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Le 6 frasi da non dire se a tavola con te c’è una persona con Disturbi del Comportamento Alimentare

Pasqua per molti sarà un momento di festa, convivialità e risate. Per alcuni, però, il pranzo pasquale potrebbe trasformarsi in una sfida emotiva tutt’altro che semplice. Per chi convive con un disturbo del comportamento alimentare (DCA), una tavola imbandita può diventare un terreno minato, in cui ogni parola pesa quanto un’intera portata. La pressione sociale, le domande invadenti dei parenti (magari anche poste in buona fede), gli sguardi curiosi e i commenti sul cibo o sul corpo possono generare un disagio profondo e compromettere il fragile equilibrio di una persona che sta lottando con un disturbo alimentare.

Disturbi del comportamento alimentare: come creare un ambiente sereno a tavola

Proprio per questo Lilac Centro DCA, la prima digital health tech startup in Italia dedicata a un nuovo approccio ai disturbi alimentari, ha elaborato un piccolo vademecum. Una guida essenziale pensata per genitori, parenti e amici che desiderano creare un ambiente sereno e sicuro durante le festività, evitando frasi o atteggiamenti che possano ferire, anche involontariamente. «Ritrovarsi in un contesto in cui il cibo è centrale come il pranzo pasquale potrebbe generare un senso di pressione o far emergere emozioni complesse», spiega Giuseppe Magistrale, co-founder e CEO di Lilac Centro DCA. «Come ci testimoniano i nostri pazienti, le feste sono una maratona nascosta. Sorridi, rispondi e calcoli. Ogni piatto che arriva è vissuto come un ostacolo. Ogni occhiata pesa. E mentre tutti sembrano rilassati, chi soffre di DCA fa conti: quanto ho mangiato? Quanto fingo? Anche solo la scusa per “dare una mano” serve per alzarsi da tavola e respirare un attimo».

Secondo Filippo Perotto, co-founder di Lilac Centro DCA, «ci sono ancora troppi pregiudizi e davvero poca cultura sui problemi del comportamento alimentare. La riprova, come si vede dalla nostra indagine, è in semplice numero: il 63% delle persone della nostra community che soffre di DCA ha risposto negativamente alla domanda se le persone a loro vicine comprendono il disturbo alimentare che li affligge».

Ecco allora il vademecum Lilac-Centro DCA delle frasi da non dire durante i pranzi in famiglia (pasquali ma non solo). Evitarle permetterà di far sentire al sicuro e non giudicato chi sta convivendo con un disturbo alimentare, promuovendo un clima di rispetto, calore ed empatia.

Come rendere la tavola delle feste un luogo sicuro sereno e protetto quando c'è in famiglia una persona con disturbo del...

Come rendere la tavola delle feste un luogo sicuro, sereno e protetto quando c’è in famiglia una persona con disturbo del comportamento alimentare

Vesnaandjic

Le 6 frasi da evitare ai pranzi delle feste

1 «Il tuo peso è nella norma, quindi non hai un problema»
Un disturbo alimentare non si vede sulla bilancia. Chi ne soffre può essere normopeso, sottopeso o sovrappeso. Ridurre la complessità del problema a un numero (quello dei kg sulla bilancia) significa negare la sofferenza di chi lo vive.

2 «Non sembra che tu abbia un disturbo alimentare»
I DCA non hanno un volto specifico, né un modo «giusto» di apparire. Questa frase rafforza l’idea che si debba dimostrare di stare male per essere creduti, aumentando vergogna e senso di invisibilità.

3 «È solo una fase passeggera»
Minimizzare il problema lo rende ancora più difficile da affrontare. I disturbi alimentari non sono un capriccio o una moda adolescenziale, ma richiedono attenzione, cura e, spesso, un lungo percorso di guarigione.

4 «Mangia di più e vedrai che passa»
Il cibo non è né il problema né la soluzione. Frasi come questa ignorano come alla base di un DCA ci siano dolore emotivo, rigidità, paure e meccanismi di controllo profondi che certo non si risolvono forzandosi a mangiare.

5 «Non pensi di aver mangiato abbastanza?»
Questa domanda fa sentire giudicati, controllati e può aumentare la tensione. Anche quando fatta «in buona fede», mette l’accento su qualcosa di molto delicato e intimo, rischiando di innescare vergogna o reazioni difensive.

6 «Ma dai, oggi non si contano le calorie!»
Una frase che può sembrare leggera o liberatoria, ma per chi ha un DCA può risultare invalidante o colpevolizzante. Non si tratta di «non voler godersi la festa», ma di un malessere reale che richiede rispetto e grande tatto.


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