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scontro tra Colaprico e l’avvocato di Stasi sul caso Garlasco

Toni accesi a “Ore 14”, la trasmissione televisiva condotta da Milo Infante su Rai 2. Nel corso della puntata andata in onda ieri, 10 giugno, infatti, il conduttore ha dato spazio all’omicidio di Chiara Poggi, l’allora 26enne uccisa nell’agosto 2007 nella casa di famiglia a Garlasco, e alla nuova indagine aperta dalla Procura di Pavia. Tra gli ospiti presenti in studio anche Antonio de Rensis, l’avvocato di Alberto Stasi, il fidanzato dell’epoca della vittima, al momento unico condannato in via definitiva per il delitto e oggi in regime di semilibertà.

Ad accendere i toni della discussione, in particolare, è l’intervento dello scrittore Piero Colaprico, che ha provato ad avanzare un’ipotetica ricostruzione dell’ultima sera della 26enne, trascorsa – com’è noto – a mangiare una pizza a casa con Stasi. Ci sarebbe un momento successivo alla cena, in cui l’uomo poi torna nella propria abitazione per circa un’ora, durante il quale Chiara sarebbe entrata nel PC del suo fidanzato per guardare alcune foto insieme, ma, secondo alcune ipotesi, avrebbe visto “qualcosa che non doveva vedere”, prova a ricostruire il conduttore. “Se scopro qualcosa, poi mi metto a lavorare con il mio fidanzato alla tesi? Se ho qualcosa da dire, litighiamo e non resta a dormire”, ipotizza Infante.

“Noi parliamo senza sapere che cosa è successo – interviene Colaprico -. Parliamo di una ragazza estremamente innamorata che in passato credo gli abbia fatto numerosi discorsi di cui non c’è traccia”, sostiene avanzando dunque l’ipotesi di un possibile litigio tra i due fidanzati. L’avvocato De Rensis, però, esprime immediatamente il suo disappunto: “No, dottor Infante, non può permettere questo, è una ricostruzione fantasiosa-romanzata”,dice il legale rivolgendosi al conduttore. “È scritto negli atti”, ribatte intanto Colaprico. De Rensis, però, replica ancora una volta contrariato: “Se lei vuole fare le sue ricostruzioni romanzate senza sapere nulla, se dobbiamo parlare di fiabe, mi esonerate. Non si può permettere di dire questa cosa”, spiega il legale, che poi approfondisce il suo discorso: “Dovremmo conoscere il modo in cui Chiara parlava ad Alberto e nessuno può saperlo. C’è un limite a tutto, lei (Infante, ndr) ha detto una cosa logica e fattuale, che se Chiara avesse scoperto qualcosa di drammatico che porta ad un omicidio feroce, credo che avrebbe preso il PC e lo avrebbe ridato a Stasi nel cortile”, ipotizza il legale.

A quel punto, Colaprico riprende la parola: “Di come ragiona Chiara è stato accertato attraverso le poche e care amiche che hanno parlato di una ragazza innamorata, molto seria e precisa. Quindi per me quella doppia vita di cui tanto si è parlato è una menzogna. Tant’è vero che la sera della tesi, con la fidanzata, Stasi fa il 70% del lavoro, mentre la mattina dell’omicidio fa il 30% del lavoro”. Ancora una volta, ascoltando le parole dell’ospite, De Rensis interviene spazientito: “Continuate voi senza di me, mi chiamo fuori. Ma io posso sentire questa roba qui? Su quello che io capisco le consiglio di non entrare nel merito. Devo sentire queste argomentazioni quando poi lo stesso argomentante, quando parliamo di uno scontrino, che non vuol dire nulla, trova cento giustificazioni. Io mi chiamo fuori da questa cosa, non c’è un percorso onesto da parte sua (De Rensis si riferisce a Colaprico, ndr) nell’analizzare gli elementi. Lei non è onesto intellettualmente”. Per calmare gli animi, però, si rende necessario l’intervento del conduttore, che è costretto quindi a concludere l’alterco verbale dando la parola agli altri ospiti: “Adesso basta, mi rendo conto del coinvolgimento delle persone, a volte bisogna fare tutti un passo indietro per fare un passo avanti attraverso la riflessione”, conclude Milo Infante.


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