Umbria

Suicidio assistito, primo caso in Toscana: «Daniele Pieroni ha deciso di morire il 17 maggio»


Daniele Pieroni, 64 anni, residente a Chiusi (Siena), il 17 maggio scorso «ha potuto scegliere con lucidità e serenità di porre fine alla propria vita grazie alla sentenza “Cappato-Antoniani” 242/19 della Consulta e alla legge toscana “Liberi subito”», è scritto in una nota dell’associazione Luca Coscioni che ha seguito il caso di Daniele e sta seguendo anche quello della perugina Laura Santi. Si tratta del primo caso di morte volontaria assistita avvenuto in Toscana da quanto è stata approvata la legge, che è stata comunque impugnata dal Governo.

Daniele Pieroni da 17 anni era affetto dal morbo di Parkinson e, a causa di una grave disfagia, era costretto a vivere con una gastrostomia endoscopica percutanea (PEG) in funzione per 21 ore al giorno. Giornalista e scrittore, Pieroni aveva inviato lo scorso 31 agosto la richiesta alla Ausl Toscana Sud Est per le autorizzazioni del caso e lo scorso 17 maggio ha deciso di autosomministrarsi il farmaco letale all’interno della propria abitazione: «Alle 16:47 Daniele ha attivato il dispositivo a doppia pompa infusiva e alle 16:50 ha smesso di respirare, serenamente». In casa con lui c’erano, su base volontaria, due dottoresse e un medico legale della Asl «che hanno agito con grande umanità e professionalità, come confermato da chi era presente», è scritto in una nota dell’associazione Coscioni, cui Pieroni si è rivolto nell’agosto 2023 contattando il numero bianco (06.99313409) per ricevere informazioni su come accedere alla morte volontaria assistita.

Accanto a Daniele Pieroni il pomeriggio del 17 maggio anche Felicetta Maltese, coordinatrice toscana dell’associazione Luca Coscioni, attualmente indagata insieme a Marco Cappato e Chiara Lalli per aver aiutato un altro cittadino toscano, Massimiliano, affetto da sclerosi multipla, ad accedere al suicidio assistito in Svizzera. «È importante – ha detto Maltese – che la legge abbia funzionato e che l’Asl abbia rispettato i tempi con serietà e rispetto». A definire «la legge toscana sul fine vita, frutto di un’iniziativa popolare sostenuta da oltre 11 mila persone, è un atto di civiltà e responsabilità» sono stati invece Filomena Gallo e lo stesso Cappato, segretaria nazionale e resoriere dell’associazione Coscioni, i quali considerano «l’impugnazione del governo Meloni una scelta ideologica priva di fondamento giuridico, volta a ostacolare un diritto già riconosciuto, come anche la proposta di legge che il governo intende presentare per sbarrare la strada alle Regioni. Intanto, troppe persone continuano a soffrire o a emigrare per morire con dignità. Invitiamo tutte le Regioni ad agire per garantire la libertà e il rispetto delle volontà delle persone».

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