Marche

«Matteo, dicci subito di sì». Ma lui potrebbe sciogliere la riserva il 21 marzo


ANCONA Adesso lo sa anche Ricci. Dopo mesi di “se” e di “ma”, il Partito Democratico ha calato la maschera. «La segreteria regionale – si legge in una nota diffusa ieri sera – ha accolto la proposta della segretaria Chantal Bomprezzi di chiedere la disponibilità di Matteo Ricci come candidato presidente per il Partito Democratico nelle prossime elezioni regionali».

La suspense

Ma questo è solo il primo passo. «La segretaria Bomprezzi ha lanciato un appello affinché Matteo Ricci possa valutare positivamente questa proposta» continua il comunicato. In realtà, da mesi il nome di Ricci circola negli ambienti democrat e lo stesso europarlamentare ha lasciato intuire più volte di attendere solo una mano tesa dai vertici regionali del partito. È la stessa compagine a definirlo «il candidato più credibile e forte». La riserva, insomma, sa più di un colpo di teatro. Uno stratagemma per sostenere il leitmotiv della prossima campagna elettorale del Pd. «È giunto il momento di far fiorire una vera e propria primavera marchigiana» chiude il suo appello Bomprezzi. E i più informati dicono che Ricci potrebbe sciogliere la sua riserva retorica proprio il 21 marzo, in occasione dell’arrivo della primavera. Un bel colpo di teatro.

L’indiscrezione

Leggendo il comunicato del Pd, comunque, risalta anche un altro passaggio. «L’eventuale disponibilità di Ricci dovrà confrontarsi con altre eventuali proposte che potranno emergere dalle forze politiche di un nuovo centro-sinistra» scrivono i dem. Sotto traccia, però, i colloqui tra il primo partito del centrosinistra e le altre forze politiche che si contrappongono alla destra di Acquaroli si sono intensificati. Secondo indiscrezioni, per ora il Pd può contare sul sostegno a Matteo Ricci da parte del Movimento 5 Stelle, di Italia Viva e di Alleanza Verdi Sinistra. Dal gregge resta fuori soltanto Azione, la creatura di Carlo Calenda, che non ha ancora sciolto la riserva. «Il nostro obiettivo è costruire un progetto di cambiamento ampio e plurale, in cui trovino spazio tutte le forze di sinistra» aggiunge Bomprezzi.

Che citi anche «progressisti, riformisti, moderati e civici» come invitati al banchetto dà già un’idea del tessuto che sta tentando di rammendare in vista delle prossime elezioni regionali. Infine si congeda: «Auspichiamo che Ricci possa presto darci la sua disponibilità». Che tutti danno ormai per scontata.

Almeno fino a ieri, l’unico a non sapere della candidatura di Ricci era l’ex sindaco stesso. Sulla stampa, infatti, l’eurodeputato si è sempre guardato bene dal mettersi al petto la spilla del candidato troppo presto, in ossequio al principio che una maratona elettorale finisce solo per sfiancare chi vota. Perciò l’ex sindaco di Pesaro ha atteso che fosse il partito a fare la prima mossa. Nel mentre, comunque, Ricci la sua campagna elettorale l’ha già cominciata da freelance. Non si spiega altrimenti la trovata del “Marchigiano alla porta”, il tour delle sale da pranzo della regione per consumare un pasto col suo elettorato e disquisire dei problemi della regione.

Il profilo

La sua presenza sui media è stata lodata anche dal senatore leghista Armando Siri, che nei giorni scorsi l’aveva paragonata a quella di uno «sconosciuto» Acquaroli. Intanto, in alcune città marchigiane sono già comparsi dei manifesti con la faccia di Matteo Ricci e l’invito a seguire il suo percorso a Bruxelles. Un diversivo, l’unico modo per far abituare l’elettorato al volto di punta del centrosinistra senza però scoprire sin da subito anche le ultime carte. E chissà che non ci sia pure qualche asso nella manica.




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