Scienza e tecnologia

ASUS ROG Zephyrus G16 recensione: il portatile gaming che si crede un MacBook



Gli Zephyrus sono i portatili fiori all’occhiello di ASUS ROG, la divisione gaming del celebre produttore taiwanese di cui vi parliamo spesso sulle pagine di SmartWorld. Sono esteticamente appaganti, realizzati con ottimi materiali, dotati di schermi bellissimi, hardware al top e alcune finezze che non sempre si trovano su laptop dedicati al gioco. C’è anche da dire però che questo genere di dispositivi sta diventando sempre di più appetibile anche in ambito lavorativo, e questo ASUS sembra averlo capito, visto il look di questo ROG Zephyrus G16 2024 di cui vi parlerò in questa recensione.



Unboxing ROG Zephyrus G16

Nessuna sorpresa di rilievo nella confezione dell’ASUS Zephyrus G16. Quella da me testata fra l’altro è anche la versione più costosa, e con un investimento del genere ci si aspetta di trovare qualcosa in più nella confezione. Va bene l’ambiente, va bene usare materiali nobili, ma dentro ci sono PC e alimentatore da 240W, e stop. Eppure la stessa ASUS in passato ci aveva abituato bene (guardate questo che meraviglia), ma c’è anche da dire che sono poche (praticamente nessuna) le realtà gaming che realizzano confezioni soddisfacenti da spacchettare. Se non altro sono inclusi 3 mesi di Game Pass, ma non ci sono tagliandini o codici da riscattare nella confezione.



Qualità Costruttiva

ASUS ROG Zephyrus G16 2024 è tutto in alluminio. Si capisce di avere per le mani un dispositivo premium, e come se non bastasse nonostante hardware al top e uso di materiali nobili, peso e dimensioni rimangono compatte. Si parla di 1,95 kg per 1,49 centimetri di spessore da chiuso, e questo con un display da 16″. Le cerniere, ben nascoste sotto la scocca principale, permettono di inclinare lo schermo fino a 130/140°. Tutte le scocche hanno finitura opaca molto elegante, e a impreziosire ulteriormente il tutto c’è anche il tasto di accensione in vetro.

Il retro è occupato quasi per intero da griglie di aerazione. Ci sono poi due piedi gommati orizzontali lunghi quasi come tutto il laptop, uno in cima e uno in fondo. Si notano anche i fori degli speaker, che in realtà ospitano due woofer dedicati ovviamente ai bassi.

Per quanto riguarda abbellimenti di natura gaming, c’è un solo particolare che può renderlo più vistoso del solito, perché altrimenti lo si potrebbe benissimo scambiare per un notebook professionale. Sul coperchio, rigorosamente in lega di alluminio, svetta quella che ASUS definisce Slash Lighting, una striscia LED unica nel suo genere che può essere personalizzata dal pannello ARMOURY. È sicuramente più elegante, nel senso professionale del termine, della soluzione di illuminazione vista sullo Zephyrus M16. Gli effetti di luce impostabili però sono un tantino strobo, e l’effetto che potreste ottenere è quello di farvi odiare da chi lavora vicino a voi.

Poi c’è la tastiera retro illuminata, ma con un pattern uniforme non è poi così aggressiva o vistosa.

Spessore e dimensioni ridotte significa per forza di cose un po’ meno porte del solito, ma c’è comunque tutto il necessario. Sul lato destro troviamo USB-C 3.2 con supporto a DisplayPort 1.4 e PowerDelivery 3.0, una USB-A 3.2 Gen 2 e lettore di schede SD, presenza gradita visto quanto detto sulle dimensioni. Sul lato sinistro invece porta ASUS Slim Power Jack (alimentazione proprietaria), HDMI 2.1, Thunderbolt 4 con supporto a DisplayPort 2.1 e Power Delivery 3.0, USB-A 3.2 Gen 2 e jack audio combo. Unico vero assente è la porta Ethernet, ma ci si può equipaggiare con un adattatore in caso di necessità. Non c’è nulla sul bordo posteriore. Per quanto riguarda la webcam, si vede che ASUS ha voluto imprimere un minimo di attenzione anche al campo del lavoro da remoto. C’è un sensore 1080p, il che non guasta, che non se la cava malissimo, almeno nel confronto diretto con altri prodotti.

