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Ue: “Google e Apple si adeguino al Digital markets Act”. I gruppi contro la norma odiata da Trump: “Danni ad aziende e consumatori”


Mentre Washington si prepara ad ufficializzare gli annunciati dazi reciproci nei confronti dei partner commerciali, la Commissione Ue contesta a Big tech il mancato rispetto del Digital markets act. Nel mirino di Bruxelles ci sono Alphabet e Apple, individuate insieme ad Amazon, ByteDance, Meta e Microsoft come “gatekeeper” (le grandi piattaforme digitali che costituiscono una “porta di accesso” tra aziende e consumatori) e nei cui confronti nel 2024 era stata avviata un’indagine ad hoc. Entrambi i gruppi hanno risposto a muso duro. La Casa Bianca non è ancora intervenuta, ma è ben noto che Donald Trump vede quella normativa come fumo negli occhi: l’ha bollata come un’”estorsione” ai danni delle aziende Usa minacciando ritorsioni.

Bruxelles ha inviato mercoledì ad Alphabet conclusioni preliminari secondo cui ha violato il Dma in merito a due servizi per i quali è stata designata come gatekeeper: alcune caratteristiche e funzionalità di Google Search tratterebbero i servizi di Alphabet in modo più favorevole rispetto a quelli della concorrenza e l’app marketplace Google Play non sarebbe conforme poiché agli sviluppatori di app è impedito di indirizzare liberamente i consumatori verso altri canali per offerte migliori. Ora Alphabet potrà ora esaminare i documenti e rispondere per iscritto. Se le violazioni saranno confermate, la Commissione adotterà una decisione formale di non conformità e potrà dare una multa fino al 10% del fatturato annuo globale. Sempre che sia disposta a inimicarsi ulteriormente l’amministrazione Usa.

Il gruppo non l’ha presa bene. “L’annuncio odierno della Commissione Europea spinge per ulteriori modifiche a Google Search, Android e Play che danneggeranno le aziende e i consumatori europei, ostacoleranno l’innovazione, indeboliranno la sicurezza e peggioreranno la qualità dei prodotti”, si legge sul blog di Google. “Le conclusioni della Commissione ci impongono di apportare ulteriori modifiche al modo in cui mostriamo alcuni tipi di risultati di ricerca, il che renderebbe più difficile per le persone trovare ciò che stanno cercando e ridurrebbe il traffico verso le aziende europee”. Insomma: è “un’idea semplicemente sbagliata”. E ancora: “Le conclusioni della Commissione su Android e Play creano una falsa scelta tra apertura e sicurezza”, “rischiano di esporre i cittadini europei a un maggior numero di malware e frodi e potrebbero significare che in futuro non potremo garantire la stessa apertura”. In conclusione il Dma, concepito per regolamentare le grandi piattaforme e stimolare la concorrenza, “in realtà sta avendo l’effetto opposto, danneggiando le imprese e i consumatori europei”, conclude la nota.

Quanto ad Apple, la Commissione europea in questo caso si è limitata a specificare le misure che deve adottare per garantire l’interoperabilità dei suoi sistemi operativi iOS e iPadOS con prodotti e servizi offerti da altre aziende e creare un ecosistema digitale più aperto ampliando la scelta per i consumatori europei. La prima decisione riguarda l’accesso dei produttori di dispositivi connessi, come smartwatch, cuffie e televisori, a nove funzionalità di iOS, tra cui la visualizzazione di notifiche sui dispositivi indossabili, il trasferimento diretto e rapido di dati tramite Wi-Fi peer-to-peer e tecnologia near-field communication (Nfc) e procedure di configurazione più semplici per l’abbinamento dei dispositivi. Stando all’esecutivo Ue, questi miglioramenti consentiranno ai dispositivi di diversi marchi di integrarsi meglio con gli iPhone e gli iPad, offrendo agli utenti una maggiore compatibilità senza compromettere la sicurezza e la privacy dei dati.

Il secondo aspetto riguarda la gestione delle richieste di interoperabilità presentate dagli sviluppatori di app. La Commissione ha stabilito che Apple deve migliorare l’accesso alla documentazione tecnica relativa a funzionalità finora non disponibili per terze parti, garantire una comunicazione tempestiva sugli aggiornamenti e definire tempistiche prevedibili per la revisione delle richieste. Accorgimenti per permettere agli sviluppatori di offrire agli utenti europei una gamma più ampia di servizi e prodotti innovativi compatibili con i dispositivi di casa Apple. Apple dovrà attuare le misure nei tempi e con le modalità previste, evidenzia l’esecutivo Ue.

Anche il gruppo di Cupertino respinge le richieste europee: “Le decisioni di oggi ci imprigionano nella burocrazia, rallentando la capacità di Apple di innovare per gli utenti in Europa e costringendoci a cedere gratuitamente le nostre nuove funzionalità ad aziende che non sono tenute a rispettare le stesse regole”, sostiene un portavoce. “È un male per i nostri prodotti e per i nostri utenti europei. Continueremo a lavorare con la Commissione europea per aiutarla a comprendere le nostre preoccupazioni a nome dei nostri utenti”.


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