Trentino Alto Adige/Suedtirol

«Anestesisti licenziati, ospedale in affanno per gli interventi» – Cronaca



BOLZANO. «Non ci voleva, proprio adesso che avevamo un gran bisogno di sale operatorie. Siamo in difficoltà». L’Anestesia del San Maurizio è sotto pressione dopo che due dei suoi medici sono stati licenziati per aver presentato un patentino falso, unica chance – evidentemente così devono aver pensato – per ottenere l’assunzione a tempo indeterminato.

Il Gruppo sanità del Pd – preoccupato della situazione che si è creata nel reparto di Anestesia del San Maurizio – ha predisposto per il consigliere provinciale Sandro Repetto un’interrogazione di attualità.

«Il licenziamento di due anestesisti sembra non preoccupare l’Asl che nega di dover chiudere una sala operatoria a Bolzano. Sembra che non ci siano problemi. Due anestesisti in meno significa però circa 1000 interventi chirurgici in meno in un anno sul totale di 14.000. Tra il 5 e il 10% in meno. Ciò significa appesantire i carichi di lavoro dei colleghi che devono in parte raddoppiare le loro attività (e lo stress) oltre a coprire tutti i loro turni dell’emergenza (elicotteri, auto mediche). L’ospedale dispone di 14 sale operatorie superattrezzate. Già prima dei licenziamenti riusciva con fatica a farne lavorare il 60%. Con 8 sale operatorie aperte le equipe chirurgiche si trovavano in forte competizione tra loro per poter operare. C’era urgente bisogno di aprirne almeno altre tre. Per mancanza di anestesisti l’Asl non è stata in grado di mettere in condizione le equipe chirurgiche di lavorare al 100% a pieno regime e abbattere le liste di attesa. A Bolzano servono inoltre almeno due sale d’urgenza di giorno per far fronte a tutte le urgenze della provincia altrimenti di notte si devono smaltire le urgenze diurne con rischi operatori maggiori».

Ora che la situazione si è aggravata, il Gruppo sanità del Pd si chiede se la direzione generale e sanitaria dell’Asl siano consapevoli della gravità della situazione. Se l’Asl ha messo al corrente l’assessorato della grave e perdurante difficoltà di attivare a pieno regime le sale operatorie da tempo inutilizzate e se ha individuato soluzioni durature.

«L’Asl – chiude – con un bilancio di 1.800 milioni, deve essere in grado di utilizzare appieno le proprie strutture per azzerare/mitigare tempi e attese».




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