Ci sono i sensori a infrarossi, e di conseguenza c’è anche lo sblocco con il volto tramite Windows Hello. C’è anche un piccolo LED bianco molto luminoso che ci indica che la webcam è attiva. Non c’è lo shutter fisico, ma il LED è sufficiente a farci capire che c’è qualcosa che eventualmente non va. A contorno c’è anche un array microfonico 3D (così lo chiama ASUS) che vi permette di non dovervi obbligatoriamente appoggiare a microfoni esterni.

Il peso, come accennato, ammonta a 1,95 kg, quasi un chilo meno dei soliti portatili gaming. A questo dovete aggiungerci circa 530 grammi di alimentatore da 240W. Anche in questo caso si tratta di meno peso del solito, visto che su modelli con alimentatori da 330W si parla di 700/800 grammi.



Tastiera e touchpad

La tastiera dello Zephyrus G16 è priva di tastierino numerico. Il layout è una sorta di ibrido fra l’ANSI e l’ISO: il tasto Invio è stretto e lungo e la u accentata è subito sopra Invio; in compenso le parentesi angolari, le altre lettere accentate e i simboli sopra i numeri sono al posto giusto.

I tasti sono retro illuminati, ma si tratta di una illuminazione uniforme, che non può essere personalizzata per singolo tasto. Se non altro la luce è intensa e ben visibile anche in stanze ben illuminate. Ai tasti funzione sono già associate varie funzioni alternative da abilitare con la pressione di FN: c’è la shortcut per richiamare Aura, ci sono quelle per regolare i LED della tastiera, per inserire la modalità aereo e così via. Ci sono anche 4 tasti extra (da M1 a M4) in alto a sinistra: in prima funzione regolano volume, disabilitano o abilitano il microfono o richiamano Armoury. Possono proprio da quest’ultimo essere riprogrammati con funzioni predefinite, macro personalizzate o avvio di programmi decisi dall’utente stesso. Molto comodi!

Il font dei tasti è quello tipico ASUS ROG. I copri tasto sono più larghi del solito (circa il 12%), sono distanti 1,7 mm l’uno dagli altri e vantano una corsa di 1,7 mm.

Permettetemi di spezzare una lancia a favore di ASUS, che è fra le poche a indicare dati completi in relazione alle tastiere che monta sui suoi laptop. Il fatto che siano più larghi fa sì che la distanza fra di loro (1,7 mm come già detto) sia inferiore a quello di altre tastiere. Potrebbe volerci un po’ di pratica, ma sarete ripagati da una corsa soddisfacente e da un rumore ovattato ed elegante in digitazione. In generale mi ha convinto molto di più di tante altre tastiere, e tendo a preferirla anche a quella del MacBook Pro che è decisamente più “caciarona” in digitazione.

Il touchpad è enorme. No, davvero, occupa buona parte della sezione sotto la tastiera. Bello, ma quando sono così grandi c’è il rischio di tocchi involontari durante la digitazione. E invece no. È sensibile e preciso, e difficilmente muoverete il cursore o premerete qualcosa per sbaglio.

Da buon portatile ibrido pensato anche per attività lavorative, si lascia usare con piacere anche senza mouse.



Scheda Tecnica

Ci sono diverse SKU dell’ASUS Zephyrus G16 2024, ma quelle effettivamente disponibili sullo store ufficiale ASUS sono solo 3. Differiscono per GPU, CPU, schermo, RAM, memoria interna e alimentatore. La più economica (GU605MU-QR020W) ha scheda NVIDIA GeForce RTX 4050, Intel Ultra 7 155H, 16 GB di RAM DDR5 e SSD da 512 GB. Si passa poi alla versione intermedia (GU605MV-N4043W) con stesso processore, stessa RAM e SSD, GPU RTX 4060 e display IPS con tempo di risposta maggiore (3 ms). Non saprei bene dirvi perché cambia il display, ma così è. Si passa poi alla SKU overkill, quella protagonista di questa recensione (GU605MY-QR026W). Ecco le sue specifiche:

