Lavrov: “Dopo Zelensky Ue cerca un nuovo Führer”. E Mosca mette nel mirino Polonia e Baltici | La diretta

Sciami di droni in azione e nuovi bombardamenti. Prosegue la guerra in Ucraina e la pressione russa lungo la linea del fronte nella zona di Pokrovsk. Ma intanto gli Usa tornano in pressing su Mosca per trovare un’intesa che porti al cessate il fuoco.
14.01 – Lavrov: “Dopo Zelensky l’Ue cerca un nuovo mezzo Führer”
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha affermato che in caso di elezioni in Ucraina l’Ue “farà di tutto per garantire che il regime non cambi nella sostanza”. Se il presidente Volodymyr Zelensky non dovesse partecipare o vincere alle prossime elezioni in Ucraina, i leader europei cercherebbero “un nuovo mezzo Führer”. “L’essenza del regime”, ha aggiunto, “rimarrà la stessa di quella sotto Volodymyr Zelensky”. “Tutti questi piani di mantenimento della pace che Macron e Starmer stanno elaborando si basano sul fatto che sia necessario per preservare almeno un pezzo di terra su cui rimarrà il regime nazista, apertamente russofobo”, ha detto ancora Lavrov in un’intervista a Kommersant, “con l’obiettivo di preparare un’altra guerra contro la Russia, come è stato fatto con gli accordi di Minsk”.
13.11 – Ucraina: rimosso e sostituito governatore di Sumy
Il governo ucraino ha destituito Volodymyr Artiukh dalla carica di capo dell’amministrazione statale della regione ucraina di Sumy. Lo riferisce l’Ukrainska Pravda, spiegando che il Consiglio dei ministri ha approvato la rimozione di Artiukh dall’incarico e la nomina di Oleh Hryhorov per prendere il suo posto. La notizia giunge dopo che il 13 aprile le forze russe hanno lanciato due attacchi nel centro di Sumy a distanza di soli due minuti l’uno dall’altro, provocando decine di morti e feriti. Il sindaco di Konotop, Artem Semenikhin, ha accusato il governatore Artiukh di aver organizzato un raduno di soldati della 117esima brigata per una cerimonia di premiazione proprio nel centro di Sumy il 13 aprile e, sempre secondo quanto riporta Ukrainska Pravda, Artiukh ha riconosciuto che nel centro della città si è svolta una cerimonia di premiazione per i militari.
11.46 – Capo 007 russi: “Polonia e Baltici i primi colpiti da una guerra”
La Polonia e i Paesi baltici, cioè quelli che sostengono una linea più dura nei confronti di Mosca, sarebbero “i primi” a subire e conseguenze di un conflitto se la Nato dovesse attaccare la Russia o la Bielorussia. Lo ha sottolineato Serghei Naryshkin, il capo del servizio d’intelligence russo per l’estero, in visita a Minsk. “Loro dovrebbero capire, ma non capiscono ancora, che in caso di aggressione dell’Alleanza del Nord Atlantico contro lo Stato dell’Unione, il danno sarà certamente inflitto all’intero blocco Nato, ma, in misura maggiore, i primi a soffrirne saranno i portatori di tali idee negli ambienti politici della Polonia e dei Paesi baltici”, ha affermato Naryshkin, citato dalla Tass.
9.52 – Witkoff: “Accordo con Putin ruota intorno ai 5 territori”
L’inviato speciale Usa Steve Witkoff, che la scorsa settimana ha incontrato a Mosca Vladimir Putin, in un’intervista a Fox News, affermando che il presidente russo è aperto a “una pace permanente”, ha spiegato che la chiave dell’accordo complessivo “riguarda i cosiddetti cinque territori, ma c’è molto di più: ci sono protocolli di sicurezza, non c’è la Nato, l’articolo 5 della Nato, insomma, ci sono solo un sacco di dettagli allegati”. “È una situazione complicata – ha ammesso Witkoff – radicata in alcuni aspetti davvero problematici che stanno accadendo tra i due Paesi”
9.39 – Mosca: “Kallas va rimossa e processata da un tribunale Onu”
Il presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin, chiede su Telegram la rimozione dall’incarico dell’Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas, dopo che ha invitato i Paesi candidati all’ingresso nell’Ue a non andare a Mosca per la parata del 9 maggio, che celebra la vittoria sovietica nella Seconda Guerra Mondiale, detta in russo ‘Grande guerra patriottica’. “La dichiarazione di Callas è irrispettosa nei confronti della memoria di coloro che si sono sacrificati per salvare il mondo dal nazismo. Kallas deve essere rimossa dall’incarico e portata davanti a un tribunale internazionale delle Nazioni Unite”, sostiene Volodin.
