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La proprietà miliardaria, Wise, Fabregas e i gol di Cutrone: così il Como sogna il ritorno in A dopo 21 anni

Il secondo posto solitario riconquistato dopo un mese e mezzo torna a far sognare il Como. La serie A, se il campionato fosse finito ieri, sarebbe una certezza ma ci sono ancora 7 durissime giornate da affrontare per tenersi alle spalle le agguerrite Venezia e Cremonese e tagliare un traguardo atteso da 21 anni. La sensazione però è che anche se l’obiettivo dovesse sfumare sarà solo questione di tempo.

Gli Hartono, una proprietà miliardaria

Da quando, esattamente 5 anni fa (era il 4 aprile 2019, ndr), la società è stata acquisita dalla SENT Entertainment, azienda inglese di proprietà del gruppo Djarum, terzo produttore mondiale di sigarette ai chiodi di garofano, ha fatto continui e costanti passi in avanti. Dalla D alla B in due stagioni fino a lottare, quest’anno, per la promozione in A. I proprietari, i fratelli indonesiani Robert Budi e Michael Hartono sono tra gli uomini più ricchi al mondo, al 61° e al 65° posto della classifica che ogni anno stila Forbes. Hanno scalato 4 posizioni proprio grazie alla crescita della Djarum, che è divenuto un grande conglomerato che comprende anche la Banca Centrale d’Asia, l’elettronica, le piantagioni e diverse altre proprietà che operano in vari settori: alimentare, media, turismo.

La scelta di puntare sull’esperienza di Dennis Wise

Gli Hartono hanno affidato le chiavi del Como non a un uomo qualunque ma a una vera e propria leggenda del calcio inglese: Dennis Wise, ex compagno di Vialli, bandiera prima del Wimbledon, con cui vinse una storica Coppa d’Inghilterra nel 1988, e poi del Chelsea con cui ha collezionato ben 446 partite in 11 anni (dal 1990 al 2001) alzando al cielo 6 trofei (tra cui la Coppa delle Coppe del 1998).

Il selfie di Cesc Fabregas con i tifosi del Como

Il selfie di Cesc Fabregas con i tifosi del Como

 (fotogramma)

Le chiavi in mano a Fabregas: da giocatore ad allenatore

Wise, assunto prima come consulente tecnico e nominato poi ad dal 2021, ha avuto l’intuizione e l’abilità di portare a Como un’altra leggenda, Cesc Fabregas che a fine carriera, dopo aver vinto tutto con la Spagna (Mondiali e Europei) ed essersi tolto grandi soddisfazioni con le maglie di Barcellona, Arsenal e Chelsea (ben 12 trofei), ha creduto per primo nel progetto Como. Appesi gli scarpini al chiodo lo scorso luglio, ha iniziato ad allenare la Primavera e poi, dopo l’esonero di Moreno Longo a novembre, ha accettato di sedersi sulla panchina della prima squadra. Non avendo ancora acquisito il patentino per guidare i professionisti è stato affiancato da 26 dicembre dal 58enne Osian Roberts ex vice allenatore del Galles e assistente di Vieira al Crystal Palace. Insieme i due hanno pian piano riportato la squadra dove voleva la proprietà: dal 7° al 2° posto passando da -6 a +1 sul Venezia.

Fabregas e Wise

Fabregas e Wise 

Una crescita maturata con il cambio di filosofia di gioco

Una risalita maturata attraverso un cambio di modulo (dalla difesa a 3 a quella a 4) ma soprattutto una nuova filosofia di gioco, più offensiva, in linea con la volontà degli Hartono. Ne hanno beneficiato in particolare Gabrielloni (da 0 a 7 gol), Da Cunha (5 reti e 5 assist) e Verdi (5 gol) oltre a Cutrone che ha continuato a segnare aggiungendo 6 centri ai 5 già realizzati sotto la gestione Longo. Ma preziosi sono stati anche gli arrivi a gennaio di Goldaniga, che ha dato maggiore sicurezza alla difesa, e di Strefezza, uomo che ha garantito una marcia in più sulla fascia destra.

Wise: “La A ci aprirebbe le porte dei grandi club”

Wise si frega le mani e guarda avanti con ottimismo: “Anno dopo anno la società è cresciuta sotto ogni aspetto. Dalle strutture ai vari settori: ora possiamo contare anche sulle giovanili e su una buona squadra femminile. Arrivare in Serie A vorrebbe dire molto. Basti pensare alla visibilità e alla possibilità di avere in prestito giocatori anche dalle big…”. Como, insomma, sogna a occhi aperti. Con la consapevolezza, però, che il sogno ha fattezze sempre più reali.


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