Sì alla maxi-discarica tra Canosa e Minervino, ma nell’area ci sono già altri tre siti di rifiuti. E la Procura certifica: “Inquinamento diffuso”
Nella discarica di “rifiuti non pericolosi” del comune di Minervino Murge, la Società Dupont Energetica spa potrà procedere alla “sopraelevazione dei lotti di smaltimento e miglioramento della riqualificazione ambientale del sito”. La recente ordinanza del Consiglio di Stato, al quale era ricorso il Comune di Canosa, ha dato il via libera. Anche se il Comune “ha intenzione di richiedere con istanza di prelievo la sollecita definizione del giudizio nel merito”, scrive a ilfattoquotidiano.it Fedele Lovino, assessore all’Ambiente del Comune pugliese. Ma intanto cresce la preoccupazione tra le file del Comitato No discarica, costituito nel 2017 per contrastare la realizzazione dell’ampliamento. Avversato anche dalle locali sezioni di Italia Nostra e Legambiente, oltre che dalla popolazione locale.
La sopraelevazione, da realizzarsi sulla discarica Bleu srl di, comporterà la triplicazione della volumetria dei rifiuti, che raggiungerà i 1.134.92 metri cubi. Si tratta solo dell’ultimo capitolo di una storia lunga quasi 30 anni, nella quale sono state coinvolti ministeri, istituzioni e Comuni. Una storia non di una, ma di quattro discariche, anche adiacenti, nella contrada Tufarelle. In un’area ristretta, delimitata dal Locone, un affluente del fiume Ofanto, e circondata da oliveti e vigneti, sulle quali Tar e Consiglio di Stato sono più volte intervenuti. Su una discarica in particolare, la Cobema srl, esistono indagini della Procura della Repubblica, ancora in corso, per verificare l’esistenza di un inquinamento. Ma anche reati contro il Patrimonio e la Pubblica amministrazione. In aggiunta, una condanna della Corte di giustizia Europea. “Dal 2005 al 2022 ci sono stati anni di inosservanza, anni di inadempienza, anni di mancanza di interventi”, sostiene Nadia Landolfi, consigliera comunale di “Io Canosa”. “E’ possibile che si aggiunga una sopraelevazione? A breve distanza da altre discariche e di una in particolare, la Cobema?”.
LA STORIA – Di un presunto inquinamento s’inizia a parlare nel 2003. Nel 2006 l’intero “comprensorio” compare tra i “siti potenzialmente contaminati” nell’anagrafe regionale dei siti da bonificare. Il problema è che, oltre alla discarica Bleu sulla quale è stata autorizzata la sopraelevazione, nel territorio di Minervino e in quello di Canosa insistono altre tre discariche, per un carico ambientale complessivo, di oltre 1,8 milioni di mc di rifiuti: la vecchia discarica della Bleu srl, chiusa a maggio 2019; l’impianto industriale per il trattamento e la depurazione di rifiuti liquidi speciali pericolosi e non pericolosi e di frantoio oleario, gestito dalla Solvic s.r.l.; infine, la discarica per rifiuti speciali non tossici e nocivi Co.be.ma srl estesa su oltre 24.480 mq che la Provincia chiude a luglio 2005. A maggio 2008 la Cobema comunica di averne ultimato la chiusura ma, secondo la Provincia e la Regione, in maniera inadeguata, come stabilisce il Tar con le sentenze del 2012 e poi del 2021. Ma intanto il rischio inquinamento esteso alle aree occupate dalle altre discariche è reale.
Dopo i risultati delle indagini del 2017, tra il 2022 e il 2023, il Comune ne esegue altre, finanziate dalla Regione con 694.850,21 euro dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. Intanto a marzo 2019 la Corte di Giustizia Europea, alla fine della procedura d’infrazione aperta nel 2012, condanna l’Italia per non aver adeguato 44 discariche, tra le quali la Cobema, alle disposizioni previste dalla Commissione europea entro la scadenza dell’ottobre 2015.
Nel 2019 alla Provincia BAT vengono destinati 4.210.000 euro, dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020 per la Realizzazione della chiusura definitiva. Che prende avvio a gennaio 2021, senza terminare a novembre, come da cronoprogramma. Ma intanto risultano impegnati oltre 2,3 milioni di euro, secondo il portale della Presidenza del Consiglio dei ministri, Opencoesione. “Siamo in attesa della Relazione finale e quindi del collaudo. Tra all’incirca un mese la questione copertura Cobema dovrebbe concludersi”, racconta a ilFattoQuotidiano.it Bernardo Lodispoto, presidente della Provincia BAT.
LE INDAGINI – Da settembre 2020 prendono avvio le indagini della Procura di Trani sul presunto inquinamento ambientale ed omessa bonifica causato negli anni dal sito di raccolta. A febbraio 2022 la Procura scrive che la discarica Cobema “ha causato nel corso degli anni un , con copiosa presenza di percolato, accertato sia al disotto della discarica, che lungo i fianchi, riversandosi in direzione dei circostanti uliveti”. Pochi dubbi sulle cause dell’inquinamento, “determinato dalla accertata condizione di non impermeabilità della discarica […] allo stato, abbandonata dal Gestore”. A marzo 2022 c’è il sequestra della discarica ed anche della documentazione connessa. Ad aprile l’avvio di un nuovo filone d’indagine a carico di 13 persone. Ipotizzati i reati di truffa aggravata, corruzione impropria e propria e subappalti non autorizzati. Al centro il finanziamento di 4,2 milioni di euro.
A dicembre 2024 ecco i risultati del piano di indagini ambientali realizzate tra il 2022 e il 2023. Nella Relazione dalla Società Geo Group si spiega che “la denominata sinistra Locone a livello ambientale risulta essere contaminata, la destra Locone si può considerare a rischio di contaminazione”. In attesa che i due procedimenti della Procura si concludano, la sopraelevazione della vicina discarica si farà. Salvo nuovi ricorsi.
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