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“Si arruolano in massa nell’esercito di Kim”. Cosa succede in Corea del Nord


"Si arruolano in massa nell'esercito di Kim". Cosa succede in Corea del Nord

Le esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud hanno spinto la Corea del Nord a prendere adeguati provvedimenti. Pyongyang ha lanciato diversi missili balistici nel corso di un test e accusato l’asse Seoul-Washington di incrementare la tensione nella penisola coreana. Parlando apertamente del rischio di una guerra nucleare, pare che il governo nordcoreano abbia anche approfittato delle manovre Freedom Shield per riorganizzare il proprio esercito. I media nordcoreani hanno infatti scritto che oltre il 38esimo parallelo sarebbe in corso uno strano fenomeno: gli studenti delle scuole superiori avrebbero iniziato ad arruolarsi in massa nelle forze armate per rafforzare la postura del Paese di fronte alle mosse nemiche.

Studenti arruolati nell’esercito: la risposta della Corea del Nord

Come ha sottolineato il sito di analisi Nk Pro, almeno 2.600 diplomati nordcoreani si sarebbero offerti volontari per effettuare il servizio militare presso la frontiera demilitarizzata che divide le due Coree, ancora tecnicamente in guerra tra loro. Il loro arruolamento sarebbe da inquadrare nella crescente rabbia pubblica diretta conseguenza delle esercitazioni Usa-Corea del Sud.

Già lo scorso ottobre l’agenzia di Stato nordcoreana Kcna faceva presente che circa 1,4 milioni di giovani – inclusi studenti – avevano presentato domanda per arruolarsi (o riarruolarsi) nell’esercito nordcoreano, il tutto in risposta al sorvolo nei cieli di Pyongyang da parte di alcuni droni sudcoreani. Studenti e funzionari della lega giovanile, molti dei quali avevano firmato petizioni per arruolarsi nell’esercito, sarebbero pronti e determinati a combattere in una “guerra sacra per distruggere il nemico con le armi della rivoluzione”.

Le affermazioni secondo cui la Corea del Nord avrebbe più di un milione di giovani che si sarebbero offerti volontari per arruolarsi nell’esercito popolare coreano sono arrivate in un momento delicatissimo. Non è tuttavia la prima volta che accade qualcosa di simile. Nel 2023 i media statali avevano riferito di 800.000 cittadini offertisi volontari per arruolarsi nell’esercito del Nord per combattere contro gli Stati Uniti. Nel 2017, circa 3,5 milioni di lavoratori, membri del partito e soldati avevano fatto altrettanto per unirsi o rientrare nell’esercito. Secondo i dati dell’International Institute for Strategic Studies (IISS), Pyongyang potrebbe contare su 1,28 milioni di soldati attivi e circa 600.000 riservisti. L’IISS ritiene che il Paese abbia 5,7 milioni di riservisti della Guardia Rossa Operaia/Contadina con molte unità disarmate.

Le mosse di Kim

Fino al 20 marzo Corea del Sud e Stati Uniti sono impegnate nella loro annuale esercitazione militare congiunta Freedom Shield, una manovra su larga scala volta a rafforzare la prontezza e le capacità di deterrenza dei due alleati di fronte alle crescenti tensioni che stanno scuotendo la penisola coreana. La Nord Corea ha dunque sfruttato l’occasione per aumentare la pressione sui rivali e fare leva sul patriottismo dei propri cittadini, nel tentativo di incrementare la prontezza al combattimento delle forze armate.

Nel frattempo, ha scritto il quotidiano sudcoreano Korea Herald, una nave da carico nordcoreana, probabilmente impegnata in attività di trasporto di carbone vietate dalle risoluzioni delle Nazioni Unite, ha urtato una nave cinese ed è affondata nel Mar Giallo alla fine del mese scorso. L’incidente, reso noto soltanto adesso, avrebbe causato la morte di circa 15-20 membri dell’equipaggio nordcoreano, e i due Paesi coinvolti avrebbero deciso di mantenere il riserbo in merito all’accaduto, proprio a causa delle attività illegali in cui era impegnata la nave nordcoreana.

Secondo la fonte, la nave nordcoreana navigava nel Mar Giallo con

il sistema di identificazione automatica (Ais) spento: la collisione sarebbe avvenuta vicino a un porto della Cina sudorientale, e i soccorritori sarebbero riusciti a trarre in salvo solo alcuni dei membri dell’equipaggio.


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