Società

Stefano Accorsi: «Io voto la carne coltivata»

«Mi faccia pure il test, non temo nulla, sono campione di raccolta differenziata». Stefano Accorsi è sul set a Roma, ma di base vive a Milano con la moglie Bianca Vitali, i loro due figli e Orlando, il primogenito avuto da Laetitia Casta. Della città ama molte cose, ma sicuramente la «svolta verde» dell’amministrazione Sala, dalle piste ciclabili a, appunto il rito sacro milanese della differenziata. «Gli scontrini? Non non vanno nella carta, ma nell’indifferenziato. Come la ceramica non va nel vetro. Guardi, non mi chieda dei cartoni delle pizze perché lo so, non vanno nella carta se sono sporche. Ho un’attenzione maniacale per queste cose». Parliamo di ambiente perché l’attore negli ultimi due anni ha ideato (con Filippo Gentili) Planetaria. Discorsi con la Terra, evento che si svolge al Teatro della Pergola di Firenze dal 7 al 9 giugno – l’8 è la Giornata Mondiale degli Oceani – per raccontare appunto un tema che gli sta molto a cuore: la crisi climatica. «L’idea è unire scienza e teatro, con la consapevolezza che il mezzo giornalistico non è quello più proficuo per questo tipo di argomenti», spiega Accorsi. «Nel senso che, o si riesce a fare un long form, approfondito, e si va comunque a colpire una nicchia di persone che ha voglia e tempo di mettersi a leggere, o ci si affida ad articoli spesso con titoli d’effetto, catastrofisti, che attirino l’attenzione. Ma dura comunque poco, perché poi le persone si allontanano da questo tipo di lettura, c’è un rifiuto del tema, ci si sente impotenti e angosciati».

