Situazione davvero difficile dopo l’attacco di Israele all’Iran
“La situazione? Be’ la situazione è critica. Sono in albergo, da qui non mi muovo”. Moreno Caporalini, perugino, è a capo di un progetto di cooperazione per Feicos che si chiama Land. I suoi interlocutori sono i comuni palestinesi, si lavora per la sostenibilità ambientale. Ma oggi, dopo l’attacco di Israele all’Iran, la paura e la preoccupazione si fanno ancora più forti, perché “una reazione dell’Iran se l’aspettano tutti” dice da un hotel di Gerusalemme dove alloggia. E racconta: “Sono stato tirato giù dal letto dagli allarmi entrate in funzione e da un nuovo alert scattato dal telefono cellulare, una sorta di urlo prolungato. Abbastanza inquietante”.
Caporalini parla di una tensione ben palpabile, nei territori palestinesi come tra i cittadini israeliani, “magari se ne parla meno, nessuno lo dice apertamente, ma anche i cittadini israeliani sono stremati da questa situazione ad alta tensione che si vive da due anni e che si trascina da decenni”.
“In Cisgiordania si vive costantemente sotto pressione, sotto la minaccia e le violenze dei coloni, la situazione è difficilissima, con un’infinità di checkpoint per le strade. È uno stato di assedio diffuso. A Gaza, la tragedia è evidente. Ai morti per gli attacchi si aggiungono quelli per fame e per le malattie. Un disastro” spiega ancora. Sarebbe dovuto tornare il 18 in Italia per definire i dettagli della missione che avrebbe dovuto portare in Umbria i sindaci dei territori con cui porta avanti il progetto di cooperazione, “ma mi sa che dovremo spostare la missione, anche perché non credo rientrerò. Gli aeroporti sono chiusi, anche in Giordania”.
“Per ora resto qui – aggiunge – per quello che posso lavoro dall’albergo con il computer. Poi vediamo, certo i timori sono tanti e la tensione alta come non mai”.
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