Lazio

Tre lezioni di civiltà dalla Caritas di Roma

Si racconta che uno studente abbia chiesto alla famosa antropologa Margaret Mead quando fosse cominciata la civiltà e lei abbia mostrato un femore d’epoca preistorica guarito da una frattura. Fino ad allora chi si fosse rotto una gamba sarebbe morto di fame, ma quell’osso guarito testimoniava che qualcuno si era preso cura della persona inferma, con cui aveva condiviso il suo cibo: quella presa in cura era stato il passaggio dalla sopravvivenza del più forte alla cura del più debole. È con il prendersi cura di un’altra persona che ha inizio la cultura e la civiltà: una civiltà che non curi i deboli è animalesca nell’accezione peggiore.

Tre recenti pubblicazioni sono, nel loro piccolo, il baluardo della civiltà: il Rapporto Caritas sulla povertà 2024, il Manuale operativo dei diritti e la nuova edizione della Guida informativa del volontariato nella Caritas Diocesana di Roma.

Sono pubblicazioni della Caritas, ovvero di un organismo della Chiesa cattolica, e questo dovrebbe farci riflettere, perché non fa che mostrare quei valori cristiani che, lo si voglia o meno, sono a fondamento di ogni società: giustizia, solidarietà, partecipazione sociale, pluralismo e rispetto di ogni uomo.

Nessuna democrazia può fare a meno del volontariato perché nasca un senso di appartenenza tra i cittadini e siano così parte attiva nella società. Purtroppo, sin dalla fondazione della Caritas nel 1971, lo Stato italiano ha invece solo di rado apprezzato il valore di civiltà democratica del mondo dei volontari e se ne è relazionato più che altro per risparmiare sui propri servizi sociali, riconoscendo così, senza volerlo, di aver bisogno anche della Chiesa per risultare un paese civile. 

Il Manuale è il completamento del Rapporto Caritas sulla povertà 2024, ne è la sua conseguenza, come la Guida ne è la presa in carico personale. La presentazione del Rapporto lo scorso novembre, d’altra parte, non era stato l’ennesimo grido nel deserto: il direttore Trincia aveva messo in evidenza la “povertà abitativa” del 22,7% delle persone aiutate dalla Caritas a Roma e aveva così spinto il sindaco Gualtieri e il Presidente della Regione Rocca a pensare a delle soluzioni.

È un problema antico e bisognoso di ben altri interventi, però: è dal 2022, infatti, che non sono rifinanziati il Progetto locazione e il Fondo morosità incolpevole, così come cadranno ancora nel vuoto gli appelli ai proprietari di case sfitte finché non si metterà mano a una legislazione meno penalizzante verso di loro. 

A leggere il Rapporto, sembra che siano diventati terra bruciata senza la Caritas interi settori della vita degli italiani. La Caritas nazionale ha infatti dovuto elargire in cinque anni 42 milioni di euro per sopperire alle mancanze dei nostri governi, soldi provenienti dai fondi dell’8×1000 e dalle diverse diocesi italiane. Siamo in continua emergenza, perché ciò che sarebbe di norma un fatto eccezionale è diventata una semplice normalità. 

È preoccupante ormai da decenni il sovraffollamento delle nostre carceri: una popolazione di 61.862 detenuti è ospite in strutture dalla capienza massima complessiva di 51.196; qui la Caritas è presente accompagnando chi vive nel carcere, sostenendo le loro famiglie e provvedendo al reinserimento sociale.

E ancora alla Caritas si sono rivolte molte persone dopo l’abolizione del Reddito di cittadinanza e la sostituzione con l’Assegno di inclusione – per le famiglie con minori e disabili – e il Supporto alla formazione e al lavoro – per finanziare percorsi di reinserimento lavorativo. Il cambiamento ha lasciato fuori il 50% dei nuclei familiari, circa 331.000 famiglie, in parte per volontà del legislatore, in parte per l’iter di accesso ai suoi fondi molto complesso.

