“Verso lo sciopero su tutte le prime, anche ai parchi di Nervi”
Genova. Lavoratori del Carlo Felice verso lo sciopero per tutte le prime, sino a fine stagione, per il contrasto con la dirigenza del teatro rispetto agli stipendi.
In una nota inviata al sovrintendente Carlo Orazi e al direttore del personale del teatro, Paolo Bibolini, oltre che ai rappresentanti del consiglio di indirizzo del Carlo Felice e al presidente della Regione Marco Bucci, gli iscritti SNATER e SLC-CGIL hanno fatto sapere di avere votato all’unanimità uno sciopero che comprenderà anche gli spettacoli previsti ai parchi di Nervi.
“Pur non condividendo l’impostazione bipolare di confronto tra produttività e stipendio dei lavoratori, confermate che l’elevata produttività fa da contraltare all’ultimo posto tra i salari dei dipendenti delle fondazioni lirico sinfoniche – scrivono i sindacati in riferimento alla nota del teatro del 17 marzo – quindi le affermazioni delle scriventi organizzazioni sindacali sono tutt’altro che ispirate a ‘verve polemica’ ma a dati oggettivi facilmente verificabili e da voi non smentiti”.
“Nella vostra risposta non siete stati in grado di confutare la tesi di base delle scriventi organizzazioni sindacali, ossia che la vostra ‘gestione prudente’ abbia goduto del risparmio di centinaia di migliaia di euro sulla pelle dei lavoratori”, prosegue la nota, in cui si parla di “totale indisponibilità ad affrontare in modo costruttivo le problematiche più volte segnalate relative all’organizzazione del lavoro, alla sicurezza e alla corresponsione dei buoni pasto” per il personale che verrà impiegato ai parchi di Nervi.
“La stagione 2025-2026 è stata varata senza che si sia ritenuto opportuno reperire risorse a favore di un miglioramento salariale dei lavoratori del Teatro che possano avvicinare la stipendialità dei dipendenti del Teatro Carlo Felice di Genova a quelli dei dipendenti delle altre fondazioni lirico sinfoniche”, concludono i sindacati, annunciando uno sciopero “figlio di insensibilità, e la responsabilità ricadrà per intero su chi non ha voluto dare risposta a un diritto costituzionale dei lavoratori”.