Umbria

Università, parte la corsa di Gammaitoni: «Alzare la testa per uscire da una zona grigia»


di Daniele Bovi

«Bisogna alzare la testa e guardare più lontano, è questo l’appello che faccio a tutti». Così il professor Luca Gammaitoni, il primo ad aver presentato la propria candidatura a rettore dell’Università di Perugia. Martedì per la presentazione Gammaitoni ha scelto la biblioteca di Umanistica in piazza Morlacchi.

Contaminazione «Un luogo bellissimo che vuol simboleggiare qualcosa». Un fisico sperimentale in una biblioteca umanistica sta a significare la necessità di un ateneo «capace di abbracciare le sfide della contaminazione dei saperi umanistici e scientifici, con la consapevolezza che il futuro della ricerca sarà sempre più nella creazione di nuova conoscenza, al confine dei saperi tradizionali».

FOTOGALLERY: LA PRESENTAZIONE

Chi c’era In una biblioteca piena c’erano tra gli altri Gabriele Cruciani, delegato del rettore uscente Maurizio Oliviero alla Terza missione, Diego Perugini, direttore del Dipartimento di Fisica e Geologia, in passato indicato come possibile candidato alla carica di rettore e oggi apertamente a supporto di Gammaitoni. Presenti inoltre i direttori di tre Dipartimenti: Alceo Macchioni (Chimica, Biologia e Biotecnologie), Giorgio Montanari (Scienze Politiche) e Giuseppe Capaccioni e Stefania Zucchini per l’area di Lettere. Dal Dipartimento di Ingegneria sono intervenuti Paolo Valigi e Massimiliano Gioffré. Presenti anche rappresentanti di Udu e Unismart, due delle sigle studentesche attive all’interno dell’ateneo, e delegazioni della Cisl e della Cgil.

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Le parole chiave Prima delle persone però ci sono tre parole chiave: libertà, comunità e prospettiva. La prima si declina come libertà da «burocrazie asfissianti e insensate che rendono difficile fare il nostro compito primario», cioè insegnare e fare ricerca. Ma anche libertà dalla «mentalità aziendalistica» («noi – ha detto Gammaitoni – dobbiamo produrre “prodotti di ricerca”, ma non siamo aziende»), dal «legalismo» che rappresenta una «caricatura del principio di legalità, che trasforma la procedura nel fine». Gammaitoni punta anche a mettere da parte la competizione per far posto alla collaborazione. «Dobbiamo liberarci. Abbiamo bisogno – ha detto – della libertà di insegnare e fare ricerca», anche e soprattuto quella che ha come unico fine la conoscenza.

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Lo slogan È questo infatti ciò che distingue un ateneo come quello di Perugia dalle università private telematiche, che fanno solo formazione. «L’università – ha sottolineato – non è qualcosa che si segue online o si legge su uno schermo: si fa in presenza, perché è un’esperienza». Lo slogan scelto, «L’università, infatti», indica esattamente questo: «una comunità fatta di persone che crea nuova conoscenza per trasmetterla a generazioni e territori». Nel logo della candidatura compare una doppia freccia che guarda in due direzioni, «ancorata al passato e protesa verso il futuro». Anche il programma segue questa logica: non un elenco di promesse, ma una riflessione su ciò che un’università deve essere, prima ancora di cosa debba fare. E per essere davvero università servono, ancora una volta, «libertà, comunità, prospettiva».

INTERVISTA A GAMMAITONI: «VOGLIO UN ATENEO LIBERO»

Comunità Sul fronte della comunità, Gammaitoni ha lanciato un monito: «Si rischia di perdere lo spirito di corpo». Il professore ha sottolineato la partecipazione ridotta all’inaugurazione dell’anno accademico – «dei mille accademici forse un centinaio», così come per gli studenti e il personale tecnico. La ricetta parte dal rispetto: per gli studenti in primis, ai quali va garantita una didattica di qualità e spazi adeguati, e per il personale, in particolare quello precario. «Abolire il numero programmato senza cambiare tutto il resto è solo una pratica aziendalista», ha detto, definendo «una truffa» promettere più iscritti senza garantire servizi e qualità: «Se sarò io rettore, non la faremo».

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I docenti Sul personale docente, Gammaitoni ha ricordato che dal 2010 l’ateneo ha perso 250 professori su mille: «Alcuni dipartimenti, come Medicina, sono in grande sofferenza». Il calo ha colpito soprattutto il Sud, mentre il Nord ha tenuto meglio. «Siamo ultimi in Italia per rapporto tra ordinari e associati. Bisogna invertire la tendenza e aumentare il numero degli ordinari». Un nodo, quello della comunità, che include anche la necessità di lavorare sull’inclusività: «Serve una maggiore conciliazione tra vita e lavoro». Gammaitoni ha poi evidenziato come non ci siano donne né tra i candidati rettore né alla guida dei dipartimenti.

A MEDICINA E INGEGNERIA UN TERZO DEI VOTI

Serie A Guardando al futuro, l’obiettivo è portare Perugia tra le università di «serie A», quelle che fanno ricerca di alto livello. «Oggi siamo in una zona grigia. Ma possiamo cambiare mentalità e, tutti insieme, costruire un’università che tra dieci anni sia nel piccolo gruppo europeo delle migliori». In quest’ottica, Gammaitoni ha promesso di cambiare il modo di amministrare, «a partire dall’ufficio ricerca», e ha annunciato una grande iniziativa trasversale sull’intelligenza artificiale: «Dai letterati agli ingegneri, dobbiamo prepararci. L’Europa ha stanziato 200 miliardi: Perugia deve essere pronta. Se sarò rettore, darò vita a questo progetto».

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