Ashton Jeanty, la stella del draft Nfl e le sue radici campane: “Quel balzo alla Us Navy Naples…”
Da Gricignano d’Aversa al mondo dei super atleti del football americano. C’è un ragazzo in rampa di lancio nel draft di aprile, direzione Nfl: si chiama Ashton Jeanty e ha una storia con radici campane. Sorprendente, molto, per i media americani, che nei servizi partono sempre dalla profonda provincia casertana per raccontare l’ascesa del giovane running back, confondendola, però, immancabilmente con Napoli. Errori o approssimazioni geografiche a parte, è assolutamente vero che tutto ebbe inizio qui. Come ci ha raccontato l’uomo che lo scoprì: James Davis, coach dei Wildcats, il team della base americana di stanza proprio a Gricignano.
La vita di Ashton ebbe la sua sliding door nel modo più banale e, assieme, sorprendente possibile. “In quel momento frequentava quella che voi chiamate seconda media e l’ho notato giocare a basket durante la pausa pranzo. Quando l’ho visto saltare in aria sono rimasto sorpreso. Che balzo! Ho capito subito che questo ragazzino era speciale e aveva una straordinaria potenza fisica”, racconta Davis trasmettendoti ancora tutta la sua meraviglia per il talento fisico che ha scoperto e anche la sua ovvia soddisfazione per aver intuito che quel giovanissimo era perfetto per il football Usa.
“Ho dovuto aspettare altri due anni di scuola per vederlo giocare sul campo di football. Ha iniziato come quarterback, volevo che il mio miglior atleta toccasse la palla a ogni azione. Ma dopo la seconda partita l’ho spostato in un altro ruolo: running back. Non mi sbagliavo sulle sue qualità. Anche se poi Ashton ha giocato ovunque: attacco, difesa, ha fatto il ritornatore. In ogni azione c’era lui. Penso che soltanto quando toccava a noi calciare il kick off uscisse dal campo, per il resto era sempre sul terreno di gioco, formidabile…”.

Imprendibile, Ashton era ed è un vanto per la Naples Middle High School che ha frequentato in quel periodo e un’icona per il team della sua scuola, i Wildcats. Era arrivato in quel pezzo d’America che si trova in Campania con la sua famiglia perché suo padre, un sottufficiale capo di stanza qui con la Marina degli Stati Uniti, era stato trasferito per servizio proprio alla Nsa, Naval support activity Naples.
Una sola stagione per lasciare il segno. “Ha giocato qui il torneo tra tutte le basi Usa italiane per quella categoria d’età nella stagione 2018-’19. Abbiamo vinto la conference ma perso nella finale contro la Aviano Middle High School quell’anno. Ogni volta che toccava la palla, dicevo tra me e me: “Farà di nuovo qualcosa di speciale?”. Perché era chiaro a tutti che se avevamo noi la palla in attacco, avevamo buone probabilità che Ashton trovasse la end zone. Il touchdown. Era ed è un giocatore fantastico”.
La vita dei militari americani è fatta di tappe. Quella italiana si esaurì l’anno dopo per il papà del running back che tornò in America. E lì Ashton confermò quel talento notato da coach Davis in una pausa pranzo sino ad esplodere nel football college: “E’ stato bellissimo per me vederlo giocare in TV alla Boise State, è stato come quando lo osservavo dalla mia sideline e lo guardavo travolgere gli avversari e superare chiunque cercasse di fermarlo nel torneo tra le basi Usa sparse in Europa. Caspita, mi sono detto e ripetuto ogni volta: lo sta facendo di nuovo ma stavolta a livello universitario e presto lo farà nella Nfl!”.

Sono tanti i ricordi che affollano la mente di coach Davis: “Ogni anno disputiamo il torneo tra le basi. Il nostro campo è a Gricignano di Aversa. A causa dei cambiamenti della popolazione scolastica (molto frequenti per i continui spostamenti dei genitori militari chiamati continuamente a nuove missioni, ndr), le squadre possono mutare di anno in anno. L’anno in cui ha giocato Ashton, abbiamo affrontato la Rota Middle High School, a Jerez, in Spagna. La Brussels International School, in Belgio, la Vicenza High School, la Aviano Middel High School e la Spangdahlem High School, in Germania. Abbiamo anche fatto una partita di allenamento con il team romano dei Lazio Marines”.

E’ anche in queste competizioni giovanili che si forma il carattere di un futuro professionista. Ashton e i suoi Wildcats si sono sobbarcati viaggi di quasi un giorno intero (o quasi) in autobus per raggiungere i luoghi dove si giocava: “Proprio così – prosegue Davis – tutti in autobus e poi, una volta arrivati, la nottata si trascorreva in palestra. Si dormiva lì, era la norma. E’ ancora così. Soltanto in casi rari abbiamo preso l’aereo, se non ricordo male in quella stagione per raggiungere Germania e Belgio”.

Il formidabile running back che sarà conteso dai grandi team della Nfl è ancora in contatto con i Wildcats e la sua scuola in Campania: “Assolutamente sì, scambia messaggi con il nostro attuale quarterback, che stava a bordocampo ad ammirarlo quando lui giocava qui, lo incoraggia spesso, si informa e, sì, ci segue ancora. Io non uso i social media ma ci sentiamo tuttora, ed è bello che sia così”.
A Davis lo stile in campo di Jeanty ricorda “un po’ LaDanian Tomlinson, stella Nfl dei Chargers e vedo in lui anche un po’ del grande Emmit Smith, l’asso dei Cowboys che vincevano tutto”.
In queste settimane Davis è stato molto ricercato dai media americani come “l’uomo che ha scoperto il futuro fenomeno Nfl” e lui ne è stato ovviamente lieto. “Sono arrivato in Campania nel 2016 – si racconta – con Napoli è stato un colpo di fulmine, amore a prima vista. Prima ero stato a Seoul, in Corea del Sud, a Bamberg in Germania e a Yokosuka, in Giappone. Napoli è stato il primo posto in cui sono arrivato e ho capito che non avrei più voluto trasferirmi altrove. Mi ha conquistato anche per il calcio: sono abbonato agli azzurri da anni ormai e allo stadio Maradona non manco mai”.
Sul suo “allievo” dubbi non ne ha: “Jeanty diventerà un protagonista della Nfl, sarà il primo giocatore che ho allenato a raggiungere quel traguardo. Ora parlano tutti delle sue strepitose capacità sportive ma io vorrei che si sappia che Ashton è soprattutto un bravo ragazzo e lo ha sempre dimostrato dentro e fuori dal campo. Ed è questa la cosa di cui tutti, qui ai Wildcats, andiamo più fieri”.
Ashton è un “gioiello” del draft e molti team cercheranno di aggiudicarselo in quel gioco diabolico delle scelte. Difficile oggi dire con certezza matematica in quale squadra giocherà. Ma coach Davis ha un sogno: “Lo zio di mio padre lavorava al Three Rivers Stadium… quindi sono nato in una famiglia “targata” Pittsburgh Steelers, ovvio che se indossasse la maglia nera e oro sarei quindi molto felice; ma, sia chiaro, tiferò per Ashton indipendentemente dalla squadra in cui giocherà, sarò sempre il suo primo tifoso”. Ne siamo certi, coach…
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