Stefano merelli
Vetrine infrante, atti di vandalismo, ruberie. Arresti e scontri. L’arrivo dell’esercito imposto da Trump è stato come benzina sul fuoco sulla situazione tesa della California. E nel centro di Los Angeles, dove è stato imposto il coprifuoco, è una notte di caos. In questo contesto siamo riusciti a contattare un aretino che si trova proprio nel cuore della città per lavoro, alloggiato all’hotel CitizenM Los Angeles Downtown. Quando lo contattatiamo sono le 22,30 locali e lui si trova chiuso in albergo nella prima notte di coprifuoco imposto dalle autorità locali. C’è, in sostanza, il divieto di uscire di casa dalle ore 20 alle 6 della mattina successiva, come in guerra. Un divieto che è stato però subito violato, con manifestazioni in strada e disordini. “La situazione è pesante, domani vedo di tornare a casa”, spiega Stefano Merelli, aretino in questi giorni negli Usa al lavoro per un’azienda orafa.
Cosa sta succedendo a Los Angeles
I primi scontri in una porzione del centro di Los Angeles si sono registrati già nei giorni scorsi. La protesta, in particolare, si concentra contro la stretta sull’immigrazione non regolare, che ha visto numerose operazione dell’Ice (Immigration and Customs Enforcement), un’agenzia federale. “Qui in California – spiega Merelli – ci sono tantissimi immigrati, soprattutto messicani, e non tutti sono regolari. Il fenomeno è in buona parte tollerato, ci sono vari stranieri non regolari che lavorano. E c’è malcontento per i frequenti blitz dell’Ice nei luoghi di lavoro che si concludono con i rimpatri forzati degli irregolari”. C’erano stati, per questo, alcuni disordini. Ma la situazione sembrava placata. Poi sabato scorso la decisione di Trump di inviare l’esercito. Una decisione politica, che ha palesato uno scontro in atto tra il Governo federale (repubblicano) e quello locale (a trazione democratica). Dapprima Trump ha inviato la Guardia Nazionale (riservisti dell’esercito Usa), decisione contestata dalle autorità californiane che hanno annunciato una causa. Poi i Marines. Trump minacciava da tempo di usare l’esercito in zone del Paese amministrate dal Partito democratico, che secondo il presidente non sono in grado di mantenere l’ordine. E a Los Angeles si è presentata l’occasione.
L’esercito, il coprifuoco e la guerriglia
“Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso – spiega Merelli -. Il coprifuoco è stato deciso dalle autorità locali per evitare che il caos degeneri, ma ovviamente la presenza dell’esercito ha creato ulteriori malumori. Per il momento i tumulti non hanno causato episodi particolarmente gravi, ma la situazione è molto tesa. Non mi aspettavo un epilogo del genere. Sono qui da tre giorni e se avessi pensato di ritrovarmi in questo caos, ovviamente, non sarei partito. Tornerò domani, quanto prima”. Nel frattempo, come riporta la Cnn, il dipartimento di Polizia di Los Angeles ha annunciato che sono state effettuate decine di arresti mentre diversi gruppi di manifestanti continuano a radunarsi nella zona designata per il coprifuoco. E lo scontro tra livelli istituzionali in Usa è massimo: “La democrazia è sotto attacco davanti ai nostri occhi. Questo momento che temevamo è arrivato”, ha detto il governatore californiano Gavin Newsom criticando l’invio dell’esercito nel suo territorio. Trump ha definito le persone in piazza: “Animali pagati da qualcuno”.
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