Società

Salute mentale, il 75 per cento di tutti i disturbi hanno origine prima dei 25 anni. La richiesta del ministro Orazio Schillaci: «80 milioni di euro per cambiare paradigma»

Non è ancora una certezza, poiché quella appena annunciata dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci, a margine del convegno One Mental Health, all’Accademia Lancisiana di Roma, è al momento soltanto una possibilità.
La sua richiesta di inserire una spesa di 80 milioni di euro nella prossima legge di bilancio come finanziamento per la salute mentale avrebbe l’obiettivo di attuare il Piano nazionale per la salute mentale 2025-2030, «un documento strategico e operativo, che mette il Servizio sanitario nazionale in condizione di dare risposte efficaci individuando nel livello Dipartimentale un modello organizzativo integrato ed inclusivo per facilitare il dialogo tra ospedale, territorio, servizi sociali e scuola», ha spiegato il ministro, specificando che il nuovo documento è frutto della necessità di sostenere «un nuovo paradigma che permetterà di realizzare percorsi di cura multiprofessionali e multidisciplinari, basati su diversi livelli di intensità di cura, con particolare attenzione al periodo di transizione dell’età evolutiva 16-25 anni».

Sappiamo che il 75% di tutti i disturbi mentali, infatti, si sviluppa prima dei 25 anni d’età e circa la metà emerge entro i primi 16 anni, tendendo poi a perdurare nell’età adulta se non adeguatamente trattati. «È evidente come la tutela della salute mentale richieda una risposta corale, fondata su prevenzione, prossimità e integrazione», ha proseguito Schillaci. «Con questo spirito abbiamo istituito il tavolo tecnico sulla salute mentale che dopo oltre 10 anni ha aggiornato il Piano nazionale per la salute mentale 2025-2030 proprio in un’ottica di One Mental Health».

Che cosa si fa attualmente in Italia per la prevenzione

Prevenzione e diagnosi precoce sono essenziali, su questo non vi è dubbio. Eppure, allo stato attuale, l’emergenza non sembra ancora trovare un’adeguata risposta da parte delle istituzioni, sebbene, a riguardo, il ministro Schillaci abbia voluto ricordare il lavoro fatto fino a questo momento: «Dal 2023 abbiamo reso strutturale il bonus psicologo aumentato gli importi del beneficio fino a 1500 euro. Con la finanziaria del 2025 abbiamo stanziato 10 milioni di euro per l’anno in corso e 18,5 milioni nel 2026 per garantire un servizio di sostegno psicologico agli studenti. Abbiamo istituito anche il Fondo per le dipendenze patologiche, per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione. Così come abbiamo finanziato campagne di prevenzione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e sosteniamo progetti per la promozione dell’uso consapevole della rete e dei dispositivi digitali in età evolutiva o per migliorare l’intercettazione precoce di comportamenti autolesivi e suicidari tra gli adolescenti». Misure importanti, certamente. Ma insufficienti per risolvere il problema a monte.

Abbattere il muro dello stigma

Ancora oggi, purtroppo, anche lo stigma rappresenta un fenomeno diffuso. Non basta pertanto intervenire solo sui servizi: «Dobbiamo contribuire tutti a cambiare la cultura che circonda la salute mentale: chi soffre di un disturbo mentale deve sapere che chiedere aiuto non è un segno di debolezza», ha evidenziato ancora Schillaci. «Lottare contro lo stigma significa cambiare lo sguardo: significa vedere nella fragilità non una colpa, ma una dimensione umana. Non dimentichiamo che lo stigma, il pregiudizio, possono determinare ritardi nelle diagnosi o indurre il paziente ad abbandonare il percorso di cura. O ancora può alimentare la convinzione che a causa di un disturbo mentale si debba rinunciare alle relazioni sociali condannandosi all’isolamento. Questa è l’altra sfida che deve vederci uniti: diffondere e consolidare, soprattutto tra i giovani, la consapevolezza che prendersi cura dei più fragili è un segno di forza».

Salute mentale, un’emergenza cresciuta con la pandemia da Covid

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