Umbria

Termovalorizzatore addio, in Umbria via alla ricerca di soluzioni alternative


di Daniele Bovi

Superare il termovalorizzatore come soluzione per la chiusura del ciclo dei rifiuti: è questo l’obiettivo principale della Regione con l’avvio della procedura di revisione del Piano regionale di gestione integrata dei rifiuti, formalizzato da Palazzo Donini nelle scorse ore. Palazzo che punta a un cambio di paradigma nella gestione dei rifiuti, orientato a prevenzione, recupero di materia e autonomia territoriale.

Niente impianto Lo stop al termovalorizzatore voluto dalla precedente giunta, è arrivato con la vittoria del centrosinistra alle regionali di novembre, dopo le quali i nuovi vertici di Auri (l’Autorità regionale per i rifiuti e l’idrico) hanno fermato la procedura con la quale si chiedeva ai privati di presentare delle proposte. A inizio anno, poi, la maggioranza in consiglio regionale ha chiesto al nuovo esecutivo di individuare alternative strutturali, tecnologiche e organizzative, in linea con i principi dell’economia circolare. 

Il gruppo di lavoro La scelta rappresenta dunque un cambio netto rispetto alla pianificazione approvata a fine 2023 dalla giunta Tesei, che prevedeva la realizzazione di un termovalorizzatore con recupero energetico entro il 2028 e la contestuale eliminazione degli impianti Tmb, quelli dedicati al trattamento meccanico-biologico dei rifiuti. A guidare la revisione del piano sarà un gruppo di lavoro istituito dalla Regione: a farne parte saranno tecnici e dirigenti della Regione, di Auri e di Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.

Gli obiettivi Contestualmente alla creazione di questo gruppo di lavoro, Palazzo Donini ha rivisto anche gli obiettivi strategici: le nuove direttrici si fondano su target più avanzati in materia di raccolta differenziata, riciclo e riduzione del rifiuto residuo. Il piano in revisione punta al 75 per cento di raccolta differenziata già entro il 2028 (in anticipo di due anni rispetto a quanto ipotizzato con il precedente Piano), all’80 per cento nel 2030 e al 90 per cento nel 2035. L’indice di riciclo dovrà raggiungere il 60 per cento nel 2028 (anche qui in in anticipo di due anni) e il 65 per cento entro il 2035. Riguardo alla produzione di rifiuti, l’obiettivo è quello di non superare i 100 chili per abitante all’anno in tutti i comuni entro il 2030. 

Le discariche Sul fronte discariche, senza termovalorizzatore le percentuali vengono riviste al rialzo: se il precedente Piano parlava di un 7 per cento massimo di conferimenti entro il 2030, ora invece l’asticella è fissata al 30 per cento entro il 2027, al 20 entro il 2030 e al 10 entro il 2035. Come chiudere però il ciclo dei rifiuti? Accantonato il termovalorizzatore andranno trovate «le più efficaci soluzioni alternative»: sul punto, Auri dovrà raccogliere proposte da gestori e concessionari per il potenziamento degli impianti esistenti, valutare soluzioni transitorie e definire i fabbisogni in raccordo con il nuovo Piano d’ambito in fase di redazione. Inoltre si pensa a un rafforzamento del sistema di trattamento e riciclo esistente: l’obiettivo è infatti quello di «implementare gli impianti esistenti di trattamento meccanico biologico – è scritto negli atti di Palazzo Donini – e realizzare nuovi impianti di recupero e riciclo di materia».

Tre fasi La procedura di revisione si articolerà in tre fasi. Nella prima, già avviata, è previsto l’insediamento del gruppo di lavoro tecnico, la definizione di modalità di consultazione, l’analisi delle proposte raccolte e la predisposizione della struttura del piano. La seconda fase riguarderà l’elaborazione della proposta di revisione e del rapporto preliminare ambientale, da sottoporre poi alla Valutazione ambientale strategica. La terza e ultima fase varierà in base all’esito della verifica di assoggettabilità a Vas: se esclusa, si procederà con l’adozione diretta da parte della giunta e il successivo invio al consiglio regionale; se necessaria, sarà elaborato il rapporto ambientale completo, pubblicata la proposta e valutate le osservazioni prima dell’adozione finale.

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