  • Schermo principale: 16″ OLED 2.5K (2.560 x 1.600 pixel), 240 Hz, 16:10, DCI-P3 100%, Pantone Validated, NVIDIA G-Sync, 0,2 ms tempo di risposta, rapporto di contrasto 1.000.000:1, Delta E<1, Vesa Certified DisplayHDR 500, Dolby Vision, 500 nit di picco
  • CPU: Intel Core Ultra 9 185H, 2.3 GHz (24MB Cache, fino a 5,1 GHz, 16 core, 22 thread), con NPU Intel AI Boost
  • GPU: NVIDIA GeForce RTX 4090, GDDR6 16GB, 1700MHz a 115W
  • RAM: 32 GB (2×16) DDR5-5600
  • Archiviazione: 2 TB SSD M.2 NVMe PCIe 4.0
  • Webcam: 1080p@30fps con sensori infrarosso e LED di stato
  • Porte: 1 x USB-C 3.2 (DP 1.4, PD 3.0), 2 x USB-A 3.2 Gen 2, 1 x slot SD Card, 1 x HDMI 2.1, 1 x Thunderbolt 4 (DP 2.1 e PD 3.0), jack audio combo
  • Connettività: Wi-Fi 6E 802.11ax tripla banda, Bluetooth 5.3
  • Audio: 4 x tweeter + 2 x woofer, Dolby Atmos
  • Batteria: 90 Wh 4 celle con alimentatore da 240 Watt
  • Peso: 1,95 Kg
  • Dimensioni: 354 x 246 x 14,9 ~ 17,4 mm
  • OS: Windows 11 Home

Per il suo portatile di punta ASUS ha scelto i nuovi Intel Core Ultra.

In questo caso specifico troviamo l’Ultra 9 185H. Rispetto a tanti altri modelli di fascia alta con i9-14900HX o simili, qui abbiamo un processore con un po’ meno core e thread, TDP minore, una sopportazione migliore alle alte temperature (che in mobilità non guasta) e prestazioni leggermente inferiori. C’è però una NPU dedicata, che con la diffusione dell’intelligenza artificiale può tornare utile. C’è comunque la GeForce RTX 4090 per i task più complessi grazie anche alle tecnologie Max-Q 5°gen. Ecco, proprio a proposito della scheda video, ASUS anche stavolta ha limitato il suo TDP. Perché anche stavolta? Avevamo già visto qualcosa di simile sullo Zephyrus M16, che aveva la stessa identica GPU limitata a 145W (invece che a 175W). Qui ASUS ha ridotto ulteriormente il TDP, calandolo addirittura a 115W. Cosa implica? Da una parte l’alimentatore è più leggero e compatto.

Dall’altra c’è un calo sensibile delle prestazioni, tanto da renderle allineate (se non inferiori) a quelle di una RTX 4080 con TDP “normale”. Se non altro ha i suoi 16 GB di memoria GDDR6 dedicata.



Schermo

E che gli vuoi dire a uno schermo così? L’unico commento possibile è: bellissimo. Ci troviamo di fronte a un pannello OLED ad alta risoluzione (2.560 x 1.600 Pixel) in 16:10. Fin qui niente di “straordinario”, ma l’effetto wow arriva leggendo anche le altre specifiche: 240 Hz di refresh rate, un tempo di risposta minuscolo (0,2 ms), un rapporto di contrasto altissimo (è un OLED d’altronde), copertura al 100% degli spazi DCI-P3 e sRGB, e da test con colorimetro si avvicina pericolosamente al 100% anche dello spazio AdobeRGB.

I colori sono vividi e l’immagine è sempre ben definita e gradevole. La luminosità di picco non è altissima (500 nit, da test leggermente inferiore), ma, giusto per ripetersi, stiamo pur sempre parlando di un OLED. C’è anche la certificazione Vesa DisplayHDR500.

C’è anche il supporto a NVIDIA G-Sync, che non guasta affatto visti gli Hz e il tempo di risposta del monitor.

Da ROG Armoury ci sono diverse impostazioni su cui mettere le mani. Si può intanto selezionare la gamma colore a scelta fra nativo (colori vividi), sRGB, DCI-P3 e Display P3. Ci sono poi vari preset pensati per il gaming, contenuti multimediali  e simili e anche la possibilità di regolare la temperatura colore. C’è poi un tab dedicato alle impostazioni dell’OLED, con le funzioni OLED Care pensate appunto per proteggere lo schermo e incrementarne la durata. Molto di più di quanto offerto da alcuni concorrenti.



