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Trump telefona a Putin. “La guerra deve finire”. Erdogan e Xi contro Bibi


Trump telefona a Putin. "La guerra deve finire". Erdogan e Xi contro Bibi

«Putin pensa, come me, che questa guerra tra Israele e Iran dovrebbe finire, e io ho spiegato che la sua guerra dovrebbe finire». Così Donald Trump riassume, con un posto sul suo social Truth, il colloquio telefonico di ieri con il suo collega russo durato circa cinquanta minuti.

Una conversazione in cui ampio spazio ha avito l’escalation israelo-iraniana. Putin, oltre a condannare duramente «l’operazione militare israeliana contro l’Iran» e a esprimere «seria preoccupazione per la possibile escalation del conflitto, che avrebbe conseguenze imprevedibili sull’intera situazione nella regione mediorientale», ha annunciato la disponibilità della Russia a mediare tra Israele e Iran. «È stata sottolineata l’importanza di impedire l’escalation del conflitto e la prontezza della parte russa a mettere in atto eventuali sforzi successivi», ha affermato l’assistente presidenziale per gli affari internazionali Yuri Ushakov. Da parte sua Trump avrebbe valutato la situazione nella regione come «molto allarmante». Nonostante l’escalation, i leader della Federazione Russa e degli Stati Uniti non escludono un ritorno alla fase negoziale del programma nucleare iraniano, anche se i colloqui previsti per oggi in Oman tra le delegazioni di Washington e Teheran sul nucleare sono stati cancellati.

Trump ha sentito anche il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Secondo Anadolu. Nel corso dell’incontro Erdogan avrebber sottolineato che la Turchia «sta seguendo da vicino la tensione tra Iran e Israele e che ritiene che i negoziati sul nucleare avviati siano l’unica soluzione per risolvere la controversia». Erdogan ha affermato che la posizione degli Stati Uniti secondo cui i negoziati sul nucleare dovrebbero proseguire per risolvere la controversia «è condivisa». Nel corso dell’incontro il presidente Erdogan ha dichiarato anche che la Turchia «è pronta a fare tutto il possibile per impedire un’escalation incontrollata delle tensioni». In precedenza Erdogan aveva parlato di «azioni sconsiderate, illegali e aggressive del governo Netanyahu» che «minacciano di far precipitare la regione e il mondo nel disastro».

Ma tutto il mondo è preoccupato per la polveriera Medio Oriente. Naturalmente ciascuno con posizioni legate ai propri interessi. Non sorprende così che la Cina si sia affrettata a condannare «con fermezza la violazione da parte di Israele della sovranità, della sicurezza e dell’integrità territoriale dell’Iran». Il ministro degli Esteri di Pechino Wang Yi, in una telefonata con la controparte iraniana Seyed Abbas Araghchi, ha detto che «l’attacco agli impianti nucleari» di Teheran ha creato un precedente pericoloso e potrebbe avere conseguenze catastrofiche».

Le azioni di Israele, ha aggiunto Wang, «violano gravemente gli scopi e i principi della Carta dell’Onu». La Cina si dice disposta a «mantenere i contatti con l’Iran e le parti interessate e a continuare a svolgere un ruolo costruttivo nel promuovere la distensione della situazione».


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