Ambiente

La Ue e la sfida del coordinamento normativo

Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha emesso diverse direttive per spingere le aziende verso una maggiore sostenibilità. Dalla SFDR, che mira a promuovere e sostenere pratiche di investimento sostenibile nel settore dei servizi finanziari, al CSDR, che quest’anno introduce l’obbligo di redigere rapporti di sostenibilità, negli ultimi anni le aziende europee sono chiamate a rispettare un numero crescente di regolamentazioni in tema Esg. Secondo Datamaran, il numero di regolamenti e iniziative riguardanti questioni Esg è aumentato del 72% dal 2013 al 2018, una percentuale ben più alta di quella registrata negli Stati Uniti nello stesso periodo. Pertanto, la regolamentazione europea è più ampia e cresce più rapidamente rispetto a economie comparabili. Inoltre, la legislazione Ue è soggetta a frequenti cambiamenti nel tempo e richiede una trasposizione nazionale delle leggi europee. In aggiunta, le aziende possono essere soggette a ulteriori normative nazionali oltre a quelle europee. La presenza di più livelli normativi implica che la stessa questione venga regolamentata da più enti dando così luogo alla cosiddetta frammentazione normativa. La regolamentazione su temi Esg non è la sola esposta a tale fenomeno. Un altro esempio emblematico è il settore bancario, dove le banche devono conformarsi a requisiti normativi comuni alle aziende non finanziarie, ma anche a disposizioni specifiche delle banche centrali e dei comitati di vigilanza bancaria (come il Comitato di Basilea).

Nonostante le crescenti evidenze che dimostrano l’esistenza della frammentazione normativa, i suoi pro e contro sono ancora oggetto di dibattito. Da un lato, la presenza di più regolatori potrebbe avere vantaggi per la protezione degli investitori, poiché regolatori con conoscenze ed esperienze diverse possono unire le forze ed aumentare così il monitoraggio delle imprese. D’altro canto, c’è preoccupazione che l’esistenza di più regolatori comporti costi per le aziende, specialmente quando i regolatori non coordinano le loro azioni. La mancanza di coordinamento può portare a ridondanze e incoerenze tra le normative. Secondo un’analisi del gap di Business Europe su 13 leggi dell’Ue, 169 requisiti erano duplicati, di cui l’11% presentava incoerenze. Inoltre, può generare incertezza tra le aziende su quali normative seguire, aumentando i costi di conformità. Inoltre, le aziende possono dare priorità alla conformità con i regolatori su cui hanno un’influenza maggiore. Da questa prospettiva, la presenza di più autorità e legislazioni potrebbe non essere ottimale per le aziende. In linea con questa idea, recenti evidenze empiriche mostrano che la frammentazione normativa è associata a una minore produttività, redditività e crescita delle aziende.

Questi risultati sono coerenti con un recente intervento di Mario Draghi alla Commissione Europea a settembre del 2024. Draghi ha sottolineato come le aziende europee siano esposte a un numero crescente di regolamenti notando come un’eccessiva regolamentazione a livello europeo rappresenti «una fonte principale di oneri normativi, amplificata dalla mancanza di orientamenti per facilitare l’applicazione di regole complesse e chiarire l’interazione tra le varie disposizioni legislative».

Draghi ha incoraggiato la riduzione degli obblighi normativi per le aziende dell’Ue del 25% (50% per le Pmi) per proteggere il loro vantaggio competitivo e stimolare l’innovazione. Attuare tale riduzione non è facile, poiché ridurre l’onere normativo per le aziende deve essere bilanciato con una adeguata protezione degli investitori. Inoltre, dato il potenziale sinergico tra i regolatori, affinché la riduzione sia efficace, i regolatori devono cooperare e coordinare le loro azioni. Lo sforzo congiunto dei regolatori è un prerequisito fondamentale per mantenere la protezione degli investitori e l’integrità dei mercati finanziari, riducendo al contempo i costi di conformità per le aziende. Tuttavia, il coordinamento dei regolatori può rappresentare una sfida, poiché spesso i regolatori tutelano interessi specifici e competono tra loro. Superare tali dinamiche sembra cruciale per allentare l’onere normativo sulle aziende e garantire che la conformità alle normative non sia un impedimento per il successo delle imprese.

Università Bocconi


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