Santi, Ponte e famiglia: il tour calabrese di Salvini
Il vicepremier Matteo Salvini in Calabria tra Lamezia Terme e Rende
A RENDE, per l’appuntamento elettorale a sostegno di Marco Ghionna, martedì 20 maggio, Matteo Salvini arriva con quaranta minuti abbondanti di ritardo. Disguidi fisiologici in campagna elettorale, tra incontri che si allungano, pause pranzo e traffico, ma lui racconta anche di aver fatto una deviazione, di un quarto d’ora prima di arrivare all’hotel Europa, sede dell’incontro. «Sono stato al monastero di Santa Chiara (a Rende, ndr) a dare un’occhiata a quello che c’è da sistemare» spiega. Prima ancora, nella tappa lametina, aveva fatto una sosta al santuario di San Francesco di Paola, nell’ex comune di Sambiase.
MATTEO SALVINI: «ABBIAMO NUTRITO LO SPIRITO»
«Abbiamo nutrito anche lo spirito – commenta, nel suo intervento davanti alla nutrita platea rendese – perché il ministero non finanzia solo poli logistici, porti, aeroporti. Siamo andati anche al santuario di San Francesco di Paola a cui stiamo contribuendo con 4 milioni per sistemarlo». San Francesco, Santa Chiara, «stasera vado a Taranto non so dove mi porteranno, come finisce il il trittico».
TRA FEDE E RELIGIONE
Ecco il primo tema della narrazione salviniana, fede e religione. Tema caro alla base leghista, come gli altri due che non mancano nel discorso elettorale del ministro e leader della Lega. La famiglia tradizionale: «Ognuno è libero di vivere il suo amore, il suo affetto, la sua sessualità con chi vuole. A me non interessa quello che uno fa a casa sua la sera, a me interessa che non si taglino le radici dell’albero per cui la mamma deve chiamarsi mamma e il papà deve chiamarsi papà».
SALVINI E L’IMMIGRAZIONE
E l’immigrazione: «Da ministro dell’Interno mi ero impegnato a bloccare gli sbarchi e il traffico dei clandestini. Costasse quello che costasse, a rischio di finire in galera, abbiamo bloccato gli arrivi dei clandestini». E poi ancora, in un altro passaggio, più di carattere ‘comunale’: «Per me tutti meritano la stessa opportunità, ma se non c’è una casa per tutti, se non c’è un lavoro per tutti, se non c’è il bonus famiglia, il bonus bebè, il bonus nido per tutti, prima per il sindaco di Rende vengono i cittadini di Rende, con tutto rispetto per chi arriva dall’altra parte del mondo».
LE INFRASTRUTTURE ALL’ANGOLO
Non parla molto di Infrastrutture il ministro. Cita la statale 106, ricordando che il governo di cui fa parte «c’ha messo 3 miliardi» mentre gli altri in passato – è la sintesi – hanno fatto solo «promesse e chiacchiere». E non ci si fermerà, assicura, ai 3 miliardi «perché l’obiettivo è di sistemarla tutta la 106 e di fare anche la trasversali». Non manca, naturalmente, il Ponte. Lo definisce «un acceleratore di sviluppo per tutta la Calabria e per tutta la Sicilia» e un’occasione per creare posti di lavoro «anche per tanti laureati calabresi». C’è tempo anche per una frecciata a Conte, domani a Rende. «Al termine del mio mandato vorrei lasciare in eredità alcune centinaia di migliaia di posti di lavoro – dice – So che qua a Rende passeranno altri leader politici per cui non è importante il lavoro ma la mancia. Difficile. Diseducativo».
L’ALTA VELOCITÀ
Dell’alta velocità dice solo che gli ingegneri di Rfi la stanno progettando fino a Reggio. Nessun altro accenno, neanche per ricordare che tra i pochi lotti ora finanziati c’è comunque il raddoppio delle gallerie Santomarco, sulla Cosenza-Paola, con la realizzazione della nuova stazione ferroviaria a Santa Maria di Settimo, tra Rende e Montalto, andato a gara a fine 2024. Proprio sulle infrastrutture aveva insistito la consigliera regionale Katya Gentile, al suo debutto come commissaria provinciale della Lega in una tornata elettorale, aprendo l’incontro. E ribattezzando il ministro ospite «il riscattatore» del Sud.
I POLITICI PRESENTI
In sala, in prima fila, c’è anche il padre di Katya, Pino, ex assessore regionale, al ritorno a un evento pubblico. Non mancano altri consiglieri regionali, come Giuseppe Mattiani, e il presidente del Consiglio regionale (e commissario in Calabria della Lega) Filippo Mancuso. C’è, naturalmente, la deputata Simona Loizzo e vari amministratori locali e dirigenti del partito. L’incontro scivola via in tre quarti d’ora e alla fine via libera alla fila per i selfie con il leader. Prima, però, c’è ancora tempo per uno scambio tra Salvini e Ghionna, in posa per la foto di rito. «Allora, ce la fai al primo turno?» chiede Salvini. Ghionna esita, un’espressione titubante sul viso. «Insomma, è difficile» replica. «Eh, sai, poi i ballottaggi…» dice di rimando Salvini.
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