Stellantis, incertezze su produzione e occupazione dopo l’audizione di John Elkann a Montecitorio
L’audizione del presidente di Stellantis, John Elkann, presso la Sala del mappamondo di Montecitorio riguardo alla produzione automobilistica del gruppo in Italia ha suscitato reazioni tra politici e sindacati. “
Dopo l’audizione del presidente di Stellantis, non abbiamo riscontrato alcuna novità rispetto a quanto già emerso nell’ultimo incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Elkann non ha parlato di volumi produttivi e, per quanto riguarda i nuovi modelli, le date di lancio sono previste a partire dal 2026 – ha dichiarato il segretario generale della Fiom Abruzzo Molise, Alfredo Fegatelli -. Inoltre, rispetto all’obiettivo del milione di auto da produrre annunciato dal Governo, sembriamo essere ancora molto lontani dal raggiungimento di tale traguardo. Per quanto riguarda la Gigafactory, il progetto sembra ormai tramontato, e l’avvio di nuove produzioni sui cambi nello stabilimento di Termoli risulta insufficiente, considerando il continuo ricorso alla cassa integrazione e ai Contratti di solidarietà. Per lo stabilimento di Atessa sembra profilarsi un ennesimo restyling del Ducato, mentre persistono le problematiche legate alla concorrenza dello stabilimento polacco di Gliwice e alla situazione di oltre 700 lavoratori in cassa integrazione. Infine, un dato non trascurabile è l’assenza di un nuovo amministratore delegato, il che lascia ancora incerte le future strategie industriali del gruppo”.
Per.Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, “La comunicazione di oggi in Parlamento del presidente di Stellantis, John Elkann, conferma le nostre preoccupazioni. Nel corso dell’audizione di oggi non sono emerse novità rispetto a quanto annunciato nell’incontro al Mimit del 17 dicembre scorso riguardo alle missioni produttive dei singoli stabilimenti. Il presidente di Stellantis se davvero vuole rilanciare il suo gruppo nel nostro Paese, smetta di delegare e si assuma in prima persona la responsabilità di amministratore delegato e si pianifichino investimenti di risorse visto che possiede parte importante della proprietà. Le incertezze occupazionali rimangono con il piano confermato oggi. La mancanza di investimenti sulla ricerca, sviluppo e l’assenza di prospettiva produttiva industriale, ci dice che i numeri del 2025 saranno peggiori di quelli di un 2024 già drammatico. L’obiettivo del milione di auto prodotte in Italia si allontana visto che si riducono i volumi produttivi e aumenta la cassa integrazione e i lavoratori inviati all’estero. Chiediamo di riconoscere nell’immediato un’integrazione al reddito della cassa integrazione per i lavoratori che ormai da anni possono contare solo sugli ammortizzatori sociali. Rimane urgente avviare un confronto a Palazzo Chigi, tra impresa, sindacati e Governo, per arrivare a un accordo che garantisca il futuro degli stabilimenti e dell’occupazione, rilanci la produzione puntando sull’autonomia in ricerca e sviluppo. Il futuro dell’automotive in Italia e in Europa lo si realizza ora e non con la transizione verso il militare, ma con il lavoro, rigenerando l’occupazione”.
“Nessuno disconosce l’importante ruolo che l’azienda che lei rappresenta ha avuto nella storia del Paese, né tantomeno posso farlo io, che rappresento gli elettori del collegio di Chieti, ai cui abitanti gli stabilimenti della Sevel e il relativo indotto hanno garantito per 44 anni una relativa prosperità – afferma il responsabile economia della Lega, onorevole Alberto Bagnai -. Ma adesso, cosa intende fare con quegli stabilimenti, quali investimenti e quali livelli di occupazione intende mantenere nel sito della Val di Sangro, ex-Sevel di Atessa? Il sito viaggia su oltre 1500 cassaintegrati; alcuni sono miei amici, qualcuno quando gli chiedo se è preoccupato mi risponde: sono rassegnato”.
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