Emilia Romagna

Strage di Suviana, sommozzatori in fondo al lago alla ricerca delle ‘scatole nere’


Giù nell’acqua, a decine di metri di profondità, per recuperare nuove prove che possono fare luce sulle cause dell’esplosione della centrale elettrica di Bargi, sul lago di Suviana, Tra una settimana, il 17 giugno, una squadra di sommozzatori dei vigili del fuoco si immergeranno fino al piano -6 dell’impianto di Enel Green Power alla ricerca delle “scatole nere”, le centraline digitali che contengono informazioni fino al momento della strage del 9 aprile 2024 in cui morirono sette operai e altri sei rimasero feriti.

Un accertamento irripetibile che la Procura ha disposto nell’ambito dell’indagine per omicidio colposo e disastro colposo, in cui sono indagati cinque tra dirigenti di Enel Green Power e responsabili tecnici della centrale. E da fare ancora prima dello svuotamento dell’impianto (che, a oggi, è praticabile fino al piano -5) perché i materiali vanno cristallizzati nello stato in cui erano quando, durante l’operazione di avviamento di una turbina, è avvenuta l’esplosione.

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I sub dovranno raggiungere gli armadi in cui sono contenuti i dispositivi elettrici, tra cui le centraline diagnostiche. Le immersioni, scrivono i giornali locali, saranno tutte videoregistrate e potrebbero proseguire anche il giorno successivo.

Ad attendere sulla terra i sommozzatori ci sarà il consulente nominato dalla Procura, l’ingegnere Giuseppe Montagnola, che porterà i dispositivi recuperati in laboratorio per le analisi informatiche e la rimozione delle memorie interne: saranno i dati contenuti in queste ultime a venire copiati e conservati per ulteriori analisi.

Nel disastro hanno perso la vita sette tecnici al lavoro in quel momento: Adriano Scandellari, 57 anni, di Ponte San Nicolò (Padova), Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano, Alessandro D’Andrea, 37 anni, di Forcoli (Pisa), Vincenzo Garzillo, 68 anni, di Napoli, Pavel Petronel Tanase, 45 anni, romeno e residente nel Torinese, Mario Pisani, 64 anni, di Taranto e Vincenzo Franchina, 35 anni di Messina.

Tra i sei feriti, alcuni riportarono ustioni gravi, ci sono anche tre giovani dell’Appennino bolognese: Leonardo Raffreddato (Camugnano), Nicholas Bernardini (Gaggio Montano) e Jonathan Andrisano (Castiglione).

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