9.29 – Lavrov: “Non è facile concordare sui punti di un accordo”
“Non è facile concordare gli elementi chiave di un accordo”. Lo afferma il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in un’intervista al quotidiano Kommersant. “Se ne sta discutendo”, ha spiegato, come riporta Sky News. Lavrov riconosce a Washington il merito di “aver cercato di approfondire il problema”, a differenza dell’Europa.
8.15 – Ucraina: inviato Usa Witkoff, Putin disponibile a discutere pace permanente
Il presidente russo Vladimir Putin si è detto disponibile a un accordi di “pace permanente” in Ucraina. Lo ha detto nel corso di una intervista l’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Steve Witkoff, che ha incontrato Putin a San Pietroburgo l’11 aprile per il terzo colloquio da quando Trump è tornato alla Casa Bianca lo scorso gennaio. In un’intervista all’emittente televisiva “Fox News”, Witkoff ha dichiarato di intravedere “l’emergere” di un accordo di pace, e che due importanti consiglieri di Putin – Yuri Ushakov e Kirill Dmitriev – hanno partecipato all'”incontro decisivo” della scorsa settimana. “La richiesta di Putin è quella di arrivare a una pace permanente. Quindi, al di là del cessate il fuoco, abbiamo ottenuto una risposta in tal senso”, ha affermato Witkoff, ammettendo che “ci è voluto del tempo per arrivare a questo punto”.
7:24 – Mosca: un morto e nove feriti nei raid di Kiev su Kursk
Almeno una persona è morta e altre nove sono rimaste ferite in seguito a un attacco notturno con droni ucraini sulla città russa di Kursk. Lo ha reso noto l’agenzia statale russa Tass, citando fonti militari locali. Secondo quanto riferito, diverse strutture sono state danneggiate dalle esplosioni e alcuni edifici hanno preso fuoco, tra cui un garage utilizzato per le ambulanze.
6.30 – Esplosioni a Dnipro: allerta droni
Esplosioni sono state udite a Dnipro. Lo riferiscono Vlaskor a Ukrinform. L’Aeronautica militare mette in guardia contro gli attacchi dei droni.
5.29 – Pressioni su Trump per un approccio più duro nei confronti di Putin
Diversi consiglieri del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e alti funzionari della sua amministrazione lo stanno esortando ad assumere una posizione più dura e un approccio più scettico nei confronti del presidente russo Vladimir Putin e della sua reale volontà di porre fine al conflitto in Ucraina. Lo riferisce il quotidiano “Wall Street Journal”, secondo cui questi funzionari sostengono che dal Cremlino non sia giunto alcun segnale concreto della volontà di far tacere le armi. Secondo “fonti ufficiali” menzionate dal quotidiano, il gruppo degli “scettici” comprende il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato per l’Ucraina Keith Kellogg, che raccomandano maggiore cautela nei rapporti con Putin e una linea più dura rispetto alle richieste russe di concessioni territoriali da parte di Kiev. Almeno per ora, però, Trump continua a sostenere la posizione dell’inviato statunitense Steve Witkoff, convinto che Putin voglia davvero la pace, dopo averlo incontrato due volte a Mosca. – Pur dicendosi pronta al confronto dialettico, Mosca sta rallentando i negoziati tesi a conseguire una sospensione parziale delle ostilità, guadagnando tempo mentre consolida i propri successi sul campo e punta a ottenere il massimo delle concessioni durante i negoziati. Trump spera di porre fine alla guerra in Ucraina anche per rimuovere un ostacolo a un possibile riavvicinamento con la Russia, che le sanzioni occidentali hanno spinto progressivamente in uno stretto abbraccio con la Cina. Nelle ultime settimane Trump ha segnalato più volte impazienza nei confronti di Putin, ma finora non ha dato seguito alla minaccia di imporre nuove sanzioni sulle esportazioni di petrolio russo. Anche i consiglieri di Trump favorevoli a una linea più dura nei confronti di Mosca condividono, secondo il “Wall Street Journal”, l’obiettivo di fermare una guerra che prosegue da tre anni.
Tuttavia, l’attacco con missili balistici condotto domenica dalla Russia sulla città ucraina di Sumy, che ha provocato 34 morti civili e oltre 100 feriti, avrebbe aumentato le divisioni all’interno del gruppo dirigente che affianca l’inquilino della Casa Bianca
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