Diane Keaton lottò a lungo contro la bulimia e ammise pubblicamente il suo passato di dipendenza: «Tutto ciò che facevo era cercare di placare la mia fame»
Generalmente molto riservata, amante del low profile, Diane Keaton, morta l’11 ottobre in California (aveva 79 anni), si era aperta tempo fa sul suo passato di persona bulimica. L’attrice americana, nata a Los Angeles nel gennaio del 1946, aveva raccontato la sua lunga battaglia contro la bulimia durante un’intervista al The Dr. Oz Show, noto programma televisivo statunitense dedicato alla medicina (la cui autrice era nientemeno che Oprah Winfrey).
Diane Keaton e la difficile battaglia con la bulimia
Era il 2014 e in quell’occasione Diane Keaton aveva raccontato in televisione di quando era cascata nel vortice della bulimia dopo che le venne chiesto di dimagrire per ottenere un ruolo importante a Broadway. Come riporta il magazine Hello, l’attrice aveva spiegato davanti alle telecamere: «Tutto ciò che facevo era cercare di placare la mia fame, quindi sì, ho una dipendenza. È la verità. Sono una dipendente in via di guarigione, e lo sarò per sempre. Ho una natura profondamente incline alla dipendenza», aveva quindi ammesso. Sempre nel corso dell’intervista, Diane Keaton aveva descritto il suo pasto-tipo. «La cena tipica consisteva in un cestello di pollo, diverse porzioni di patatine con salse varie e ketchup, un paio di pasti pronti da microonde, un litro di bibite gassate, chili di caramelle, una torta intera e tre crostate alla crema di banana. Al tempo qualcuno mi aveva fatto notare che sembravo avere dei seri problemi mentali, così sono andata da uno psicanalista. Ci andavo cinque giorni a settimana».
Bulimia e disturbi della nutrizione e alimentazione come Diane Keaton
La bulimia rientra a tutti gli effetti nella categoria dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. Come si legge sul sito del Ministero della Salute, si tratta di «patologie complesse caratterizzate da un disfunzionale comportamento alimentare e un’eccessiva preoccupazione per il peso con alterata percezione dell’immagine corporea. Tali aspetti, inoltre, sono spesso correlati a bassi livelli di autostima. I DNA possono presentarsi in associazione ad altri disturbi psichici, come ad esempio disturbi d’ansia e disturbi dell’umore. Lo stato di salute fisica è quasi sempre compromesso a causa delle alterate condotte alimentari (per esempio restrizione alimentare, eccessivo consumo di cibo con perdita di controllo, condotte di eliminazione e/o compensatorie) che portano ad alterazione dello stato nutrizionale».
Da notare: «il basso peso non è un marcatore unico e specifico per i DNA, in quanto anche condizioni di normopeso e sovrappeso, fino all’obesità, possono essere associate alla presenza di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Se non trattati in tempi e con metodi adeguati, i DNA possono diventare una condizione permanente e compromettere seriamente la salute di tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) e, nei casi gravi, portare alla morte».
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