Molise

Terremoto Campi Flegrei, Molise e Abruzzo pronti ad accogliere 12mila sfollati in caso di necessità – isNews

Il piano di evacuazione stilato dalla Protezione Civile prevede un gemellaggio con il Comune di Monte di Procida, situato nella zona rossa. Oggi una nuova scossa di magnitudo 3.9


di Deborah Di Vincenzo

CAMPOBASSO/MONTE DI PROCIDA. Crisi bradisismica nei Campi Flegrei: resta alta l’attenzione sulla sua evoluzione e, intanto, oggi una nuova scossa – di magnitudo 3.9 – si è registrata alle ore 13.33.

E proprio alla luce delle recenti scosse che si sono registrate negli ultimi giorni, si torna a parlare dell’evacuazione dell’area: uno scenario possibile nel caso in cui gli studiosi dell’Ingv dovessero ritenere che non ci siano più le condizioni di sicurezza per i residenti. Una cosa è certa: si tratterebbe di una operazione estremamente complessa di Protezione Civile, perché significherebbe organizzare l’esodo di circa mezzo milione di persone in tre giorni.

Il piano stilato dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e dalla Protezione Civile della Regione Campania, prevede un gemellaggio tra le regioni e le provincie autonome con i comuni dell’area flegrea. Le regioni/province si faranno carico della popolazione di uno dei comuni dell’area Flegrea in caso di evacuazione. Per il Comune di Monte di Procida, che conta circa 12.000 abitanti, la Regione Abruzzo e la Regione Molise si occuperanno di accogliere e distribuire la popolazione sui propri territori.

Per il Molise il piano stabilisce che, attraverso la Protezione Civile regionale, la popolazione sfollata – circa 6mila persone – sarà trasferita in autobus nelle due aree di accoglienza individuate a Pozzilli e a Campochiaro. Da lì, dopo aver fornito ogni tipo di assistenza necessaria, le persone saranno accompagnate nelle strutture di accoglienza e assistenza a loro destinate.

In Abruzzo, invece, il  punto di accoglienza è stato individuato nel comune di Castel di Sangro.

Monte di Procida è uno dei Comuni inseriti nella zona rossa. Si tratta dell’area per cui l’evacuazione preventiva è, in caso di “allarme”, l’unica misura di salvaguardia per la popolazione.


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