Papa Francesco, la causa della morte e il rito della constatazione del decesso
Dalle 7.35 della mattina del 21 aprile il mondo guarda al Vaticano dove Papa Francesco è deceduto. Tantissimi i fedeli accorsi in Piazza San Pietro, mentre l’Argentina, paese natale del Pontefice, ha proclamato sette giorni di lutto nazionale per onorare la memoria di Jorge Mario Bergoglio, primo sudamericano nella storia ad arrivare alla più alta carica ecclesiastica.
Il sospetto che a causare il decesso del pontefice sia stato un ictus è stato confermato ufficialmente in serata con il certificato di morte pubblicato dalla Cancelleria Apostolica.
«Certifico che Sua Santità Francesco è deceduto alle ore 7.35 del giorno 21/04/2025 nel suo appartamento presso la Domus Santa Marta per: ictus cerebri, coma, collasso cardiocircolatorio irreversibile in soggetto affetto da pregresso episodio di insufficienza respiratoria acuta in polmonite bilaterale multimicrobica; bronchiectasie multiple; ipertensione arteriosa; diabete tipo II», – si legge nella denuncia di morte firmata dal Direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano, Prof. Andrea Arcangeli – «L’accertamento della morte è stato effettuato attraverso registrazione elettrocardiotanatografica. Dichiaro che le cause della morte, secondo la mia scienza e coscienza, sono quelle su indicate».
Il decesso è avvenuto improvvisamente, ma non sarebbe direttamente collegato alle patologie respiratorie da cui il Pontefice era affetto da tempo e che avevano portato al suo ricovero al Gemelli nel febbraio scorso. «Il Papa si è spento serenamente», dicono i medici del Gemelli che lo hanno seguito curandolo dalla polmonite bilaterale che lo aveva afflitto (soffriva anche di bronchiectasie e bronchite asmatiforme).
Mentre le bandiere sono esposte a mezz’asta in tutto il Paese, sono previste cerimonie e momenti di raccoglimento in numerose città argentine. A poche ore dalla scomparsa di Francesco, alle 20, si è tenuto uno dei momenti più solenni e carichi di significato della tradizione vaticana: il rito della constatazione della morte del Papa, presieduto dal cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo vaticano, secondo quanto stabilito dall’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, il protocollo che regola le esequie del Pontefice e che proprio Papa Francesco aveva provveduto ad aggiornare.
Il nuovo Ordo è, infatti, stato pensato per essere più aderente al Vangelo e allo spirito del Concilio Vaticano II. Papa Francesco ha richiesto esplicitamente: la semplificazione dei titoli pontifici, preferendo espressioni come Vescovo di Roma o Servo dei Servi di Dio; l’eliminazione di alcuni elementi simbolici ritenuti superflui, come il pastorale o il triregno sulla bara; la maggiore centralità della Parola di Dio e della speranza nella Resurrezione, piuttosto che di riti sontuosi o protocolli di Stato. Tutto per dare al funerale un tono di più nobile semplicità.
Il rito ha avuto luogo presso la Cappella di Casa Santa Marta, dove erano attesi, oltre al Camerlengo, il decano del Collegio Cardinalizio, cardinale Giovanni Battista Re, i familiari di Papa Francesco, nonché il Direttore e il Vice Direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano. Lo ha reso noto l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Pontefice.
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