Emilia Romagna

Quando Papa Francesco visitò Carpi e Mirandola lanciando un “inno al coraggio”

Nel suo pontificato, terminato purtroppo questa mattina, Papa Francesco ha attraversato quasi la metà dei paesi del mondo. In un impegno costante e infaticabile, il pontefice fece tappa una vola anche nel territorio modenese. Il 2 aprile del 2027, infatti, Bergoglio visitò prima Carpi e poi Mirandola, accompagnato dall’allora vescovo vescovo Monsignor Francesco Cavina.

Arrivato in elicottero a Carpi a metà mattina, Papa Francesco attraversò la città in direzione del centro storico, concedendosi un primo bagno di folla. Strade e piazze erano gremite ovunque e il Papa celebrò la Santa Messa in piazza Martiri, dove trovarono posto 15mila persone. Altre migliaia di fedeli, o semplici curiosi, assisterono dalle zone limitrofe, grazie ai maxischermi. 

“Non cediamo alla logica della paura”

L’omelia del Papa fu relativa all’episodio biblico della Quinta di Quaresima: “In mezzo alla desolazione generale per la morte di Lazzaro, Gesù non si lascia trasportare dallo sconforto. Non si fa catturare dall’ambiente emotivo rassegnato che lo circonda, ma prega con fiducia. Nel mistero della sofferenza, di fronte al quale il pensiero e il progresso si infrangono come mosche sul vetro, Gesù ci offre l’esempio di come comportarci. Si può stare dalla parte del sepolcro oppure dalla parte di Gesù.

“C’è chi resta intrappolato nelle macerie della vita e chi, come voi, con l’aiuto di Dio solleva le macerie e ricostruisce con pazienza e speranza – spiegò Francesco con un riferimento al sisma emiliano del 2012 – Di fronte ai grandi ‘perché’ della vita abbiamo due vie: stare a guardare malinconicamente i sepolcri di ieri e di oggi, o far avvicinare Gesù ai nostri sepolcri”.

“Non lasciamoci imprigionare dalla tentazione di rimanere soli e sfiduciati a piangerci addosso per quello che ci succede. Non cediamo alla logica inutile e inconcludente della paura, al ripetere rassegnato che va tutto male e niente è più come una volta. Per quanto pesante sia il passato, grande il peccato, forte la vergogna, non sbarriamo mai l’ingresso al Signore”, ha concluso il Santo Padre.

Papa Francesco a Carpi dopo la Santa Messa

La vista al Duomo terremotato

Lasciata Carpi, il Santo Padre si spostò a Mirandola dove visitò il duomo ancora inagibile per il terremoto e dove si fermò in preghiera presso il monumento che ricorda le vittime della tragedia del 2012

“So bene quanto il terremoto ha compromesso il patrimonio umano di questa terra, le case, le attività  produttive, le chiese e gli altri monumenti, carichi di storia, di arte, simboli di spiritualità e civiltà di un popolo. Ma penso soprattutto alle ferite interiori. La sofferenza di chi ha perso i suoi cari e di chi ha visto disperdersi i sacrifici di una vita intera. Nei giorni successivi sisma grande attenzione ha suscitato in tutti la vostra testimonianza di dignità”, disse allora Francesco.

“Le ferite si sono guarite, ma rimangono e rimarranno per tutta la vita le cicatrici e guardandole voi abbiate il coraggio di crescere e far crescere i vostri figli in quella dignità e fortezza e spirito speranza, in quel coraggio che voi avete avuto nel momento delle ferite – aggiunse il Papa – Il mio augurio è che non vengano mai meno forza d’animo, speranza e doti laboriosità. Davanti al Duomo simbolo di fede e tradizione di questo territorio, elevo con voi una preghiera per le vittime, per i famigliari e per quanti tuttora vivono in situazione precaria. Il Signore faccia sentire a ciascuno il suo sostegno”.

Papa Francesco a Mirandola - 02/04/2017 (foto CTV)


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