Calabria

Stop al rito della flagellazione, vietati i ‘vattienti’ – Calabria


‘Motivi di salute pubblica,troppo sangue sulle strade di Nocera’


(ANSA) – NOCERA TERINESE, 30 MAR – La processione dei
vattienti, rito del periodo pasquale divenuto celebre in tutta
Italia che si svolge a Nocera Terinese, piccolo comune del
Catanzarese, quest’anno non si farà. Lo ha deciso la Commissione
straordinaria che governa il Comune che l’ha vietata per motivi
di salute pubblica.
   
“La pratica dello spargimento di sangue per le vie cittadine
– è scritto nell’ordinanza della commissione – unita
all’apposizione dello stesso sulle mura degli edifici è in
assoluto contrasto con le primarie esigenze di tutela della
salute pubblica e salubrità dell’ambiente e ciò, unitamente alla
notoria attrazione alla manifestazione di un considerevole
flusso di persone, induce all’adozione di provvedimento di
inibizione della pratica dei vattienti”.
   
Si tratta di una tradizione millenaria che si fa risalire al
1618 e che, bloccata a causa del Covid, quest’anno avrebbe
dovuto riprendere ma è stata vietata con una decisione che sta
già innescando polemiche. Il rito ha inizio la sera del venerdì
santo ma ha il suo culmine il sabato. Mentre si svolge la
processione con la statua della Madonna dell’Addolorata, i
vattienti percorrono le strade del pase legati con una
cordicella all’Ecce-Homo. Con strumenti detti la “rosa” e il
“cardo”, formati da tamponi di sughero con dentro pezzi di
vetro, si percuotono cosce e polpacci.
   
Non ci sono limiti numerici alla partecipazione e sono tanti
i noceresi che tornano in paese per partecipare alla tradizione
fatta di rituali, in un misto tra sacro e profano, che iniziano
dalla vestizione che ogni vattiente fa in casa dove, dopo aver
indossato un pantaloncino nero, si sistema sulla testa una
corona di spone e, dopo avere immerso le mani in un infuso di
rosmarino e acqua calda, massaggia i polpacci fino a
riscaldarli.
   
Inizia così la personale “via crucis” dalla propria
abitazione per attraversare il paese senza un itinerario preciso
e fermandosi davanti le case di amici e familiari per
l’autoflagellazione, fino a raggiungere la statua della Madonna
dell’Addolorata. Insieme a loro un amico o un familiare che, di
tanto in tanto, lava il sangue con del vino che, in questo caso,
avrebbe una duplice funzione: disinfettare le ferite e fare in
modo che non si rimargino. (ANSA).
   

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