Perché con il teatro è diverso?
«L’arte, la letteratura, i teatri in questo caso o anche un film – ricordiamoci Don’t Look Up con Di Caprio e Meryl Streep – hanno una capacità empatica molto diversa, fanno arrivare il messaggio attraverso le emozioni».
Come si svolge l’evento?
«Da venerdì a domenica ci sono tre spettacoli a tema terra, acqua e aria, nel weekend la mattina ci sono workshop con i bambini per risvegliare una consapevolezza ambientale, il pomeriggio invece ci sono dei talk con esperti coordinati da Will Media. Tutto questo è completamente gratuito e aperto a tutti, e soprattutto il nostro approccio è costruttivo e propositivo, partendo dai cambiamenti climatici e avvalendoci del supporto di alcuni consulenti scientifici di prim’ordine (Claudia Pasquero, professoressa di Oceanografia e Fisica dell’Atmosfera all’Università di Milano Bicocca è la Direttrice Scientifica di Planetaria, ndr). Proponiamo anche scenari futuri alternativi, che, creando sinergie anche con il mondo aziendale, piuttosto che quello della politica, potrebbero verificarsi, per ridurre l’impatto del cambiamento climatico».
Durante lo spettacolo interviene anche l’Intelligenza Artificiale. In che senso?
«Con un partner che si occupa di intelligenza artificiale, Engineering, abbiamo “creato” questa “Sibilla”, un maxischermo verticale di sette metri per due, con cui il pubblico interagisce attraverso un mediatore, che la prima sera sono io, poi ci sono altri attori come Vittoria Puccini, Nicolas Maupas, . Si possono fare tutte le domande che si vogliono: non è una AI open source, quindi tutti i dati che vengono immessi nella memoria di questo nostro personaggio sono scientificamente provati e conosciuti. Quindi abbiamo davvero un tesoro. Tra l’altro non è un’intelligenza artificiale “bacchettona” sarà anche insomma spiritosa…».
Avete fatto delle prove?
«Gli ingegneri l’hanno stra-testata, io non ho ancora fatto una domanda».
Ma che cosa chiederebbe?
«Allora… Poiché la Sibilla prevede, diciamo, scenari futuri ipotetici… Le chiederei di quanto migliorerebbe la situazione dell’inquinamento globale se non ci fossero gli allevamenti intensivi. L’intelligenza artificiale è costruita in modo che io comincio con una domanda generica e in base alla risposta si va sempre più nello specifico. Dalla qualità dell’aria poi si può passare a quella dell’acqua e delle piante. Partendo dal nostro impatto sulla natura si può iniziare a riflettere sulle alternative. Ad esempio la carne coltivata. Ho fatto l’esempio degli allevamenti perché sono uno dei fattori più inquinanti a livello planetario e di spreco di acqua. Non solo: da lì arrivano prodotti di qualità bassissima. Dobbiamo capire dove cominciare, è chiaro che ci vuole la volontà politica e la sinergia con le aziende…».
Lei però saprà che su questo il governo non ci sente: il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida è il nemico numero uno della carne coltivata.
«Lo so. Capisco che, in democrazia, un politico debba anche proteggere gli interessi dei lavoratori del settore della carne, però bisogna iniziare a cambiare. Quando mi dicono che è impossibile, mi viene in mente Arnold Schwareznegger e a quello che fece come governatore della California. È stato incredibile quello che è riuscito a fare, non contrastando le aziende ma coinvolgendole, mettendo insieme sia repubblicani che democratici in progetti ecologici che guardassero a un futuro meno inquinante».
Nei giorni dello spettacolo si svolgono anche le elezioni europee, e il prossimo parlamento deciderà molto del nostro futuro agricolo e alimentare.
«È importantissimo andare a votare adesso, certo. Scegliere di fare uno spettacolo sull’ambiente è chiaramente un atto politico, perché la gestione della natura e dei beni pubblici è di tutti, dovrebbe essere un tema inclusivo e non divisivo: è una battaglia comune, trasversale. Degli imprenditori che, magari all’inizio avranno meno profitto, ma investiranno in futuro, e della politica. Io sono tutto profondamente convinto di una cosa: ci vuole veramente una grande volontà politica per fare un vero cambiamento. Prendiamo il caso dell’auto elettrica: è un tema molto divisivo perché non è il mezzo meno inquinante possibile, però c’è stata una volontà politica e le aziende, come ha detto l’amministratore delegato di Stellantis, anche non credendo che fosse il progetto migliore, hanno dovuto adeguarsi. Le aziende si adeguano, ma è la volontà politica che fa la differenza. All’inizio sembra tutto impossibile, poi diventa accettabile e alla fine nessuno vuole più rinunciarvi. Se penso a Milano, alle piste ciclabili, alle zone pedonali, prima osteggiate dai commercianti… Oggi nessuno ne vuole più fare a meno, perché anche il ritorno economico è migliore».
Lei farebbe politica attiva?
«Non mi vedo nel mondo della politica, poi sa: nella vita, non si può mai sapere. Ammiro molto chi lo fa perché è un compito davvero difficile e impegnativo, a me viene naturale concepire un progetto artistico per fare politica. È difficile formarsi un’opinione sui temi ambientali, ma non si può certo basare la conoscenza di essi su una logica a slogan. In teatro cercheremo chiaramente di essere semplici ed esaustivi, la grande forza del teatro è quella di arrivare al più vasto pubblico possibile».
Nella sua carriera spesso si è occupato di temi importanti: hai fatto dei progetti con Medici Senza Frontiere, raccolto fondi per Giulio Regeni. Quando le è venuta in mente la lotta per il clima?
«Andando in montagna d’estate. A me piace moltissimo camminare. E quando ti accorgi che, sul Monte Bianco, ogni anno il ghiacciaio è sempre più piccolo… Capisci anche che non abbiamo più tempo di non pensarci».
Il fatto di avere quattro figli tra i 4 e i 18 anni l’ha motivata?
«Io parto da noi: io lo faccio per me stesso, prima che per i miei figli. Il problema è nato ieri, non oggi: facciamo tutti parte della natura e dobbiamo tutelarla, io vivo con i miei figli. Io voglio anche per me un futuro migliore, cioè quello che mi resta da vivere in un modo più consapevole e sereno. Ci dobbiamo mettere in testa che non lo facciamo solo per i nostri figli, ma per noi stessi, per la nostra qualità della vita».
Suo figlio Orlando, quasi maggiorenne, segue il movimento Fridays For Future o comunque gli ecoattivisti?
«Non lo fa in prima persona, ma vedo che anche grazie alla scuola quelli della sua generazione sono molto più consapevoli».
Che abitudini ecologiche pratica, raccolta differenziata a parte?
«Cammino moltissimo e uso i mezzi. Mia moglie ha smesso di mangiare carne una volta che abbiamo visto gli incendi in Toscana. Io ho ridotto sicuramente la carne rossa che consumo. Ripeto: credo che la carne coltivata, da tutto quello che ho letto e sentito, possa essere un’alternativa molto valida»
Lei è ancora fiducioso sul clima?
«Si deve scegliere sempre la speranza contro la paura e la rassegnazione, in generale, come atteggiamento nella vita. Vale la pena farlo, crederci e lottare».


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