Impianto di recupero di rifiuti non pericolosi in via Ponte delle Fascine a Chieti, il Wwf: “Il Comune si opponga”
“Ha avuto una strana conclusione la Conferenza di servizi indetta dalla Regione Abruzzo per esaminare la richiesta della ditta Appalti Engineering srl per la concessione dell’autorizzazione alla realizzazione e gestione di un impianto di recupero di rifiuti non pericolosi (fresato stradale) in via Ponte delle Fascine, nel Comune di Chieti. Una questione che è andata avanti da tempo con la costante opposizione del Wwf Chieti-Pescara”, così commenta l’associazione in una nota.
“Il servizio gestione rifiuti e bonifiche della Regione il 14 gennaio scorso ha concluso la Conferenza concedendo l’autorizzazione con la formula della “prevalenza dei pareri favorevoli”, ignorando di fatto il chiaro “no” del Comune di Chieti e il parere negativo della Asl. Al di là dell’assurdità di questa scelta (Comune e Asl tutelano la salute dei cittadini che prevale, persino a livello costituzionale, sulla libertà di impresa) l’autorizzazione regionale presenta evidenti e svariate criticità, a cominciare dal fatto che l’area interessata dal progetto è in zona a rischio alluvionale e quindi soggetta a vincoli del Psda (Piano stralcio difesa slluvioni), ma ciò nonostante non è stato acquisito il parere dell’Autorità di bacino. Né tantomeno il progetto è stato sottoposto alla obbligatoria Valutazione di impatto ambientale. Le criticità insomma sono tante” continua l’associazione.
«L’amministrazione municipale di Chieti – sollecita Luciano Schiazza a nome del Wwf Chieti-Pescara – intervenga a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Ricordo che il Wwf è contrario al progetto perché l’area dell’impianto ricade in zona alluvionale; perché l’intera vallata è in zona di risanamento nel Piano regionale per la tutela della qualità dell’aria (IT1301 Zona di risanamento metropolitana Pescara-Chieti); perché a poca distanza è presente un centro commerciale molto frequentato e ancora più vicino sorge l’ex vivaio forestale che la Regione sta lodevolmente recuperando (delibera di Giunta del 31.03.2023) attraverso accordi con il Reparto biodiversità carabinieri forestale di Pescara, accordi che prevedono tra l’altro la creazione di un bosco urbano/arboreto didattico in cui svolgere attività con le scolaresche».
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«L’impianto – continua Schiazza – genererebbe disagi per varie ragioni: emissione di rumore ad alto volume dovuto alla movimentazione continua di grossi mezzi da cantiere e soprattutto dall’uso dei mulini per la frantumazione di conglomerati bituminosi (sono previste almeno due fasi, a volte tre, di macinazione del materiale lapideo in miscele di bitumi); l’emissione di forti esalazioni odorigene e di sostanze potenzialmente pericolose per la salute umana dovute al riscaldamento delle miscele costituite da bitumi vergini, specifici additivi “rigeneranti” e il bitume ossidato proveniente dalla fresatura di superfici stradali da ricostituire (il bitume da rigenerare, sottoposto per anni al traffico veicolare, potrebbe contenere idrocarburi e altre sostanze nocive disperse dagli automezzi); la liberazione di elevate quantità di polveri. Appare inoltre inadeguato e fuorviante calcolare le potenziali interferenze ambientali, come è stato fatto, in un’area circolare di alcune centinaia di metri intorno all’impianto senza tener conto dei venti: l’incendio di qualche mese fa in una fabbrica della zona industriale ha dimostrato nei fatti come le ricadute possano potenzialmente arrivare a chilometri di distanza coinvolgendo ampie aree densamente popolate e con numerose strutture sensibili».
“Il Comune di Chieti aveva del resto emesso e confermato un “parere urbanistico-territoriale-
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