Led, pannelli solari e caldaie, Vaticano più green
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Card. Gambetti: ‘San Pietro a impatto zero per la fine del 2026’
(di Manuela Tulli)
(ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 16 GIU – Dalle navate della
basilica di San Pietro illuminate con i led all’energia prodotta
da pannelli solari capaci di confondersi con gli storici tetti
degli edifici vaticani. Ma anche sostituzione di vecchie e
inquinanti caldaie, areazione naturale della basilica, e
un’attenzione allo smaltimento dei rifiuti che potrebbe vedere,
per esempio, un riutilizzo delle cuffiette usate per i tour dei
pellegrini.
Sono alcuni dei tasselli del progetto del Vaticano che ha
come obiettivo ‘impatto zero’ entro la fine del 2026. In scia ai
documenti di Papa Francesco (Laudato sì, Laudate Deum, Fratelli
Tutti), che ha avuto sempre una attenzione speciale
all’ambiente, la Fabbrica di San Pietro ha presentato le misure
che saranno prese nei prossimi mesi per rendere il Vaticano tra
gli Stati più ‘green’ del mondo.
Un impegno, quello contro la crisi ambientale, che vede in
prima linea anche Papa Prevost. Incontrando i vescovi del
Mozambico, Leone XIV li ha esortati a prendersi cura “della
nostra casa comune”. “La cura della nostra casa è parte
integrante – ha sottolineato – della vostra missione profetica.
Prendetevi cura del creato che geme e insegnate ai vostri fedeli
l’arte di proteggerlo con giustizia e pace”.
La rivoluzione vaticana ha visto il coinvolgimento dei
maggiori istituti di ricerca, come Enea, Politecnico di Milano,
Università di Bari Aldo Moro. “Il progetto di sostenibilità
relativo al complesso monumentale della Basilica di San Pietro
mira a renderla una ‘casa’ a impatto zero”, ha detto il
cardinale Mauro Gambetti, presidente della Fabbrica di San
Pietro. “Lo Stato della Città del Vaticano è impegnato da molti
anni a promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso politiche
ecologiche per salvaguardare l’ambiente e fornire strategie di
risparmio energetico”, ha aggiunto il cardinale-ingegnere. “Il
Comitato Scientifico di Progetto, che ha validato metodologie e
progettualità in campo energetico ed ambientale, monitora,
rendiconta e certifica i risultati delle azioni, contribuendo
poi, con strumenti informativi e formativi coerenti con l’Agenda
2030 delle Nazioni Unite, anche al dialogo interreligioso”, ha
spiegato il coordinatore del progetto, Walter Ganapini.
In questi anni è stata messa sotto osservazione anche l’aria
che si respira in basilica. I risultati fino ad oggi raccolti
mostrano che, sebbene sia un luogo molto frequentato, con una
media giornaliera stimata pari a 45mila persone, “dispone di un
efficace meccanismo di dispersione degli inquinanti, anche
durante le ore di maggiore presenza dei fedeli, in virtù delle
grandi volumetrie e dell’ottima ventilazione naturale”, hanno
riferito gli esperti che sdoganano anche l’utilizzo
dell’incenso, considerato che “non determina un contributo
significativo all’aumento alle concentrazioni di Co2”.
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