Piemonte

Sviluppo sostenibile, un premio alla foresta del Po piemontese

Se cercate le parole ‘foresta condivisa’ nel nostro motore di ricerca trovate almeno 39 risultati. Il primo articolo è del 20 novembre 2020, anno in cui i due Enti di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino e del Po torinese annunciavano la loro imminente unione in un unico Ente gestore – quello delle Aree protette del Po piemontese – portandosi in dote un progetto condiviso: quello, appunto, della foresta condivisa, diventata quasi una dote nuziale ma anche un bel traguardo dopo un percorso di tutela del Fiume Po iniziato 35 anni prima.
Poi, si continua con i 300 alberi che l’Azienda SandenVendo di Coniolo ha permesso, con il suo sostegno, di piantare all’Isola Colonia di Palazzolo: dando il via all’ambiziosa idea di veder crescere un albero per ogni abitante delle Aree protette e, nell’arco di 10 anni, costruire 200 chilometri di “foresta di vicinato”, raggiungibile dai cittadini dei centri abitati situati nella fascia fluviale. Si trattava di piante autoctone per riqualificare l’area, creando un corridoio ecologico.

Si continua con il contibuto del Rotary International Distretto 2031 che ha permesso la realizzazione di due interventi in due zone: la prima, in provincia di Torino era l’Isolone di Bertolla, dove sono state messe a dimora 110 piante (di specie nocciolo, pioppo bianco, ciliegio, acero campestre, olmo ciliato, carpino bianco e frassino maggiore); la seconda in provincia di Vercelli nel Comune di Crescentino, in località Porzioni, nei pressi del Centro di Educazione Ambientale “Cascina Ressia” con la messa a dimora di 190 piante (di specie ciliegio a grappoli, ontano nero, biancospino, nocciolo e pallon di maggio). Era maggio 2021. 

A gennaio del 2022, su 38 progetti finanziati in tutta Italia dal Ministero della Transizione Ecologica, quello delle Aree protette del Po piemontese (la “Foresta condivisa del Po piemontese”) risulta il primo su scala nazionale. Ed è in aprile dello stesso anno che, grazie al medesimo progetto, vengono reclutati sei operatori attraverso un bando emesso dai Centri per l’impiego che hanno attinto da graduatoria di persone disoccupate con requisiti di accesso prestabiliti: si tratta, infatti, di un gruppo interculturale, formato da due armeni, una giovane nigeriana e tre italiani. Perchè la foresta condivisa è occasione di lavoro, ma anche ‘diritto di cittadinanza’ tanto che alcuni privati cittadini donano circa cinque ettari a favore della foresta. Si trattava di terreni di grande interesse ambientale, lasciati in libera evoluzione secondo la propria vocazione naturale. 

A giugno 2022 si inaugurano tre nuove porzioni a Carmagnola, Fontanetto Po e Torino: le aree si trovano alla Gora del Po Morto nella Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) “Po Morto di Carignano”, a Fontanetto Po nella ZPS “Fiume Po – tratto vercellese alessandrino” e a Torino, all’interno dell’Isolone di Bertolla nella “Meisino (Confluenza Po-Stura)”. A luglio dello stesso ann si aggiungono cinquanta ettari di un territorio che fa parte dei comuni di Pontestura e di Camino in provincia di Alessandria, nel Parco naturale del Po piemontese e nel cuore della ZSC “Ghiaia Grande (Fiume Po)”, per un terzo una zona umida e per due terzi boschi intervallati da radure, un’area rinaturalizzata diventata pubblica. Il 2022 è un anno partcolarmente fortunato per il progetto, tanto che la Zschimmer & Schwarz SpA con sede a Tricerro (VC), società leader nella produzione di ausiliari chimici destinati alla preparazione di prodotti per il settore personal care, detergenza domestica e industriale, devolve la somma di 20mila euro alla cura e manutenzione della foresta. 

Poi c’è stata, nell’aprile 2023, una giornata di volontariato organizzata da Legambiente, con la partecipazione di 28 dipendenti dell’azienda PepsiCo Italia che hanno messo a dimora 200 nuovi alberi sulle sponde del Po, in località Malpensata. La donazione della Cooperativa Frassati – Servizi alla Persona che ha reso possibile piantare 125 nuovi alberi e arbusti di specie nel 2024. 

 La storia del progetto della ‘foresta condivisa’ del Parco del Po piemontese è arrivata anche nella prestigiosa sede torinese di Palazzo Madama, quando le riflessioni di Giovanni Bovio dell’Accademia di Agricoltura di Torino e di Luca Cristaldi, tecnico forestale dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, hanno cercato di spiegare il ruolo che assume il bosco nella Pianura padana rispetto al cambiamento climatico. 

 

Il premio sviluppo sostenibile 

E arriviamo allo scorso luglio 2025, mese in cui l’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese ha inviato la propria candidatura per la 15a edizione del Premio Sviluppo sostenibile promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da Italian Exhibition Group, con il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Il premio è destinato a imprese, start-up e amministrazioni locali, che si sono particolarmente distinte per eco-innovazione ed efficacia dei risultati ambientali e climatici ed economici, nonché del loro potenziale di diffusione. Per l’anno 2025 il Premio per lo sviluppo sostenibile è stato articolato in tre settori: economia circolare, decarbonizzazione e adattamento al cambiamento climatico e interventi di ripristino della natura.

L’Ente gestore ha candidato l’iniziativa “Foresta condivisa“, un percorso che le Aree protette del Po piemontese hanno avviato con l’obiettivo di mettere in connessione e consolidare gli interventi di riqualificazione ambientale attuati negli ultimi 30 anni lungo la fascia fluviale del Po e nelle aree circostanti. Un progetto che ha visto – a oggi – la piantumazione di 500 ettari di foresta distribuiti su 33 Comuni: sono state messe a dimora le specie di alberi e arbusti tipici della Pianura padana come noccioli, pioppi bianchi, ciliegi, aceri campestri, farnie, olmi, carpini, frassini, ontani…

Lo scorso novembre, a Rimini, in occasione di Ecomondo, si è svolta la cerimonia di consegna dei premi e, accanto ai tre vincitori, il progetto della ‘foresta condivisa’ delle Aree protette del Po piemontese è stata segnalato tra i 27 progetti (9 per settore) di particolare interesse e gli è assegnata una targa di riconoscimento che ne ha riconosciuto il valore, essendosi distinta tra i 280 progetti che hanno concorso nel settore “interventi di ripristino della natura”.

Davvero una bella soddisfazione per l’Ente gestore: “Siamo onorati e felici di ricevere questo importante riconoscimento per il nostro progetto della Foresta condivisa” ha spiegato la direttrice, Emanuela Sarzotti. Le aree naturali di prossimità sono preziose per i servizi ecosistemici che svolgono: rispondono localmente ai cambiamenti climatici, ospitano una grande biodiversità e vengono fruite da cittadini e visitatori. Il valore innovativo della Foresta condivisa sta anche nella possibilità che davvero tutti, dai privati alle aziende fino alle associazioni, possono contribuire a realizzarla”.

La ‘foresta condivisa’ rappresenta una risposta concreta alla crisi climatica. Ed è “condivisa” proprio perché ognuno può contribuire a realizzarla: le istituzioni, le aziende agricole, le imprese private, le associazioni ma anche i semplici cittadini possono sostenere il progetto. Sostenuta finora in larga misora da fondi europei e ministeriali, continua a crescere e si mantiene anche grazie (e soprattutto) al contributo di privati cittadini, istituzioni, associazioni e aziende che la rendono viva e partecipata. In una parola, condivisa. 

 

 


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