Sicilia

Siccità, respira la Piana di Catania: si può “pompare” acqua dal Biviere

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Da Lentini ossigeno per l’etneo. Lagalla: «A Palermo acqua fino a dicembre»

Di Redazione |

È entrata in azione ieri – come già preannunciato da La Sicilia la prima delle due pompe di sollevamento del lago Biviere di Lentini, nel Siracusano. L’impianto permette un prelievo di circa 400 litri al secondo che consentiranno di distribuire acqua per usi irrigui a circa mille ettari di terreni agricoli della Piana di Catania. Nei prossimi giorni, sarà attivata una seconda pompa con la stessa capacità. I fondi per gli impianti, 600 mila euro, sono stati stanziati dalla Regione attraverso un contributo straordinario al Consorzio di bonifica 9.

«L’attivazione delle due linee di pompaggio – ha detto il presidente della Regione siciliana Renato Schifani – risolve il paradosso di un invaso in cui l’acqua c’è ma non era possibile utilizzarla per un guasto agli impianti. Adesso possiamo garantire l’approvvigionamento idrico agli agricoltori del territorio in difficoltà per il perdurare dell’emergenza siccità in Sicilia. Il mio governo è impegnato quotidianamente nella risoluzione, da un lato, delle questioni più urgenti ma, allo stesso tempo, nella definizione di una strategia globale di miglioramento delle infrastrutture, al fine di migliorare la sostenibilità a lungo termine del sistema idrico locale».

Ma in Sicilia si fanno i conti con la siccità e con le previsioni non sempre rosee. «La distribuzione dell’acqua a Palermo è assicurata fino al dicembre di quest’anno. L’allarme sulla crisi o interruzione del rifornimento, in questo momento, non sussiste» ha detto il sindaco i Palermo Roberto Lagalla –. Non bisogna fare la politica della cicala, ma quella della formica. L’Amap correttamente ha presentato alla cabina di regia regionale più scenari. Tra questi, l’ulteriore riduzione della portata dell’acqua in termini di pressione nelle condotte e un piano di razionamento temporale che possa limitare ulteriormente il consumo delle riserve. Tra queste, l’invaso che più preoccupa è quello della diga Rosamarina. Ma ciò non va utilizzato come un ariete contro le possibilità di lavoro e di accoglienza della città e della provincia. In questo momento, nessuna struttura alberghiera ci ha segnalato allarmi da pregiudicare l’ospitalità di turisti. Ho il timore che un’informazione giusta e doverosa ma con toni allarmistici possa finire per alimentare una paura infondata».

Ma sulla siccità e sull’acqua che non arriva con regolarità nelle case di molti siciliani la polemica politica non si ferma. Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord, ha infatti attaccato il ministro Musumeci ex presidente della Regione: «Vogliamo ricordare che in Sicilia è stato Musumeci a incassare, quando era presidente della Regione siciliana, una bocciatura da parte del governo nazionale dei 32 progetti idrici per l’agricoltura su 32, per 360 milioni di euro presentati nell’ambito del Pnrr. Ricordiamo pure che la gestione Musumeci non è riuscita ad affidare nemmeno una gestione d’ambito sui servizi idrici che ha poi provocato la perdita dei finanziamenti Pnrr, con oltre 700 milioni per l’approvvigionamento idrico per le civili abitazioni che sono andati a beneficio di altre Regioni»COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA





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