Multiservizi . Ma l’erogazione nella notte, in alcune zone, è stata a singhiozzo e ieri il problema si è riproposto, accentuandosi nel pomeriggio e attenuandosi la sera. L’acqua scorre nelle tubature nella misura in cui il debole flusso delle sorgenti, che alimenta l’acquedotto del Nerone (il più colpito dalla siccità), integra il livello di erogazione dei serbatoi. 

Il guasto è stato segnalato

Sui social ieri un’utente ha riferito che la sospensione dell’acqua era dovuta a una falla della cisterna di via Buozzi, secondo la risposta che le avrebbero dato a Marche Multiservizi. Ma i tecnici dell’azienda, che gestisce il servizio, assicurano che il disagio di cui patisce Urbino in questi giorni non è dovuto ad alcun gusto, bensì al calo cronico delle precipitazioni. La crisi idrica, che con le due cisterne di 5mila litri collocate nei piazzali di Mercatale e Mazzaferro ha fatto irruzione nella vita urbana per la prima volta in tutta la provincia, ha provocato la dura reazione delle opposizioni. Viene segnalato il paradosso di come il Comune di Urbino sia uno dei pochi, se non l’unico, della provincia il cui sindaco non ha firmato nei mesi scorsi l’ordinanza per limitare il consumo dell’acqua potabile agli usi alimentari ed igienici, vietando in particolare l’innaffiamento dei giardini, il lavaggio di piazzali e auto e il riempimento delle piscine. Un caso esemplare di incuria nell’amministrazione, tanto più dopo i ripetuti appelli in tal senso dell’assessore regionale Aguzzi.

«Il serbatoio principale di Urbino è vuoto – rimarcano i 13 consiglieri di opposizione, che ritengono molto grave la situazione – e con la scarsità di acqua dal Nerone e di tutte le sorgenti che abbiamo non si riesce a riempirlo. Se si tira fuori troppa acqua dal pozzo del Burano non si riempirà mai fino a quando non arriverà una bella pioggia. L’amministrazione di Gambini, forse per non fare torto a qualcuno, in questi mesi si è scordata di emettere un’ordinanza per la riduzione degli sprechi, riportando la cittadinanza ad una situazione da tempi di guerra».

«La giunta si impegni»

«Se intendevano questo con lo slogan “facciamo la storia” – commentano con sarcasmo i consiglieri di opposizione -, forse ci sono davvero riusciti, riportando la mente a quando i cittadini dovevano recarsi alle fontane per poter garantire un bene di prima necessità come l’acqua. Presenteremo un ordine del giorno urgente per chiedere a Gambini e ai suoi 9 assessori, che dovrebbero lavorare a tempo pieno, di impegnarsi per garantire ai cittadini almeno i servizi di base invece di occuparsi di cose futili. Non sarà colpa anche questa crisi idrica di quelli che c’erano prima?».

«Ma annaffiano le rotonde»

Sono stati i primi e adesso rivendicano giustamente la primogenitura. «Purtroppo – rimarca il gruppo M5S di Urbino – la nostra previsione si è avverata, molte zone di Urbino sono rimaste senza acqua. Esattamente un mese fa (6 agosto), proprio da queste pagine, lanciavamo l’allarme della grave siccità che la nostra provincia stava attraversando, segnalando che l’amministrazione comunale urbinate era una delle poche della provincia che non aveva emesso l’ordinanza di crisi idrica chiesta dall’Ato 1 (per voce dall’assessore regionale Aguzzi) il 12 luglio scorso. Il Comune di Urbino – continua il M5S – non solo si è rifiutato di recepire l’appello dell’assessore Aguzzi di emettere l’ordinanza di crisi idrica, ricordiamo che fa parte dello stesso schieramento politico, alla faccia della filiera istituzionle, ma ha continuato imperterrito come se il problema fosse solo per gli altri Comuni e noi un’isola a parte». Tutto questo mentre si aprivano il pozzo di Sant’Anna prima e poi quello del Burano. «E così con questa acqua potabile l’amministrazione comunale addirittura annaffia le rotonde. Non ha fatto ancora un passo indietro, tant’è che ieri mattina, mentre alcuni cittadini non potevano nemmeno lavarsi, era ancora acceso al massimo l’impianto d’irrigazione della rotonda del Sasso». 




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