Emilia Romagna

previsti 150 interventi nel primo anno


Dal 10 giugno è iniziata l’attività di chirurgia robotica all’Ospedale di Ravenna. “In questo modo – sottolinea Ausl Romagna – si completa la rete romagnola della piattaforma robotica, già operativa negli ospedali di Forlì, Cesena e Rimini. “Questo traguardo rappresenta un passo fondamentale per la sanità pubblica del territorio, che ora può contare su un’offerta chirurgica robot-assistita capillare, equamente distribuita e ad alto contenuto tecnologico”.

“Nel primo anno sono previsti 150 interventi nelle specialità di chirurgia generale e urologia, le due discipline in cui le evidenze scientifiche hanno dimostrato i maggiori benefici clinici derivanti da questa tecnologia – continua -. Per l’utilizzo del robot chirurgico, inoltre, è stata creata un’equipe multidisciplinare e multiprofessionale composta da 24 tra chirurghi, anestesisti e infermieri, formati specificamente per garantire il massimo livello di sicurezza, efficienza e qualità nelle procedure”.

“Il sistema robotico – prosegue l’azienda sociosanitaria – consente ai chirurghi di eseguire operazioni con maggiore precisione, riducendo il trauma sui tessuti e migliorando la visibilità dell’area chirurgica con estrema precisione e visione tridimensionale. L’approccio robotico offre vantaggi significativi per i pazienti dalla minore perdita di sangue, al basso rischio di complicanze e miglior qualità della vita post-operatoria, dai minori tempi di recupure alla ridotta degenza ospedaliera. Numerosi studi hanno confermato infatti l’efficacia della chirurgia robotica. Une revisione sistematica ha evidenziato che la prostatectomia robot-assistita, per esempio, è associata a minori perdite ematiche e a una degenza ospedaliera più breve”.

L’introduzione della piattaforma robotica è stata resa possibile grazie a un investimento di circa un milione di euro, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio Ravenna, dalla Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna, da AIL Ravenna e da Confindustria Romagna. “Un esempio virtuoso di sinergia tra istituzioni pubbliche e realtà del territorio, unite nel promuovere l’innovazione tecnologica al servizio della sanità pubblica”, ha sottolineato l’Ausl. 


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