Tudor promuove Yildiz: “Giocatore raro, ce lo teniamo stretto. Negli Usa confronto con i migliori”
La prima volta per tutti. Il Mondiale per club alle porte sarà la prima edizione di una competizione completamente nuova, che metterà di fronte le migliori squadre del Pianeta per il primo, vero titolo mondiale riservato alle società. Sarà anche la prima competizione che Igor Tudor vivrà dall’inizio con la Juventus, dopo aver preso in mano il timone della squadra a stagione in corso. “Sicuramente sarà entusiasmante perché è la prima volta – racconta il tecnico bianconero alla Fifa -. Ci saranno tutti i club più forti al mondo tutti insieme. Siamo emozionati”. Ufficiale il rinnovo per il tecnico fino al 2027.

La Juventus di Yildiz
Il torneo degli Stati Uniti metterà in vetrina i migliori talenti del futuro, visto che dopo una lunga stagione sono proprio i più giovani ad avere le maggiori energie residue. Il Real potrà gustarsi il futuro campione Mastantuono, che giocherà con il River prima di approdare ai Blancos, senza dimenticare Santos del Chelsea, i francesi Doué, Zaire Emery e Mayulu. La Juventus è al passo con i tempi, puntando forte sul talento del 2005 turco, Kenan Yildiz, già centrale nel progetto: “È molto importante perché sono quei giocatori che giocano in ruoli che fanno la differenza – prosegue Tudor -. È quello che piace ai tifosi: il goal, l’assist. Kenan è uno che vede la porta e ti fa giocare bene, un tipo di calciatore ormai raro”. Talento ma non solo, visto che il vero pregio di Yildiz, secondo Tudor, non è fisico: “Ha una dote che da fuori non vedi, è la sua mentalità. Essere sempre sul pezzo, sempre dentro ogni allenamento e dentro ogni esercizio senza paura e con una personalità che va coltivata, va cercata dai giocatori. Non è una cosa scontata nelle nuove generazioni. Quando trovi qualcuno che ha quello e quella mentalità, quelle qualità, bisogna tenerselo stretto quel giocatore”.
La sua vita in bianconero
Accolto con calore e passione dai tifosi, Tudor rappresenta la continuità tra la Juventus del passato, che vinceva con grandi campioni, e quella del futuro: “La Juventus è speciale soprattutto per la cultura del lavoro che è sempre stata il fondamento di questo club. Tanta voglia di sacrificio quotidiano, di resilienza, di dare sempre il massimo. Ha vinto tanto grazie soprattutto alla mentalità e io sento di essere al posto giusto. Quando me lo chiedono, io sono qua da un mese, io rispondo così, che mi sento bene, motivato, voglioso, circondato da persone di qualità, che mi vogliono anche bene, che vogliono cercare di fare il meglio. Mi sento anche felice e orgoglioso”. Naturalmente l’identità è totale anche dal punto di vista della mentalità, incentrata sulla ricerca della vittoria, iniziando proprio dal Mondiale per club: “Tutti vogliono vincere, è bello andare là e mettersi in mostra confrontandosi con i migliori. La Juventus è un club che gioca sempre per vincere. Si va là per fare il meglio possibile combattendo gara dopo gara”.
La passione per il basket
Gli Stati Uniti sono in forte ascesa nel calcio, ma è il basket lo sport globale in cui sono in assoluto i migliori del Mondo. Una disciplina che in Croazia è quasi al livello del calcio, tanto che Tudor è un grande appassionato di palla a spicchi, condividendo la provenienza con un grande campione che proprio negli Usa ha scritto pagine importanti, partendo comunque dall’Italia e più precisamente da Treviso: “Da bambino c’erano i Chicago Bulls, dove c’era il mio concittadino Tony Kuko? che giocava grandi giocatori come Rodman, Pippen e con il più grande sportivo di tutti i tempi in tutti gli sport, Michael Jordan. Il basket è bello, è affascinante, poi anche quella mentalità che emerge guardando il documentario The Last Dance: ti innamori di quello sportivo che c’è sempre di meno. È un idolo da quel punto di vista. Il riconfermarsi, non dare niente per scontato, il soffrire, sudare, voler essere sempre il più forte”.
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