via ai trattamenti contro la galerucella
Dopo anni di polemiche, potature drastiche e abbattimenti fuori stagione, per gli alberi di viale dei Quattro Venti arriva finalmente un momento di tregua. E di cura. A partire dal 12 giugno, il dipartimento Ambiente del Comune darà il via a un trattamento specifico e mirato per combattere il parassita che ha colpito i 204 olmi del viale.
Il nemico ha un nome scientifico ma un volto noto ai botanici: si chiama galerucella, è un piccolo coleottero che attacca le foglie degli olmi compromettendone la fotosintesi e, di fatto, la sopravvivenza stessa della pianta. A renderlo noto è stato lo stesso Dipartimento Ambiente, dopo aver riscontrato l’infestazione durante i consueti controlli di monitoraggio.
Ma stavolta, niente motoseghe. Gli olmi saranno curati, con un intervento “personalizzato” in base alla loro età. Per gli esemplari più anziani si procederà con la tecnica endoterapica: il fitofarmaco verrà iniettato direttamente nel tronco, a “petto d’uomo”, così da colpire il parassita dall’interno, senza disperdere sostanze nell’ambiente.

Per le piante più giovani, invece, si è optato per un trattamento più delicato: la fitostimolazione radicale, che rinforza l’apparato radicale senza forare la corteccia, ancora troppo sottile per reggere interventi invasivi. Una soluzione rispettosa e mirata che tiene conto della fragilità degli esemplari più piccoli.
“Gli interventi hanno l’obiettivo di garantire il corretto sviluppo degli alberi e restituire alla città un viale in salute”, ha fatto sapere l’amministrazione capitolina. Il viale, infatti, è anche oggetto di una riqualificazione arborea: negli ultimi mesi sono stati piantati oltre 40 nuovi olmi, destinati a sostituire quelli abbattuti in passato. E nel caso qualcuno non dovesse attecchire? La sostituzione sarà a carico della ditta incaricata dell’innaffiamento e della cura.
Dopo le proteste dei residenti, le petizioni e gli appelli degli ambientalisti, finalmente una buona notizia per il verde urbano romano. Un passo verso un nuovo modello di gestione del patrimonio arboreo, più attento, scientifico e – si spera – duraturo.
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