San Luca, la Procura chiude le indagini su Polsi e stadio ma la Cassazione cambia lo scenario
San Luca, indagini chiuse dalla Procura di Locri su stadio e mercato, 15 gli indagati, intanto, la Cassazione ribalta la posizione di un indagato.
SAN LUCA (REGGIO CALABRIA)– La Procura di Locri ha calato il sipario sulla fase preliminare dell’inchiesta che ha messo sotto la lente d’ingrandimento due snodi cruciali per San Luca: la concessione dello stadio comunale “Corrado Alvaro” alla società calcistica Asd San Luca e l’assegnazione degli spazi nell’area mercatale del Santuario di Polsi. Quindici i nomi che figurano nell’avviso di conclusione delle indagini. Tra i nomi eccellenti che emergono dall’avviso di conclusione delle indagini, spiccano l’ex sindaco Bruno Bartolo e l’ex assessore Francesco Cosmo, delegato alle opere pubbliche e all’urbanistica.
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Accanto a loro, l’inchiesta coinvolge diversi dirigenti e ex dirigenti della squadra di calcio del San Luca: Antonio Costanzo, Salvatore Giampaolo, Rocco Alberto Campolo e Domenico Rechichi. Le accuse per gli indagati spaziano dalla turbata libertà degli incanti al falso ideologico, con Bartolo che risponde anche di apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo, ossia per aver aperto lo stadio senza le dovute concessioni.
SAN LUCA, L’ORIGINE DELL’INDAGINI SU POLSI E I FILONI INVESTIGATIVI SULLO STADIO
L’indagine, coordinata dal procuratore Giuseppe Casciaro, è nata sul finire del 2023 dalle indagini dei Carabinieri della stazione di San Luca che dalle intercettazioni ma ancor di più dalle analisi degli atti amministrativi avrebbero rivelato una rete collusiva tra amministratori e commercianti del Santuario per autorizzazioni illegittime, alcune legate a soggetti vicini alla criminalità organizzata. Un secondo filone investigativo ha ipotizzato un accordo fraudolento tra amministratori e dirigenti della squadra di calcio per la concessione dello stadio, bypassando le normative. Intanto, due mesi fa, l’amministrazione comunale guidata da Bartolo, cui mandato si è concluso in modo naturale nel maggio del 2024, è stata sciolta dal Consiglio dei Ministri per infiltrazioni mafiose.
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SCIOGLIMENTO DEL COMUNE E SVOLTA IN CASSAZIONE
Tra le motivazioni che hanno portato a tale decisione figurano proprio i reati contestati in questa indagine, di cui ora si è avuta la conclusione. Ma, proprio mentre la Procura chiude le indagini, una sentenza della Cassazione sembrerebbe cambiare le carte in tavola, almeno, per uno degli indagati: Costanzo. La Sesta Sezione penale della Corte di Cassazione ha, infatti, accolto il ricorso dell’avvocato Antonio Femia in difesa di Antonio Costanzo, annullando senza rinvio l’ordinanza del Tribunale della Libertà di Reggio Calabria (del 13 febbraio 2025) e quella del Gip di Locri (del 12 gennaio 2025), che imponevano a Costanzo l’obbligo di presentazione ai Carabinieri di San Luca.
La Suprema Corte con la sua sentenza avrebbe così smontato le argomentazioni che avevano portato alla misura cautelare. Il ricorso di Costanzo, infatti, ha evidenziato una motivazione “illogica” e un’erronea applicazione della legge penale. Inoltre, la difesa dell’indagato ha puntato sulla totale assenza di attualità del pericolo di recidiva, evidenziando come l’occasionalità della condotta e la distanza temporale dai fatti contestati, uniti alla gestione comunale affidata ora alla commissione straordinaria, rendessero insussistente qualsiasi esigenza cautelare.
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