Torino rende omaggio ad Alfred Eisenstaedt, l’occhio di Life
In programma fino al prossimo 21 settembre presso il Centro italiano per la fotografia (Camera) di Torino, la mostra ‘Alfred Eisenstaedt’ ripercorre la carriera di uno dei principali fotografi della famosa rivista americana Life. Curata da Monica Poggi, mette in scena una selezione di 170 immagini, molte delle quali mai esposte, che coprono un arco cronologico che va dai primi anni ’30 fino agli anni ’80. Autore del famoso scatto ‘V-J Day in Times Square’ che ritrae l’iconico bacio tra un marinaio e un’infermiera al termine della Seconda Guerra Mondiale, Eisenstaedt ha saputo cogliere magistralmente l’essenza del mondo e della sua contemporaneità.
Nato nel 1898 a Dirschau, Polonia, Alfred Eisenstaedt scopre la fotografia da adolescente quando uno zio gli regala una Eastman Kodak Nr. 3. Alla fine degli anni ’20 inizia la sua avventura professionale con l’Associated Press. La svolta arriva nel 1929, con la pubblicazione dei suoi scatti sulla rivista tedesca ‘Berliner Illustrirte Zeitung’. Per sfuggire alle leggi razziali, nel 1935 è costretto a emigrare negli Stati Uniti dove inizia a lavorare per Life, firmando alcuni dei suoi servizi più iconici. Eccellente narratore visivo, Eisenstaedt possiede l’abilità di catturare il momento decisivo, quello che racchiude una storia completa in un singolo fotogramma. Per questa ragione è considerato uno degli autori che maggiormente hanno contribuito a definire il fotogiornalismo americano.
Il percorso espositivo prende avvio dai primi scatti nella Germania degli anni Trenta, dove Eisenstaedt rappresenta inquietanti testimonianze del regime nazista. Un esempio emblematico è il ‘Ritratto di Joseph Goebbels’, scattato durante un incontro della Società delle Nazioni a Ginevra. Inizialmente, il gerarca si mostra amichevole con il giovane reporter che all’epoca lavora per la tedesca AP. Tuttavia, il suo atteggiamento cambia drasticamente non appena scopre l’origine ebraica di Eisenstaedt. Lo scatto immortala Goebbels mentre fissa direttamente l’obiettivo del fotografo con uno sguardo universalmente descritto come denso di odio, disprezzo e rabbia. La mostra prosegue poi con le vivide immagini della vita negli Stati Uniti nel periodo del boom economico che raccontano un Paese in rapida evoluzione.
Fra i ritratti dell’esposizione segnaliamo quelli di personalità celebri come Marilyn Monroe, Sophia Loren, Albert Einstein e J. Robert Oppenheimer, immortalati in pose naturali che ne catturano l’essenza più autentica. Una sezione speciale è dedicata al reportage che Eisenstaedt realizza in Europa prima della Seconda Guerra Mondiale. La serie offre uno sguardo su un continente sull’orlo del baratro, eppure incredibilmente ricco culturalmente. Non manca, infine, un’area dedicata agli scatti dell’Italia nel dopoguerra che propone un’analisi profonda di una nazione che, rinascendo dalle ceneri del conflitto, sta affrontando un’intensa fase di ricostruzione.
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