Benchmark

 ASUS Zephyrus M16MSI Vector 16 HX A13V ASUS Zephyrus G16 (2024)
3DMark (Port Royal)130001221010700
3DMark (Speed Way)565049004500
3DMark (Time Spy)182001850015500
PCMark 10108001170010700
GeekBench single-core262028002300
GeekBench multi-core142001670014300
GeekBench GPU (RTX)210000170000158000
Procyon (video)79004170040000* – Vedi asterisco
Procyon (IA Image Gen)/23302000
Cinbench R231920 (single) / 18500 (multi)2130 (single) / 29100 (multi)1820 (single)/ 18500 (multi)
Cinebench 24116/1091 (CPU) – 21850 (GPU)125/1670 (CPU) – 17100 (GPU)105/1100 – 18500 (GPU)
CrystalDisk lettura6900 MB/s5000 MB/s7100 MB/s
CrystalDisk scrittura5200 MB/s3300 MB/s6500 MB/s

 * Procyon ha cambiato la scala dei risultati per i test su Premiere Pro. Al momento il nostro database non vanta ancora un numero sufficiente di risultati. Eccone alcuni ottenuti con le ultime prove: Lenovo Yoga 9 2-in-1 con GPU integrata arriva a 10.400 punti, Framework Laptop 16 con Ryzen 7 7840HS raggiunge 25.900; il valore massimo lo ha raggiunto Acer Predator Helios 18 con 41.700 punti.

È difficile a livello di paragone trovare un portatile fra quelli dotati di schede RTX serie 40 che vada bene a confronto con il G16. Questo perché, come dicevamo poco fa, ASUS ha optato per limitare il TDP della RTX 4090 a 115W, e di conseguenza le prestazioni sono decisamente inferiori a quelle di una RTX 4090 libera di usare più watt. Anche una RTX 4080, come quella che si trova a bordo dell’MSI Vector 16 HX fa decisamente meglio.

Quasi tutti i risultati sono più bassi di quelli ottenuti dai colleghi, non solo a livello di scheda grafica ma anche di processore. L’Ultra è sicuramente più adatto (in teoria) per l’ambito mobile dei portatili, ma a livello di performance restituisce quasi sempre risultati inferiori. Buono il valore ottenuto in PC Mark 10 Extended, che ci conferma che questo G16 è più un portatile a tutto tondo e non solo un dispositivo gaming.

È una cosa che ripeterò anche nelle prossime sezioni di questa recensione: è forse più saggio valutare le altre SKU.

A meno che non vi facciano comodo tutti e 16 i GB di memoria GDDR6 della RTX 4090, usarla a 115W, con prestazioni quindi inferiori a quelle che le apparterebbero, ha senso solo fino a un certo punto, soprattutto considerata la spesa aggiuntiva che comporta l’acquisto di un prodotto dotato della GPU più potente in circolazione, TDP limitato o TDP non limitato che sia.

ASUS, sulla pagina ufficiale del prodotto, pone ovviamente una certa attenzione anche all’intelligenza artificiale. Non c’è il tasto Copilot, ma troviamo a bordo un processore con NPU dedicata e una scheda NVIDIA di ultima generazione. Procyon, il benchmark che usiamo per testare le performance su foto e video editing, ha aggiunto anche dei test pensati proprio per mettere alla prova le capacità IA dei computer. Ecco i valori ottenuti nel benchmark AI Image Generation Benchmark – Stable Diffusion 1.5 (FP16). Il test in questione offre un valore di riferimento finale e a valori temporali relativi alla velocità di generazione delle immagini:

  • ASUS ROG Zephyrus G16 – Risultato generale: 2000 – Tempo complessivo: 50,598 s – Velocità di generazione dell’immagine: 3,162 s/immagine
  • MSI Vector 16 HX – Risultato generale: 2330 – Tempo complessivo: 42,870 s – Velocità di generazione dell’immagine: 2,679 s/immagine
  • Acer Predator Helios 18 – Risultato generale: 2600 – Tempo complessivo: 38,937 s – Velocità di generazione dell’immagine: 2,434 s/immagine

Sempre per via della limitazione di potenza, la GPU non si esprime al massimo, ottenendo risultati inferiori a quelli della RTX 4080 dell’MSI.

