The Weekender: ascolta gli album di Stereolab, Sparks, These New Puritans (e molti altri…) usciti oggi

Da qualche anno ormai il venerdì è il giorno della settimana consacrato alle uscite discografica. Quale migliore modo allora per prepararsi mentalmente all’imminente sospirato weekend se non quello di passare in rassegna le migliori album usciti proprio nelle ultime ore ?
I dischi attesi per mesi sono finalmente tra noi… buon ascolto.
STEREOLAB – “Instant Holograms On Metal Film”
[Warp Records]indie-pop
Il loro primo album in quindici anni con tredici canzoni scritte da Laetitia Sadier e Tim Gane; eseguite da Laetitia, Tim, Andy Ramsay, Joe Watson e Xavi Muñoz, che compongono l’attuale formazione del gruppo dal vivo. Nell’album sono presenti i contributi di Cooper Crain e Rob Frye (Bitchin Bajas), Ben LaMar Gay (International Anthem), Ric Elsworth, Holger Zapf (Cavern Of Anti-Matter), Marie Merlet e Molly Hansen Read.
SPARKS – “MAD!”
[Transgressive Records]indie-rock
Ron Mael è uno dei nostri più acuti osservatori dei costumi sociali. In un’altra arte – drammaturgo, fumettista, romanziere, cineasta, cronista – sarebbe un Moliere, un Hogarth, un Fitzgerald, un Altman, uno Swift. Suo fratello Russell Mael ha il talento di trasmettere queste osservazioni in un modo unico e accattivante, dotato di una voce da controtenore di straordinaria estensione. L’alchimia tra Ron alle tastiere e Russell alla voce è semplicemente inimitabile. “MAD!” vede Ron e Russell esaminare fenomeni culturali come gli zaini firmati, i tatuaggi, la devozione performativa (che sia verso un Dio, un amante, una celebrità o una squadra sportiva), l’egemonia della battuta e l’ascesa degli influencer.
THESE NEW PURITANS – “Crooked Wings”
[Domino]indie-rock
“Crooked Wing” è il quinto album della band, il primo dopo sei anni, ed è stato prodotto da Jack Barnett e dal fondatore dei Bark Psychosis Graham Sutton, con la produzione esecutiva di George Barnett. “Questo album è più surreale e in qualche modo più diretto di qualsiasi altra cosa che abbiamo fatto“, afferma George.
SOPHIA KENNEDY – Sqeeze Me
[City Slang Records]psichedelia, pop
Un commento più disilluso sullo status quo del mondo in generale. La complessità delle relazioni interpersonali, le questioni legate alle dinamiche del potere e la ricerca dell’autodeterminazione – temi storici per la Kennedy – si susseguono come una narrazione coesa in tutto l’album. Più minimalista rispetto ai suoi lavori precedenti, “Squeeze Me” è ricco del dono della Kennedy per le melodie orecchiabili con un certo appeal pop e tinte psichedeliche
WITCHCRAFT – “Idag”
[Heavy Psych Sounds]doom-folk-hard rock
A più di vent’anni dal loro debutto, il settimo album dei Witchcraft, “Idag”, è un atteso resoconto completo di chi sono come band. Coloro che hanno chiesto a gran voce il ritorno a un sound più antico, radicato nel progressive e nell’heavy rock classico degli anni ’70, apprezzeranno il ritmo incalzante di “Irreligious Flamboyant Flame”, mentre la title track di otto minuti è il brano più pesante che la band abbia mai registrato, e una serie di brani acustici intervallati contribuiscono a creare una visione di un nuovo doom folk soulful che prende forma mentre la band continua ad andare avanti inesorabilmente.
TURIN BRAKES – “Spacehopper”
[Cooking Vinyl]indie-pop-rock
“Siamo tornati deliberatamente ai Konk Studios dove abbiamo realizzato The Optimist LP, dopo esserne rimasti lontani per 25 anni“, dice il frontman Olly Knights. “In un certo senso per connetterci alla fonte ma anche per essere chi siamo ora in quella stanza fantastica. Sembrava che delle forze profonde e invisibili si muovessero in giro. Il nuovo disco è totalmente a sé stante; ci sono piccoli accenni al debutto, ma è una bestia diversa. Non potrà mai essere semplice e perfetto come il debutto, quindi non ci abbiamo provato; ci siamo sostenuti da soli“.
