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Le Clotre :: Le Recensioni di OndaRock

Il trio proveniente dal Québec prosegue il suo peculiare percorso concettuale di natura mistico-religiosa. Era già accaduto, con modalità differenti, per i recenti “Le Pressoir Mystique” (2021) e “Destin Messianique” (2022), due album indissolubilmente legati alla storia del cristianesimo (il leader della band Jean-Lou David lavora nell’ambito, nelle vesti di ricercatore).

I sei brani contenuti in “La Cloître” (il chiostro) prendono ispirazione da altrettante agiografie legate alla vita di alcune sante, esplorando la loro relazione con Dio attraverso il dolore e il martirio. Si tratta di un immaginario molto forte e suggestivo, capace di riportare in mente svariate pellicole conventuali realizzate in passato (da “Madre Giovanna degli Angeli” a “Flavia, La Monaca Musulmana”, senza dimenticare il capolavoro di Ken Russell, “I Diavoli”).
Il tormentato black metal proposto nel disco è la colonna sonora ideale per trasmettere tali sensazioni: se lo sporco riff iniziale di “Marthe Robin” (una devota francese che trascorse gran parte della sua esistenza in penombra, semiparalizzata) sprigiona una sofferenza lancinante, è con la conclusiva “Sainte Marguerite De Cortone” che il trio offre il meglio in tal senso, regalandoci otto minuti da pelle d’oca. Una preghiera straziante che lascia i segni sul corpo e nell’anima.
La musica dei Givre funziona ancora meglio quando la band predilige le atmosfere evocative alla ruvida velocità, come accade nel magnifico epilogo di “Sainte Thérèse D’Avila”, uno dei passaggi più neri e malsani dell’intero lavoro. Al contrario, con “Sainte Hildegarde De Bingen”, una luce divina sembra penetrare tra le bianche mura del chiostro: stavolta i Givre virano sul post-black, diversificando la loro proposta attraverso un crescendo elettrico dal sinistro sapore angelico.

Nonostante conoscessimo da tempo l’importanza della scena estrema del Québec, c’è da dire che questo disco (e in generale lo stile del trio in esame) fa storia a sé, anche perché “La Cloître” si può considerare uno dei migliori album black metal nordamericani degli ultimi anni. Un’esperienza mistica, a tratti destabilizzante.

02/04/2024




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