Puglia

L’amministrazione comunale sta perdendo altro tempo


Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del gruppo territoriale di Brindisi del Movimento 5 stelle, sulla crisi della Brindisi Multiservizi

Ieri (6 settembre) si è tenuta la conferenza dei capigruppo per fissare la data del consiglio comunale che dovrà affrontare nuovamente il tema Multiservizi, le cui perdite superano i due milioni di euro e che debiti non pagati verso il Comune per diversi milioni di euro per mancata rimessione dei canoni dovuti per l’assunzione del servizio di gestione dei parcheggi dei cittadini. E stato anche preannunciato che il contenuto della delibera sarà di dare un mandato così detto in bianco all’amministratore della Multiservizi affinché nell’ambito di una procedura di composizione  negoziata (con i creditori) della crisi si reperisca un piano che salvi la Multiservizi, essendosi evidentemente rivelato fallimentare quello approvato dalla maggioranza a fine dicembre 2023, già ritenuto e dichiarato irrealizzabile all’epoca dal capogruppo del Movimento 5 stelle in consiglio comunale Roberto Fusco, che, dopo tale dichiarazione sulla irrealizzabilità del piano industriale proposto e poi approvato  dalla maggioranza,  lasciò  l’aula consiliare, anche per essere rimasto inascoltato il suo invito di fine luglio 2023 di ripianare subito le perdite della Multiservizi, ammontanti a luglio 2023 a circa un milione di euro, e di rilanciare la società utilizzando i fondi all’epoca esistenti (tre milioni di euro circa).

Senza consentire che tali fondi venissero erosi dalla prosecuzione della gestione della società, che già all’epoca evidenziava una perdita mensile di circa 80 mila euro. Ora, ad oltre un anno di distanza, e con ulteriori perdite accumulate, ammontanti ad oltre  due milioni di euro, l’Amministrazione, invece di assumere le  decisioni che da oltre un anno doveva assumere, perderà  altro tempo, aumentando ancora una volta le perdite, con l’attivazione di una procedura negoziata della crisi che la società dovrebbe attivare per discutere dei propri debiti con i propri creditori, ossia con se stessa, considerato che il pressoché quasi unico rilevante creditore è lo stesso Comune.

È incredibile infatti che il proprietario al 100 per cento di una società debba rivolgersi ad un organismo di composizione della crisi per cercare l’accordo con se stesso,  che è il pressoché unico creditore, visto che la società viaggia da oltre un anno senza affidamenti bancari  pagando i fornitori anticipatamente o alla consegna dei prodotti.

E questo solo  per dire ai cittadini e ai lavoratori che il taglio del credito di diversi milioni di euro che subirà il Comune  (che, oltre a ripianare le perdite, dovrà rinunciare in tutto o in parte al proprio credito per canoni di parcheggio), ed il quasi certo taglio dei dipendenti ce lo chiede, come lo chiederà, l’organismo di composizione della crisi presso la Camera  di commercio di Bari. Proseguendo nella oramai divenuta consuetudine della politica italiana per cui quando occorre far passare scelte dolorose per i cittadini e per i lavoratori la politica non ammette mai la propria responsabilità conseguente ai propri inadempimenti,  nascondendosi sempre dietro la frase notissima “ce lo chiede l’Europa”, pena il fallimento del debito pubblico italiano per mancato acquisto dei titoli di debito dello Stato italiano, che nell’occasione sarà sostituita da “ un ce lo chiede l’Organismo di composizione della crisi”, pena, in mancanza il fallimento della società la cui procedura sarà il medesimo l’Organismo ad attivare.

E nel frattempo si sarà perso altro tempo ed accumulate altre perdite. Il Movimento ovviamente si augura che le dette previsioni si rivelino errate e che la proposta di soluzione della Crisi che, unitamente al nuovo piano industriale, verrà poi proposto dall’Organismo di composizione non appesantisca ulteriormente, tramite l’annullamento in tutto od in parte del rilevante credito del comune, le già massacrate casse comunali,  tutelando doverosamente i posti di lavoro.

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