SOLARIS – “…e alla fine della storia non c’è alcuna redenzione
[Bronson Recordings]alt-rock, post-rock
“…e alla fine della storia non c’è alcuna redenzione” è il nuovo album dei Solaris a 4 anni d’uscita dall’ultimo disco. “Rappresenta un’evoluzione significativa nel nostro percorso musicale. Registrato a luglio 2024 al Vacuum Studio di Bologna con la sapiente guida di Enrico Baraldi, il disco è il frutto di un’intensa fase creativa iniziata nell’ottobre 2023. Per ritrovare l’essenza del nostro suono e spingerci verso nuove direzioni, ci siamo isolati in una casa in collina, un ambiente remoto che ha alimentato la concentrazione e la sperimentazione. La visione era chiara: realizzare un album più diretto, caratterizzato da suoni serrati e potenti che affondano le radici nel noise rock, con un’energia viscerale e d’impatto“.
SPORTS TEAM – “Boys These Days”
[Bright Antenna]indie-rock
Pensate a un incontro tra i Prefab Sprout e i Roxy Music: la band unisce una visione lirica profonda alle loro performance musicali più dinamiche fino ad oggi, Sports Team si sta inoltrando nell’abisso dei contenuti. Una “giostra dei peccati del XXI secolo“, questa analisi arguta e penetrante della vita moderna è al tempo stesso una critica e una celebrazione dei nostri tempi. Sì, “Boys These Days” prende di mira tutto, dal clamore pubblicitario alle disfunzioni relazionali, posizionandosi nel punto in cui l’onda digitale si infrange sulle rive della vita reale, ma la loro prospettiva è alimentata dall’immersione in quel paesaggio, poiché gli Sports Team stanno scorrendo insieme a tutti noi.
SKUNK ANANSIE – “The Painful Truth”
[FLG Records]indie-rock
“The Painful Truth”, a quanto ci dicono le note stampa. è un album davvero ipnotico, provocatorio, potente ed emotivo, che mostra una band all’apice delle proprie forze, ma con ancora tutto da dimostrare. “Non mi interessa se siamo stati grandi negli anni Novanta“, afferma la cantante Skin. “Dal punto di vista creativo è irrilevante, perché nella mia bibbia del rock il primo comandamento recita: “Se ti adagi sugli allori, appassisci e muori artisticamente, musicalmente e mentalmente. E poi finanziariamente“.
CASINO ROYALE – “Fumo”
[Asian Fake]indie-alt-pop
Potremmo definirla una vera e propria “suite”, un flusso di “immagini sonore” raccolte in brani, pensati per essere ascoltati in sequenza. La volontà è quella di andare in direzione contraria all’ascolto rapido veloce e superficiale che predomina spesso la fruizione musicale oggi. Un racconto sonoro dove le parole descrivono gli scenari attuali, raccontando scontri, dualismi esasperati, ansie, pericoli e relazioni tra singoli e gruppi che portano ancora una volta in fine al voler affidarsi al “positivismo della volontà”.
ROBERT FORSTER – “Strawberries”
[Tapete]indie-pop-rock
Robert Forster è uno dei rari casi di artisti con un passato illustre le cui opere attuali continuano a conquistare il nostro affetto. “L’ultimo album era molto personale“, racconta Robert, “Non ho scritto nulla per circa un anno dopo aver terminato ‘She’s a Fighter’ per l’ultimo album. Poi ho semplicemente iniziato a scrivere canzoni che erano qualcosa di leggermente diverso. Sono venute fuori naturalmente. Non avevo un tema preciso, erano semplicemente più leggere, descrivevano situazioni un po’ al di fuori di me stesso. E ho pensato che andassero bene. Era un posto dove potevo rifugiarmi“.