Certo, in generale tutti i risultati ottenuti, sono superiori a quelli di tantissimi laptop in vendita, ma quando si spendono cifre del genere è bene tenere di conto di quanto detto finora.



Consumi e temperature

Vediamo quindi consumi e temperature. Molto bene i primi, decisamente meno bene i secondi. Quanto consuma la GPU a regime lo abbiamo già ripetuto più volte: 115W. Spingendo la RTX 4090 a massimo regime con il test FurMark si raggiunge il limite massimo esatto grazie anche al Dynamic Boost che alloca 20W aggiuntivi in caso di bisogno (di fatto sarebbe infatti 95W+20W). Con il test Prime95, che sforza invece al massimo la CPU, si può notare come l’Intel Core Ultra 9 185H riesce a spingersi a un massimo di ben 105W, per poi assestarsi sui 65W sulla lunga distanza. Ben diversi i valori della CPU nel caso il computer debba usarli entrambi a regime. Con Prime95 e FurMark in esecuzione 115W vanno alla RTX 4090, mentre il Core Ultra 9 si accontenta di circa 28W.

Con un alimentatore da 230W totali non potevamo aspettarci valori molti diversi.

Passando alle temperature, ASUS ha dotato il suo Zephyrus di soluzioni di dissipazione di alto livello. Ci sono un dissipatore a doppio scarico, una camera di vapore, ventole Arc Flow di seconda generazione dotate di 84 pale primarie e 42 secondarie all’interno, prese d’aria sul bordo posteriore (vicino alla cerniera) e sul retro, e il metallo liquido Thermal Grizzly sulla CPU al posto della classica pasta termica. Tutto molto bello, ma all’atto pratico in cosa si traduce?

A pieno regime (Prime95 + FurMark per almeno 20 minuti) l’Intel Core Ultra 9 tocca i 100° (registrando anche thermal throttling), stabilizzandosi poi su ben 93/94°. La GeForce RTX 4090 raggiunge 80° di picco, mantenendosi intorno ai 79° per tutto il resto dell’esecuzione degli stress test. Sono temperature belle alte soprattutto per la GPU, sicuramente eccezionali (visto che non sempre si stresseranno così entrambi i componenti), ma comunque raggiungibili.

Ci sono delle considerazioni da fare. Tanta potenza (seppur con TDP limitato) racchiusa in un corpo così sottile e leggero porta inevitabilmente a delle conseguenze. E queste conseguenze sono da ricercarsi nelle temperature. Il sistema di dissipazione fa il possibile, e il bello è che le ventole, a pieno regime, sono meno rumorose e fastidiose della media dei portatili gaming. Il problema è che vanno a riflettersi sulla scocca in lega di alluminio, che in certi punti diventa rovente. La striscia vicino al monitor, quella per intendersi che ospita i tasti macro e il tasto di accensione, supera i 54°. Quando dicevo rovente intendevo davvero rovente. Sui tasti WASD si raggiungono 32°, ma muovendosi verso destra si raggiungono 45° sul tasto Invio. Il polso destro, quando il PC è a regime, poggerà su una superficie a 34°, quello sinistro a 32°. Il touchpad invece si mantiene sui 30°. Tutti questi test comunque sono fatti spremendo al massimo lo Zephyrus, impostando quindi la modalità d’uso Massime Prestazioni da Windows 11 e Turbo da ARMOURY.

Contate però che la modalità Turbo spreme anche al massimo le ventole.

Ora, è anche vero che se qualcuno volesse spingere al massimo una macchina del genere, non lo fa in treno, in biblioteca o in altri posti dove lo si userebbe come un classico laptop. Certo, all’occorrenza ci potete montare un video su Premiere Pro, ma durante l’esportazione lo lasciate in un angolo tranquillo evitando di toccare la scocca viste le sue temperature. E nulla vieta di usarlo nelle discipline STEM, anche quelle più impegnative. L’obiettivo di ASUS era quello di sfornare un macchina poliedrica che permettesse lavori più pesanti anche in mobilità. Ma per task più impegnativi me lo immagino collegato a un monitor, con mouse, tastiera e magari una qualche soluzione per tenerlo più sollevato da terra in modo da favorire ancor di più l’airflow.



