Veneto

Sciopero Actv di 24 ore di alcune sigle sindacali in adesione all’agitazione nazionale di venerdì 20

Giornata di patimenti per gli spostamenti venerdì 20 giugno 2025 a causa di un nuovo sciopero. AVM, Actv e VeLa hanno infatti ricevuto da alcune sigle sindacali comunicazione di adesione allo sciopero nazionale previsto per tale data.
Lo sciopero avrà durata di 24 ore e potrà interessare il personale Actv dei servizi di trasporto di navigazione, tranviario e automobilistico, il personale AVM dei parcheggi in struttura e people mover, il personale VeLa della rete vendita Venezia Unica, nonché i servizi ausiliari e di supporto gestiti dalle tre società.

Nel servizio navigazione verranno garantiti i servizi minimi di collegamento e alcune corse di nave traghetto (linea 17) per fasce orarie e riservate ai possessori di tessera IMOB su prenotazione obbligatoria.

Nel servizio automobilistico e tranviario verranno garantite tutte le corse in partenza dal capolinea a partire dalle ore 06:00 e fino alle ore 08:59 e a partire dalle ore 16:30 fino alle ore 19:29.

Il servizio People Mover di collegamento tra Tronchetto-Stazione Marittima-P.le Roma verrà garantito a fasce orarie.

Per i parcheggi in struttura gestiti da AVM (Autorimessa Comunale, Sant’Andrea, Park Costa e Park Candiani) vengono garantiti gli ingressi e le uscite di abbonati, titolari di tagliandi disabili e prenotati, ove presenti.

Per la rete vendita Venezia Unica, saranno comunque attivi ricordano i canali alternativi per l’emissione della tessera Venezia Unica.

Eventuali servizi aggiuntivi potranno essere predisposti in base all’effettiva adesione da parte del personale in servizio.

Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultare nei prossimi giorni i canali istituzionali.

Le motivazioni dello sciopero

Come da normativa si riportano di seguito le motivazioni dello sciopero generale nazionale e le percentuali di adesione in occasione dell’ultima astensione proclamata dalle medesime sigle sindacali:

Contro il Genocidio in Palestina, la fornitura di armi ad Israele e l’assenza di un intervento concreto per dissociarsi dagli orribili crimini perpetrati dal Governo di Israele– per la rottura delle relazioni diplomatiche e commerciali con Israele e comunque e per interrompere la sistematica azione genocida nei confronti del popolo palestinese.

Contro la guerra, l’economia di guerra e l’aumento delle spese militari, in aggiunta ai 40 MLD di euro già previsti per il triennio in corso – per la pace anche nel conflitto Russia-Ucraina e gli investimenti su sanità, scuola, trasporti, welfare il cui peggioramento approfondisce le disuguaglianze e la povertà esistenti.

Contro lo sfruttamento sul lavoro, la precarietà ed il contenimento delle retribuzioni sia in sede di rinnovo dei contratti del settore pubblico sia del settore privato, ad opera di organizzazioni sindacali che sottoscrivono intese impopolari e spesso senza sottoporle all’approvazione dei lavoratori. Per forti aumenti dei salari e delle pensioni, comprese le minime a 1000 euro al mese e il superamento del sistema contributivo, così da permettere di recuperare il potere di acquisto eroso dall’inflazione, per l’approvazione di una misura di salario minimo non inferiore a 12 euro l’ora e per la reintroduzione di un meccanismo di adeguamento delle retribuzioni all’andamento del costo della vita.

Contro l’assenza di politiche sociali a cominciare dall’emergenza abitativa e la mancanza di piani di sviluppo dell’edilizia popolare, per una seria riforma degli ammortizzatori sociali

Contro l’assenza di politiche industriali capaci di affrontare le transizioni in corso e di superare la fase di forte conflittualità, innescando un processo di ulteriore deindustrializzazione e sfruttamento delle classi popolari e dei lavoratori.

Contro la scelta autoritaria in materia di leggi repressive del dissenso e del conflitto sociale, a cominciare dal nuovo decreto sicurezza che introduce numerosi nuovi reati e l’aumento delle pene per impedire lo sviluppo della protesta sociale.

Contro le morti sul lavoro – per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.

Contro la legge “Sbarra” con cui il Governo, approvando frettolosamente quanto proposto dalla Cisl, tenta di scaricare sui lavoratori il rischio di impresa con gravi conseguenze su salari e condizioni di lavoro.

Precedenti

L’ultima astensione di 24 ore proclamata dalle medesime sigle sindacali il giorno 24 febbraio 2025 ha registrato le seguenti percentuali di adesione:

settore automobilistico: 72%

settore navigazione: 64%


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