Stop fossili start rinnovabili, Legambiente Umbria e Marche a Serrapetrona
Mobilitazione in uno dei luoghi simbolo della Penisola per dire no alle politiche di sostegno alle fonti fossili. Si sono incontrati al confine tra Umbria e Marche, i due comitati regionali di Legambiente, per porre l’accento sulle aree dell’Appennino attraversate dal mega gasdotto Snam. L’incontro si è tenuto al Rifugio di Manfrica, in provincia di Macerata, un luogo interessato come molti altri umbri e marchigiani dai lavori per la costruzione dell’opera denominata “Rifacimento Metanodotto Recanati-Foligno” (Fraz. Colfiorito) da parte della società Snam Rete Gas.
«Abbiamo scelto Serrapetrona, in provincia di Macerata, perché è un luogo strategico dove osservare da una parte i lavori di un gasdotto in rifacimento, e dall’altra un parco eolico, a testimonianza della contraddizione tra vecchio e nuovo modello energetico», dichiarano Maurizio Zara e Marco Ciarulli, rispettivamente presidente di Legambiente Umbria e Marche. «Un luogo emblematico e rappresentativo del tipico paesaggio dell’Appennino, interessato nel silenzio da nuovi gasdotti che aprono solchi e rendono di fatto il territorio una servitù per interessi altri, mentre le rinnovabili che portano benefici diretti e tangibili ai luoghi e alle persone che li vivono vengono osteggiate in maniera a dir poco rumorosa».
Il richiamo del fossile non molla la presa sul Governo italiano. Nonostante la crisi climatica ed energetica, i costi esorbitanti della bolletta energetica causati dalla dipendenza dall’estero e la necessità di rispettare gli obiettivi europei di azzeramento delle emissioni nette, l’esecutivo continua a legittimare nuovi progetti di sfruttamento di fonti energetiche inquinanti, oltre a delineare un surreale scenario di ritorno del nucleare in Italia.
A confermarlo la mappa “Italia Fossile” di Legambiente realizzata sulla base dei dati del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Ad aprile 2025 sono ben 192 progetti legati alle fonti fossili in attesa di valutazione (22 in più rispetto all’ultima mappatura effettuata a fine 2023), tra cui 83 procedure su centrali a gas, 16 per nuovi rigassificatori, 1.323 chilometri di nuovi gasdotti, due nuovi impianti di stoccaggio in attesa di valutazione d’impatto ambientale, 23 progetti relativi a permessi di ricerca e concessioni per la coltivazione di idrocarburi. A questi si aggiungono 35 nuove richieste per lo svolgimento di attività connesse allo sfruttamento degli idrocarburi.
«Noi vogliamo ribaltare questa visione miope – continuano i presidenti di Legambiente Umbria e Marche – e promuovere una vera conversione del modello energetico che rappresenti non solo un reale contrasto al cambiamento climatico, ma anche allo spopolamento e all’abbandono delle aree interne».
La mobilitazione nazionale “Stop Fossili, Start Rinnovabili”, è stata lanciata in occasione dello Youth Climate Meeting di Paestum (SA), l’annuale raduno nazionale delle e degli under 35 di Legambiente, con oltre 300 partecipanti e che questa mattina, alla vigilia della Giornata mondiale del Vento, hanno organizzato simili azioni anche in Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Puglia e Toscana.
“Un momento di rilancio dell’attivismo climatico, – dichiarano i coordinamenti giovani di Legambiente Umbria e Marche – che si inserisce nel più ampio quadro della campagna #ChangeClimateChange e durante il quale vogliamo porre l’accento sull’importanza di costruire reti e alleanze ampie e condivise che possano supportare quella giustizia climatica e sociale di cui abbiamo bisogno e di cui l’indipendenza energetica garantita dagli impianti da fonti di energia rinnovabile rappresentano un presupposto fondamentale”. Non solo mobilitazione e azioni simboliche. Per contribuire alla causa di “Stop Fossili, Start Rinnovabili” è possibile sottoscrivere una petizione pubblica per una inversione di rotta immediata.
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