Esperienza d’uso e Gaming

ASUS Zephyrus G16 è una macchina per certi versi ambigua.

Ha uno schermo stupendo e alcune finezze che non si trovano nemmeno negli ultrabook professionali: tastiera e touchpad piacevoli da usare e studiati a tavolino; webcam 1080p e sblocco con Windows Hello; SSD più veloce della media (nonostante sia “fermo” al PCIe 4) accompagnata tantissima RAM e veloce per di più; materiali stupendi e linee ricercate. E ancora non abbiamo affrontato altri temi cardine. Il portatile in questione ha la bellezza di 6 speaker, 4 tweeter ai lati della tastiera e 2 woofer sottostanti. Credetemi quando vi dico che ha uno dei migliori audio del settore, pari (e per certi versi pure superiore) a quello dei MacBook Pro.

Poca cosa? Insomma: con uno schermo OLED del genere e speaker decenti persino fruire dei contenuti multimediali è una vera goduria. Come già detto poi, anche le ventole sono leggermente più silenziose della media, e usarlo anche a pieno regime è decisamente più piacevole del solito.

L’array di microfoni, in combinazione con ARMOURY e le opzioni presenti, permette di ottenere anche un buon audio in ingresso, cosa che non tutti offrono. Ci si lavora splendidamente, anche grazie a tutte le cose elencate finora, e per lavori classici di ufficio, scrittura, software leggeri e browser è praticamente impeccabile.

A livello software, tralasciando tutte le cose preinstallate di Windows 11, ASUS ha inserito solo i suoi software proprietari e poco altro, e sinceramente durante il suo uso non sono stato disturbato da pop-up invasivi o applicativi suggeriti come invece succede altrove.

A tal proposito, come avrete oramai capito il centro nevralgico del software ROG è ARMOURY. La home dell’app vi accoglie con il classico monitor risorse e con alcune scorciatoie utili. Fra queste c’è anche quelle per regolare il comportamento del computer. Viene da pensare che si faccia riferimento alle ventole, ma in realtà le modalità Silenziosa, Prestazioni, Turbo, Manuale e Windows regolano anche il comportamento di CPU e GPU.

Molto utile il tasto Windows, che fa sì che le opzioni che contano siano quelle di sistema. Si passa poi al pannello di gestione delle funzionalità dello Zephyrus. In Risparmio energia GPU si gestisce la scelta di quale GPU usare, se quella discreta o quella integrata. Potete decidere di escludere del tutto quella integrata nel processore in modo da massimizzare le performance. A tal proposito, a bordo c’è il MUX Switch che instrada i fotogrammi elaborati dalla scheda video NVIDIA direttamente allo schermo bypassando del tutto la grafica integrata, migliorando ulteriormente le performance. Tornano a noi, tanti altri parametri regolabili li abbiamo visti via via nel corso della recensione: la resa dei microfoni, OLED Care e le altre opzioni per il monitor, Slash Lighting e così via. Per quanto ARMOURY sia leggermente più pesante di altri software, nel tempo si è fatto sempre più completo e curato.

Il prezzo però è alto, e vedere una GeForce RTX 4090 così depotenziata fa quasi male al cuore, soprattutto a livello di prestazioni e di temperature. Sforzando di più l’hardware a disposizione, la lega di alluminio che compone il corpo dello Zephyrus tende a scaldare, soprattutto nei periodi estivi che, a livello di calore, non perdonano e soprattutto non aiutano. Di conseguenza, finché ci dovete lavorare in modo “leggero” probabilmente non vi accorgerete di molto, ma dal momento che andrete a sforzarlo di più con montaggio video, editing di foto, discipline STEM e simili, potreste avere appunto avere a che fare con temperature maggiori.

Lato gaming, nonostante il limite al TDP della RTX 4090, lo Zephyrus G16 se la cava discretamente. C’è anche da considerare il fatto che tutti i test che ho fatto sono stati eseguiti in QHD+, la risoluzione massima del display. Inutile girarci intorno: con i giochi più pesanti non sfrutterete al massimo i 240 Hz offerti dallo schermo con supporto a G-Sync.

