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Zelensky propone lo stop agli attacchi sulle infrastrutture civili, Putin: “Proposta che analizzeremo”

Terminata la brevissima tregua di Pasqua, con tanto di accuse reciproche di violazioni, tornano a esplodere le bombe in Ucraina. Ma il cessate il fuoco potrebbe diventare comunque una prima prova, un primo tentativo che potrebbe essere riproposto, replicato nei prossimi mesi. È l’auspicio del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ritiene lo stop appena finito “non sufficiente per Mosca per rispondere né alla proposta di un cessate il fuoco completo di 30 giorni dopo Pasqua, né alla proposta di estendere almeno il cessate il fuoco nei cieli, astenendosi da attacchi missilistici e con droni contro le infrastrutture civili”, in riferimento alla recente strage di Sumy. A queste parole, però, ha risposto anche la Russia, con Vladimir Putin che ha dichiarato: “Analizzeremo la proposta ucraina di non colpire obiettivi civili”.

La strategia di Kiev, ha chiarito il leader di Kiev, rimarrà “simmetrica” a quella russa. Per riassumere: alle aperture si risponderà con altrettante aperture, agli attacchi con gli attacchi. “La natura delle azioni dell’Ucraina rimarrà simmetrica, al cessate il fuoco si risponderà con un cessate il fuoco e agli attacchi russi si risponderà con i nostri in difesa – ha spiegato con un post su X – Le azioni parlano sempre più forte delle parole”.

Dal canto suo, il capo del Cremlino assicura disponibilità a qualsiasi apertura a soluzioni pacifiche: “Abbiamo sempre affermato di avere un atteggiamento positivo nei confronti di qualsiasi iniziativa pacifica. Ci auguriamo che i rappresentanti del regime di Kiev abbiano lo stesso atteggiamento”. Parole che contrastano con l’attacco sferrato nella Domenica delle Palme a Sumy, nel quale sono stati deliberatamente colpiti dei civili, uccidendone 35, tra cui due bambini. Un attacco che prima si è cercato di far passare per “un errore”, come riportato dal presidente americano, Donald Trump, e che adesso si è trasformato in un’azione ‘stimolata’ dalla presenza di militari nella zona: Putin ha dichiarato che nel bombardamento le forze russe hanno colpito “un obiettivo civile” perché, a suo dire, “c’era una cerimonia di premiazione” di militari ucraini. Soldati che, ha poi aggiunto, hanno “commesso crimini nella regione” russa “di Kursk” e “dovevano ricevere la punizione che meritavano per quello che hanno fatto” e “l’hanno ricevuta”.

Detto questo, la proposta di evitare attacchi sui civili verrà presa in considerazione anche da Mosca: “Tutto questo va chiarito, è un oggetto per un esame molto dettagliato, forse anche in forma bilaterale – ha affermato – Allora noi analizzeremo tutto ciò e prenderemo una decisione corrispondente per il futuro”. E ha poi chiuso ribadendo che, dal suo punto di vista, il suo Paese rimane la parte forte in questo conflitto: “Nessuno dubita” della vittoria della Russia.

Non solo la discussione sugli obiettivi civili, però. Secondo quanto scrive il Wall Street Journal, i vertici ucraini sono sotto pressione perché in settimana dovranno rispondere a una serie di idee di ampio raggio dell’amministrazione Trump su come porre fine alla guerra in Ucraina. Al centro delle proposte, le concessioni alla Russia, tra cui il potenziale riconoscimento da parte degli Stati Uniti dell’annessione della Crimea a Mosca nel 2014 e l’esclusione di Kiev dall’adesione alla Nato. “Gli Stati Uniti sono ora in attesa della risposta di Kiev che dovrebbe arrivare in un incontro tra funzionari statunitensi, ucraini ed europei a Londra entro la fine di questa settimana – scrive il Wsj – Poi, se ci sarà una convergenza tra le posizioni americane, europee e ucraine, si potranno inviare proposte a Mosca”. Proprio riguardo all’adesione dell’Ucraina alla Nato, la Russia non ha dubbi: “Abbiamo sentito da Washington a vari livelli e ci hanno assicurato che l’adesione dell’Ucraina alla Nato è fuori questione”.


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