BRIDESHEAD – “You Are The Light”
[Shelflife]indie-pop
Per essere una band con 30 anni di carriera alle spalle, beh, sembra che i Brideshead siano appena arrivati, vista la loro freschezza e il loro slancio. Sono passati quasi dieci anni dalla loro ultima uscita, ma questo disco dimostra la loro capacità di lavorare sia nell’ambito dell’indie-guitar-pop classico che con le miscele più moderne dell’ indie.
DEATH AND VANILLA – “Whistle and I’ll Come to You”
[Fire]alt-rock
Il trio svedese Death And Vanilla, dopo le acclamate colonne sonore reinterpretate di “Vampyr” (2017) e “The Tenant” (2018), torna con la sua versione della colonna sonora della serie TV cult del 1968 “Whistle And I’ll Come To You”. In un momento in cui l’elettronica post-ambient e la musica folk tormentata convivono e l’interesse del pubblico per i riti e i rituali pagani è stato risvegliato da una nuova generazione di fan, la trama bizzarra di “Whistle And I’ll Come To You” sembra ancora più pertinente… e stranamente inquietante.
CASSIA HARDY – “In Relation”
[Mint]indie-rock, cantautorale
“In Relation”, il disco di debutto della cantautrice Cassia Hardy è un riconoscimento del peso del passato, alla ricerca di un mezzo per sopravvivere al presente e oltre. Storie raccontate attraverso ritmi imponenti costruiti da synth e archi, spinti sempre avanti da un beat inesorabile, la colonna sonora per fare il punto su tutte le cose meravigliose perdute e ritrovate.
DWELLERS – “Corrupt Translation Machine”
[Small Stone Records]hard-rock, psichedelia. progressive
Il suggestivo intreccio sonoro dei Dwellers si è evoluto in termini di tecnica, intenzionalità e performance. “Corrupt Translation Machine” pone i Dwellers come un’entità singolare, coinvolgendo il progressismo classico e l’ampiezza nell’undici minuti di “Marigold (Heart of Stone)” o passando al fragore di “The Beast” o alla pesantezza di “The Maze”. I Dwellers riuniscono idee provenienti da una vasta gamma di stili, dallo space rock al grunge più sporco e l’esperienza di ascolto diventa meno una questione di genere e più una questione di anima.
THALIA ZEDEK BAND – “The Boat Outside Your Window”
[Thrill Jockey]alt-rock, blues
La maestria della Zedek nella composizione è in piena mostra in “The Boat Outside Your Window”. La sua voce musicale unica rimane potente e incisiva. Coltivando il suo sound con determinazione e una visione risoluta dell’umanità, le parole e la musica della Zedek sono entrambe e capaci di catturare le profonde complessità emotive della vita. “The Boat Outside Your Window” ci dice che Thalia Zedek che raggiunge nuove vette, rafforzando il suo status di cantautrice e voce senza pari.
SMERZ – “Big City Life”
[escho]indie-alt-pop
Le Smerz continuano a delineare il loro territorio wyrd-pop anche nel loro secondo album vero e proprio, questa volta per l’etichetta Escho, spogliandosi della nostalgia club e amplificando le armonie R&B eccentriche: una sorta di anello mancante geniale tra Astrid Sonne, Cibo Matto e Luscious Jackson.
MERLI ARMISA – “Ortensie Comete”
[Dischi Sotteranei]alt-pop, ambient
Con questo album, Merli Armisa conferma la sua capacità di raccontare storie emotive attraverso una musica che esplora l’universale con un linguaggio sonoro unico, che fonde la malinconia con la speranza, il passato con il futuro. Un disco che invita a perdersi nei suoi paesaggi e a ritrovare il senso di meraviglia nelle piccole cose. Musicalmente segna un’evoluzione che si allontana dalla pura estetica lo-fi del disco precedente per esplorare atmosfere shoegaze e ambient, con una palette più ricca e stratificata anche grazie all’ingresso di pianoforte, chitarra acustica e la batteria di Giacomo Ferrari (Generic Animal, Asino, Liquami).
