Un giudice li blocca, un altro li lascia in vigore. È caos sui dazi

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Un tribunale d’appello statunitense ha stabilito che, almeno per il momento, i dazi imposti dal presidente Donald Trump potranno restare in vigore. Lo riportano diverse testate americane, mentre negli stessi giorni un’altra corte federale ha emesso una sentenza in direzione opposta, aprendo un nuovo fronte legale sulle politiche commerciali dell’ex amministrazione.
Il giudice federale Rudolph Contreras, con sede a Washington e nominato durante la presidenza Obama, ha infatti bocciato buona parte delle tariffe doganali introdotte da Trump. Nella sua decisione, ha sottolineato che l’ex presidente ha abusato della propria autorità dichiarando emergenze nazionali su questioni come il disavanzo commerciale e l’importazione di fentanyl, per giustificare l’imposizione unilaterale di dazi. Secondo il tribunale, l’uso dell’International Emergency Economic Powers Act del 1977 non può essere interpretato come un mandato illimitato.
La sentenza arriva poche ore dopo una pronuncia simile da parte della Corte per il Commercio Internazionale degli Stati Uniti, che ha bloccato una serie di annunci tariffari dell’ex presidente. L’Amministrazione, attualmente in carica, ha immediatamente impugnato entrambe le decisioni, chiedendo una sospensione amministrativa dei verdetti e annunciando l’intenzione di rivolgersi con urgenza alla Corte Suprema. “La Corte ha oltrepassato i propri limiti cercando di sottrarre potere decisionale al presidente Trump“, ha dichiarato la portavoce Karoline Leavitt, definendo la sentenza della Corte del Commercio Internazionale “chiaramente errata“.
Il Dipartimento di Giustizia ha confermato l’intenzione di ricorrere e di chiedere un congelamento degli effetti delle sentenze, mentre il caso promette di diventare un nuovo terreno di scontro fra poteri federali e Casa Bianca su uno dei temi più controversi dell’era Trump: la guerra commerciale.
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