L’ad di Volkswagen: aperti a contribuire al riarmo valutando la produzione di veicoli militari
Volkswagen è disposta a fare la sua parte nella corsa europea al riarmo costruendo equipaggiamenti per l’esercito tedesco o facendo da consulente ad altri gruppi automobilistici su sviluppo e produzione di veicoli militari. Oliver Blume, ad della più grande casa automobilistica europea che ha chiuso il 2024 con utili calati da 17,8 a 12,4 miliardi, lo ha detto nel corso della conferenza annuale con i media a Wolfsburg. Non ci sono ancora state “discussioni concrete”, ha specificato, ma l’azienda è disposta a valutare l’opzione di tornare a produrre come veicoli armati. Come ha fatto durante la Seconda guerra mondiale per i nazisti e in seguito, con il Volkswagen Tipo 181, per l’esercito della Germania Ovest e per clienti civili di Gran Bretagna e Usa.
L’aumento della domanda nella prospettiva del riarmo europeo ha fatto esplodere il valore delle azioni delle aziende del settore della difesa. Nelle ultime settimane il gruppo Rheinmetall ha annunciato che sta studiando la riconversione di due fabbriche tedesche dedicate finora alla componentistica auto, che nel 2024 ha visto calare il fatturato, alla produzione di munizioni.
In Italia diversi quotidiani hanno diffuso indiscrezioni su un piano di Palazzo Chigi e dei ministeri di Economia, Imprese e Difesa per la conversione della filiera automobilistica alla produzione bellica.
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