Sardegna

Fabio Morelli, un cagliaritano nel deserto per la Maroc Challenge | Prima pagina, Sport

C’è anche un giovane cagliaritano di 30 anni, Fabio Morelli, tra i protagonisti della Maroc challenge, la rievocazione della Parigi Dakar degli anni ‘70.

Si tratta di un viaggio estremo e competitivo nel cuore del Marocco, tra le dune del Sahara e le cime dell’Atlante. Una competizione automobilistica che celebra le abilità della guida e la resistenza fisica in una cornice affascinante e unica nel suo genere.

La Maroc Challenge, partita il 2 Dicembre scorso, è la rievocazione di un pezzo della Parigi Dakar degli anni ’70, ma non si tratta di una semplice corsa automobilistica. A stretto contatto con la cultura locale e l’ospitalità marocchina, i partecipanti attraversano posti che non hanno mai visto prima, dormono nel deserto e visiteranno luoghi iconici, ma sopratutto si mettono alla prova stando a stretto contatto con la natura e le sue avversità.

Non è una gara per tutti. Perché non a tutti piacciono le competizioni adrenaliniche e pericolose in posti sperduti e diversi. Ma il viaggio in Marocco su auto d’epoca ha il suo fascino, così come la rievocazione dei tempi passati”.

Morelli, che di professione ha un’attività di noleggio di auto d’epoca a Milano, è un appassionato di motori vintage.

Guidare questo tipo di vetture è un’esperienza unica e farlo nel deserto assume il sapore della sfida”. Dietro le quinte e il volante c’è anche un team tecnico guidato da Paolo Ricaboni che supporta Fabio alla Maroc Challenge.

Il percorso 

La Winter 2023 del Maroc Challenge ha avuto inizio ad Ifrane, con controlli amministrativi e tecnici, e si concluderà domani a Merzouga dopo sei tappe intense.  Durante il percorso si sono attraversate città come Midelt, Talsint, Erfoud e Zagora influenzati dalle condizioni meteorologiche.

“Le prime due giornate – spiega Fabio Morelli – sono state principalmente su piste di montagna. Dal freddo e dalla pioggia di Ifrane siamo passati al caldo e alle dune di sabbia di Erfoud: l’avventura è stata caratterizzata da contrasti. Dopo una notte nell’accampamento di Talsint, il percorso si è avventurato nel deserto, affrontando la sfida delle sabbie man mano che si procedeva verso sud”.

Curiosità anche sulla logistica: dall’Italia un volo ha portato gli automobilisti in Almeria. Da quel luogo, 7 ore di viaggio in barca verso Nador  e poi all’avventura passando per Ifran, Erfoud, Zagora e Merzouga.

Tutta la gara viene percorsa su macchine “improvvisate” ma preparate per l’occasione. “Lo spirito della gara è, infatti, rievocare le competizioni anni ’70 dove i partecipanti erano poco esperti, le auto arrangiate per la traversata nel deserto e il risultato era un’esperienza davvero unica e avvincente”.

Nicola Montisci

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