FROMM – “You Can’t Kill Time with Your Heart”
[Doremillaro Records]electro art punk
In questo album il trio si libera dalle ultime sovrastrutture ed etichette per lasciare spazio a un’espressione diretta e viscerale. L’arte deve scuotere, interrogare e aprire nuove letture della realtà, e in questo caso esplora la percezione del tempo in modo complesso e psichedelico, segnando un confine tra passato e futuro, distruggendo le barriere e aprendo nuovi orizzonti. Musicalmente, l’album fonde post-punk, art rock, electro-punk e indie, giocando con distorsioni, dissonanze e ritmiche spezzate, alternando caos e melodia. Il sound è urgente, riflessivo, spietato e malinconico.
LAURYYN – “Aritmia”
[Sun Village Records]pop, R&B
Interamente prodotto da Filippo Bubbico il disco unisce una scrittura introspettiva a un sound elettronico che mescola r&b e pop, mantenendo sempre un tono personale e autentico. In un tempo in cui l’autoanalisi e la consapevolezza di sé stanno conquistando sempre più spazio nella quotidianità dei giovani, ogni traccia del disco incarna frammenti di questa ricerca. Lauryyn affronta temi come la solitudine, il legame con le proprie radici, i rapporti familiari, l’amore e il confronto con l’altro, cercando nella scrittura una chiave di lettura o una nuova sfida con sé stessa.
THE SHALALALAS – “Just the way we do”
[Bassa Fedeltà]alt-folk-pop
A dieci anni dal loro primo LP “There are 3 las in Shalalalas”, il duo romano The Shalalalas torna con “Just the way we do”, il nuovo album che racchiude tutto il loro percorso. Un disco libero e sincero che spazia tra rock, indie-pop e suggestioni dream-folk e che contiene sei brani inediti, diversi tra loro ma legati da una visione musicale coerente e personale, costruita nel tempo.
LONERIVER – “About You EP”
[Believe / Hoodooh ]alt-folk
Dopo l’uscita in digitale e vinile, a dicembre 2024, del doppio singolo“The End / Without You”, Loneriver torna con una nuova raccolta di brani,originariamente prodotti e suonati in completa solitudine, proposti in una nuova veste che vede la partecipazione di Marco Fasolo (Jennifer Gentle / I Hate My Village) alla produzione e alle registrazioni. Le atmosfere sixties si intrecciano alle sonorità indie-folk delle slide guitars, mentre gli organi distorti aggiungono profondità e colore. Ogni brano è un delicato equilibrio tra speranza e disillusione, cinque tracce in cui si condensano gli opposti, in cui si coglie il dualismo tra la vicinanza e la separazione, tra l’amore e la solitudine.
FAZIO – “Ma ti pare EP”
[autoproduzione]indie-pop
Il racconto onesto di sé stessi, la voglia di specchiarsi nella musica per scoprire la propria – vera – immagine; FAZIO si mette in gioco con “Ma ti pare”, il suo primo EP. Un concentrato di autobiografia e sincerità che si muove sui ritmi di un pop leggero e frizzante; come in un sogno ad occhi aperti, le 4 tracce si riempiono di un mood poetico e colorato che intrattiene e avvolge l’ascoltatore. Dalla schiettezza di “Giovanni” e di “Canzonetta” alla delicata rassegnazione di “Come sei” (che vede il featuring di Lumen), fino al dolce epilogo di “Fatti miei”, FAZIO confeziona un EP che profuma di conforto e di primavera.
HANGMOON – “Horizon EP”
[autoproduzione]indie-rock
Tra trascendenza e malinconia, Hangmoon è una lotta contro il vuoto che ci circonda.
Creato nel 2019 da Adam Courtinot, il progetto Hangmoon nasce da una notte di vagabondaggio e allucinazioni spaventose nel vasto deserto messicano. Eterea, intensa e introspettiva, la musica è il riflesso di questa esperienza.
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