Adrien Brody: «La mia vita fortunata con Georgina Chapman e i nostri animali: un cane, quattro gatti e gli asinelli»
Adrien Brody, a 51 anni, sta vivendo una delle fasi più gratificanti della sua carriera: quando gli viene chiesto di descrivere la sua vita con una sola parola, lui non ha dubbi, e si definisce «blessed» (fortunato).
E non solo per il suo successo professionale: l’attore, candidato agli Oscar 2025 per The Brutalist, è profondamente grato alla sua compagna, Georgina Chapman, la stilista e imprenditrice che ha incontrato nel 2019, dopo che lei si era separata da Harvey Weinstein. È proprio grazie a Georgina che Brody ha trovato il coraggio di tornare alla recitazione dopo una pausa che aveva preso nel 2018. «Sono molto grato di avere una partner gentile, intelligente e intuitiva», ha dichiarato l’attore. «Fa davvero la differenza».
Grazie all’incoraggiamento della compagna, Adrien Brody ha ripreso il suo percorso, partecipando a progetti come la serie Succession e poi The Brutalist, il film che ha segnato il suo ritorno trionfale, portandogli una nomination agli Screen Actors Guild Awards e, più recentemente, un Golden Globe come Miglior Attore in un Film Drammatico e infine una nomination ai prossimi Oscar. Questi riconoscimenti sono per lui motivo di orgoglio, ma non gli fanno dimenticare ciò che lo rende davvero «blessed» nella vita.
Quando gli viene chiesto cosa lo renda più grato, ammette che è difficile scegliere. «Ci sono tante cose. Puoi avere una vita piena di fortuna e comunque essere una persona infelice. A volte basta un momento di felicità o un incontro che ti porta una gioia così grande e tanta ispirazione che ti accompagna in tantissimi altri aspetti della vita», dice. «È impossibile non avere una visione più chiara quando hai vissuto e visto così tanto. E questo è quello di cui sono più grato: la possibilità di guardare indietro e di aver acquisito una visione più chiara e più profonda di ciò che conta davvero».
La vita di Brody è fatta anche di un’intima serenità che trova nel suo quotidiano, lontano dai riflettori. Oggi vive nell’Upstate New York con Georgina e la loro vera e propria «collezione» di animali. Tra un cane, quattro gatti e asini miniatura, la sua casa è un rifugio di tranquillità e amore. «Quando non lavoro, mi piace andare nello studio di registrazione o nello studio della pittura. Ma amo anche fare escursioni nei boschi e trascorrere del tempo con gli animali. È un’esperienza che trovo veramente speciale».
In The Brutalist, Brody interpreta László Tóth, un architetto che cerca di ricostruire la sua vita e lasciare un’eredità significativa dopo la guerra. «Mia madre, come artista, voleva lasciare un’impronta duratura nel mondo, e il suo desiderio di farlo ha ispirato anche la mia carriera».
Adrian Brody è fortemente influenzato dalla figura della mamma, la fotografa ungherese Sylvia Plachy: l’attore ha parlato spesso di come le esperienze dei suoi genitori, che fuggirono dall’Europa devastata dalla guerra per cercare una nuova vita negli Stati Uniti negli anni ’50, abbiano modellato la sua visione del mondo. «Mia madre e i miei nonni hanno vissuto un percorso molto simile a quello del personaggio di László Tóth in The Brutalist. Hanno dovuto affrontare difficoltà enormi, sacrifici e, soprattutto, hanno una resilienza che mi ha sempre impressionato. Ho sentito una grande responsabilità nel rappresentare queste tematiche nel film, perché richiamano la mia storia familiare».
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