Con alcuni titoli online invece potreste avvicinarvi pericolosamente ai 240 fps (vedi Overwatch 2), spremendo al massimo le capacità del portatile. Da non sottovalutare poi tutte le funzioni aggiuntive messe a disposizione dall GPU di NVIDIA. I titoli scelti hanno a disposizione tecnologie quali il Frame Generation, da sfruttare solo con le RTX serie 40, il Ray Reconstruction e ovviamente la Super Resolution (DLSS 2). Su Alan Wake 2 e A Plague Tale: Requiem il portatile ha vacillato un po’ di più, ma sono titoli che risultano pesanti (e non troppo ottimizzati) anche nell’ambito dei PC fissi con schede video dedicate decisamente più potenti.

  • Cyberpunk 2077:
    • QHD+, dettagli al massimo, Path Tracing (Full Ray Tracing), Frame Generation ON, Ray Reconstruction ON, DLSS Qualità – 52 fps di media
    • QHD+, dettagli al massimo, Path Tracing (Full Ray Tracing), Frame Generation ON, DLSS OFF – 29 fps di media
    • QHD+, dettagli al massimo, Ray Tracing Ultra, Frame Generation ON, DLSS Auto – 86 fps di media
    • QHD+, dettagli al massimo, Ray Tracing Ultra, Frame Generation – 46 fps
  • Overwatch 2: 201 fps di media in QHD+ con dettagli massimi (misurati con FrameView), 1% low 116 fps
  • F1 24:
    • QHD+, dettagli al massimo, DLSS OFF, Frame Generation ON – 118 fps di media
    • QHD+, dettagli al massimo, DLSS Qualità, Frame Generation ON – 91 fps di media
  • A Plague Tale: Requiem:
    • QHD+, dettagli al massimo, DLSS OFF, Frame Generation ON (misurati con FrameView): 61 fps, 1% low 24 fps
    • QHD+, dettagli al massimo, DLSS Qualità, Frame Generation ON (misurati con FrameView): 81 fps, 1% low 23 fps
  • Alan Wake 2 – DLC
    • QHD+, dettagli al massimo, DLSS Qualità, Frame Generation ON, Ray Reconstruction ON (misurati con FrameView): 51 fps, 1% low 24 fps
    • QHD+, dettagli al massimo, DLSS OFF, Frame Generation ON (misurati con FrameView): 35 fps, 1% low 19 fps

E vista la presenza a bordo della scheda video NVIDIA, è bene ricordare che si ha accesso anche a tutte le tecnologie Max-Q di 5° generazione.

Ci sono gli OPS (Optimal Playable Settings) da GeForce Experience, DLSS 3 e 3.5, accelerazione GPU per vari software delle discipline STEM, i driver NVIDIA Studio e così via. Questi ultimi non sono assolutamente da sottovalutare. Giusto per ribadirlo: lo Zephyrus nasce sicuramente come prodotto ROG, ma viste le linee eleganti e i tanti comfort, è quasi meglio valutarlo per un ambito ibrido che puramente gaming. E a ribadirlo c’è anche un adesivo in bella vista con scritto GeForce RTX Studio!



Autonomia

La batteria è da 90 Wh, un classico per questo genere di portatili. Anzi, a dirla tutta c’è da chiedersi come abbia fatto ASUS a inserirci una batteria così capiente in un corpo così compatto. Siamo però alle solite: hardware potente si traduce in prestazioni di autonomia molto contenute. Fa un po’ meglio di altri portatili gaming, ma non abbastanza.

  • Idle (massimo risparmio energetico, minima luminosità, 60 Hz): 4 ore e 30 minuti circa
  • Gaming (massime prestazioni, massima luminosità, 1441 Hz): 1 ora circa
  • Modern Office (scrittura, navigazione e video conferenza separati da brevi periodi di riposo – luminosità a 25, modalità auto, 60 Hz): 3 ore e 15 minuti circa

Ci volete lavorare senza batteria? Riducendo il refresh rate, escludendo la GPU e tenendo a bada luminosità dello schermo e dei tasti potreste arrivare a 3 ore.