I Municipi sanno di poter sempre ricorrere alle associazioni di volontariato e ai comitati spontanei dei cittadini per incidere nei quartieri di Roma e sono perciò aumentate anche le sinergie tra Municipi e Caritas diocesana; ne sono un esempio il protocollo d’intesa firmato dal Municipio III, il progetto del Municipio V di inclusione sociale delle persone vulnerabili e il progetto «Anziani in movimento» nel Municipio II. Il Municipio VII si è rivolto direttamente ai Centri d’ascolto parrocchiali per dare supporto ai propri servizi sociali. 

L’aumento del 41,6% dal 2015 a oggi delle persone che si rivolgono alle strutture della Caritas manifesta il degrado della politica nazionale; alcuni si dicono comunque soddisfatti che l’incremento dei disagi psichici del 15,2% risulti piuttosto contenuto rispetto a una situazione di tale degrado sociale. La povertà momentanea spinge all’impegno, ma quando è percepita come insuperabile, toglie speranza e porta all’inerzia; è per questo che il Rapporto è stato intitolato «Fili d’erba nelle crepe. Risposta di speranza».

Se il Rapporto evidenzia le mancanze, il Manuale operativo dei Diritti rende noti gli strumenti per tamponare i problemi. La toppa non è la soluzione, ma è pur sempre ciò che ti permette di restare a galla, e questo è già tanto. 

Il Manuale è tra gli strumenti più utili in questo momento: se la povertà economica si accompagna a povertà educativa e a questa si aggiunge la difficoltà di accesso alle informazioni e alle opportunità, la società ristagna e la disperazione trionfa. Il Manuale indica ciò che già c’è e spinge a farne buon uso, finché si può; vi sono raccolti gli interventi delle istituzioni pubbliche e quelli di soggetti privati e parti sociali che forniscono beni, prodotti e servizi. 

Il diritto di conoscere i propri diritti non è sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU; è così scontato che non si è sentito il bisogno di inserirlo: avere diritti e non saperlo, infatti, renderebbe impossibile farseli riconoscere. Per questo è così importante il Manuale: risponde a un’esigenza di base. Nella sua schematica semplicità, il Manuale è un piccolo strumento di democrazia.

Nato per far conoscere le misure emanate durante l’emergenza Covid-19, all’inizio del 2023 è stato completamente rivisto. Nasce per gli operatori e volontari delle Caritas parrocchiali che sono in contatto con persone fragili e incapaci di farsi valere, ma la sua lettura è utile a tutti, perché fragili in Italia sono tutti coloro che hanno a che fare con la burocrazia nazionale.

Esistono d’altronde bisogni diversi e a chi nutre il desiderio di sporcarsi le mani la lettura della Guida del volontariato è indispensabile: «Il valore aggiunto che ogni volontario porta ad un’organizzazione è il dono gratuito di sé, cioè di quell’insieme di impegno, esperienza, passione e talento che ogni persona esprime in maniera unica e originale», è riportato nell’introduzione. È così che si ottiene il pieno sviluppo della propria persona e non si lascia al fuoco dei propri ideali di produrre solo il fumo di una vuota retorica; ascoltare oppure ospitare, accogliere oppure affiancare: è al nostro cuore che spetta scegliere come e dove operare. Non c’è spazio per chi vuole fare da solo, perché il male nasce sempre da una solitudine e spinge a una solitudine ancora maggiore, ma fare il bene, e farlo bene, lo si può fare solo insieme a qualcuno. Si può amare solo in un ambiente di amore, si può dare solo ciò che si vive; per questo è necessario un gruppo, una struttura, un ambiente.

Lasciamo perdere per quest’anno romanzi e poesie, saggistica scientifica o di largo consumo: se siete d’accordo, per la loro semplice prosa, perché la loro lettura contiene insieme sdegno e speranza, incoroniamo la trilogia della Caritas come vincitori tra i “libri dell’anno”!

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https://www.caritasroma.it/manualediritti/

https://www.caritasroma.it/wp-content/uploads/2024/11/Tra_Indifferenze_e-Speranze-_-Rapporto_Caritas_2024.pdf

https://www.caritasroma.it/pubblicazioni/guida-al-volontariato/

https://abitarearoma.it/rapporto-poverta-caritas-gualtieri-mi-faro-portavoce-moratoria-sfratti/


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