Prezzo

Il prezzo della variante protagonista di questa recensione è quasi fuori scala. Al momento si trova sullo store ufficiale ASUS a 4.099€. Dico quasi perché l’M16 recensito lo scorso ottobre costava 4.499€, il Beast X40 con RTX 4090 costava 4.699€ e un Razer Blade 16 a parità di specifiche parte da 4.000$ (senza tasse). Sono costi da svenimento, ma in linea con il mercato.

Qui però apro una parentesi che aprirò anche nelle considerazioni finali: optate per le varianti meno potenti. Se la RTX 4090 deve fare i conti con un TDP molto più basso del solito, con diretta conseguenza sulle performance, tanto vale spendere 2.000€ meno e accaparrarsi per esempio il modello dotato di RTX 4060. Avrete dalla vostra un ottimo portatile, con il solito schermo ROG Nebula OLED a 240 Hz, tastiera e touchpad ottimi, audio bomba, NPU dedicata, sistema di raffreddamento avanzato e tanta eleganza, senza per forza spendere una follia.

O investire qualche centinaio di euro in più e prendere la variante con RTX 4070. Sono pochi i professionisti che hanno bisogno di tutta la memoria video messa a disposizione dalla 4090 e di quello scalino in più sulle performance che potrebbe offrire.

Il sample per questa recensione è stato fornito da ASUS, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.

Su alcuni dei link inseriti in questa pagina SmartWorld ha un’affiliazione ed ottiene una percentuale dei ricavi, tale affiliazione non fa variare il prezzo del prodotto acquistato. Tutti i prodotti descritti potrebbero subire variazioni di prezzo e disponibilità nel corso del tempo, dunque vi consigliamo sempre di verificare questi parametri prima dell’acquisto.

Giudizio Finale

ASUS ROG Zephyrus G16 2024

Come ho già detto, lo Zephyrus G16 è un portatile ambiguo, almeno nella versione che ho avuto modo di testare. Il modo in cui si presenta è impeccabile: dimensioni compatte, materiali pregiati, schermo sbalorditivo, audio bomba e tanti altri piccoli e grandi dettagli che lo proiettano nell’olimpo dei dispositivi mobili. L’hardware potente di cui è dotato però in un corpo così compatto ha qualche difficoltà a gestire il calore, e limitare così la potenza a disposizione della RTX 4090 di NVIDIA fa sì che le performance (in tutti gli ambiti, non solo gaming) siano di fatto inferiori a quelle di dispositivi che costano 2.000€ meno. E a questo punto può valere la pena considerare i modelli intermedi. Avranno meno memoria (RAM e interna) e una GPU sulla carta inferiore, ma sono dispositivi comunque poliedrici e quasi più sensati. Non vuole essere un MacBook, ASUS non azzarda nemmeno il paragone, eppure si avvicina molto all’idea di come dovrebbe essere un MacBook con Windows. Peccato che l’hardware di tipo diverso influenzi negativamente l’autonomia.

Sommario

Unboxing ROG Zephyrus G16 5

Qualità Costruttiva 10

Tastiera e touchpad 8.5

Scheda Tecnica 9

Schermo 10

Benchmark 8

Consumi e temperature 7

Esperienza d’uso e Gaming 8.5

Autonomia 5.5

Prezzo 6

Voto finale

ASUS ROG Zephyrus G16 2024

Pro

  • Materiali pregiati, dispositivo elegante
  • Schermo al top in tutto e per tutto
  • Notevole attenzione al dettaglio
  • Hardware ai massimi (o quasi) livelli
  • Pronto per la IA

Contro

  • TDP limitato per la GPU ne limita le performance
  • Temperature alte
  • Autonomia sottotono
  • Prezzo altissimi per la variante top

Lorenzo Delli

Lorenzo Delli
Cresciuto a “computer & biberon”, mi sono avvicinato al mondo dell’informatica e della tecnologia alla tenera età di 5 anni. Mi occupo di news e recensioni legate ai PC (desktop e laptop) e al gaming, ma non disdegno elettrodomestici smart quali scope elettriche e friggitrici ad aria, preferibilmente con Bluetooth e Wi-Fi. Se trovate un meme sui canali social di SmartWorld è probabilmente colpa mia.


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